t h i r t y f o u r

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Nice to meet you, hot German guy

Intanto erano passate due settimane dal giorno in cui Elena aveva provato a sparare.
Ormai lei ed Andrea erano ai ferri corti, non si parlavano e quando lo facevano era solo per litigare.
Nemmeno Sofia e Alessandro ne potevano più delle loro sfuriate.

Già da due giorni aveva tolto il gesso alla mano e l'unica cosa rimasta a testimonianza di quel pugno era una piccola cicatrice che in origine era un taglio profondo causato dall'osso spezzato.
Era stato difficile tornare a muovere la mano, ma si stava lentamente riabituando.

Scese le scale con indosso una maglietta bianca maniche corte e il colletto rosa a quadretti, abbinato alla gonna con la stessa fantasia. Una corta e svolazzante e l'altra aderente e trasparente in alcuni punti, pensó Andrea mentre sorrideva malizioso e la guardare scendere le scale.

Bevve un sorso del suo caffè e gli venne in mente quando Elena lo assagió e sputó il tutto dicendo che era amaro e le aveva risposto "amaro, come la vita".

La osservó mentre sgranocchiava una Gocciola ed aiutava Ale a ripassare per l'esame di quella mattina.

-adesso devo proprio andare- annunció alzandosi da tavola appena fino il latte.
-dove?- chiese in automatico Andrea, poi si diede del coglione per aver parlato.
-a farmi i cazzi miei, dovresti andarci anche te ogni tanto!- urló dall'ingresso e sbattè la porta.

Per poco Aleasssndro non si soffocava con il caffè per trattenere le risate e Sofia gli tiró uno schiaffo sulla nuca per farlo smettere.
Andrea era rimasto senza parole, ma la chiamata che gli arrivó, lo lasció ancora più basito.

In men che non si dica si trovó sul campo da tennis con il signor Kaufmann, a quanto pare aveva degli affari da intrattenere.

-was macht diese Arshole hier?- si voltó e vide la bionda con i capelli legati ed una racchetta tra le mani.
(Cosa fa questo bastardo qui?)
-oh, qui qualcuno ha litigato- il nonno di Elena mosse le sopracciglia e gli diede una gomitata.
-wir mussen im Doppel spielen und waren nur drei-
(Dobbiamo giocare in doppio ed eravamo solo in tre)
-leider... wer ist der Vierte?-
(Sfortunatamente...chi è il quarto?)
-mein Mitarbeiter Hans, hast du ihn schon kennengelernt? Oh, schau mal, Er kommt gerade-
(Il mio collaboratore Hans, lo hai già conosciuto? Oh, guarda, sta arrivando)

Indicó orgoglioso questo Hans alla nipote tanto adorata.
Alla bionda mancó un battito quando vide il collaboratore del nonno. Biondo, alto, magro ma non troppo, occhi grigi che la stavano scrutando.
-molto piacere, signorina...- disse in un perfetto italiano.
-Elena, piacere mio Hans- sorrise a sua volta.

-il futuro della studio- disse con gli occhi che traboccavano fierezza rivolto alla bionda.
-bene ora giochiamo, prima che Andrea metta le radici stando attaccato alla rete- sorrise il vecchietto battendo le mani e posizionandosi accando al coinquilino di lei, che andó dall'altra parte accanto all'altro ragazzo.

-Sacchi, sai almeno giocare?- domandó Elena scocciata mentre si metteva nella postura di attesa, volle spaccare la faccia al mangiacrauti che continuava a fissarle il culo.
-quanto può essere diverso da Wii Sport- sorrise sornione copiando i movimenti degli altri, non sapeva che cazzo stava facendo e a pensarci bene sarebbe potuto rimanere a casa sul divano a giocare a Fortnite.
Lui ed Elena avrebbero risolto in un altro momento.

Giocarono per circa mezz'ora e in tutto quel tempo il biondo non aveva toccano una pallina, il che andava più che bene. In realtà, piuttosto che colpirne una, si impegnava ad evitarle.
Lei scosse la testa contrariata e colpì la palla lanciata dal signor Kaufmann, sfortunatamente Andrea non fu abbastanza veloce a schivarla e gli finì in testa.
-oh merda!- esclamó la ragazza con le lentiggini appoggiandosi alla rete per vedere quanto fosse grave.
-lo accompagno alla club house per mettergli del ghiacchio. Voi continuate pure a giocare- disse il vecchio accompagnando Sacchi a medicarsi.

-e così tre tre settimane si trasferisce a Berlino per lavorare con suo nonno- disse tra un servizio e l'altro Hans.
Elena ipotizzó che avesse non più di due anni in più di lei.
-a quanto pare-
-non sarà difficile? Voglio dire, abbandonare tutti gli amici e conoscenti per un Paese che conosce poco-
-sì certo, ma lo avevo già messo in conto ancora prima di partire per Londra...peró dammi del tu, mi fai sentire vecchia- sorrise andando a sedersi sulle panchine.

-stava iniziando ad essere strano darti del lei- rise mostrando una fila di denti bianchissimi. Era senza ombra di dubbio un bel ragazzo, fortunata la sua fidanzata.
-da quanto lavori con mio nonno?-
-da quando sono uscito dalla Humboldt, credo che il rettore e Adalbert abbiano una specie di accordo-
-già, credo che mio nonno si faccia dire i nomi dei laureandi più promettenti per organizzare colloqui di lavoro-
-astuto-

-e l'italiano, dove lo hai imparato?-
-mia madre viene da Napoli-
-immagino che tu non abbia mai mangiato male, allora- rise lei.
-puoi ben dirlo- si unì alla risata.

Intanto dall'altra parte del circolo di tennis Andrea era seduto su un divanetto con il ghiaccio sulla fronte e l'aria confusa per la botta ed incazzata per aver lasciato Elena da sola con quel tedesco, di sicuro ci avrebbe provato con lei che non lo avrebbe certamente rifiutato.

-ho sempre detto che il rovescio di mia nipote puó competere con quello di Federer- sorrise il nonno tentando di tirargli su il morale, non sapeva nemmeno chi fosse quel tennista nominato.
-allora figliolo, cosa hai combinato per farla incazzare?-
-le ho praticamente detto che tra di noi non c'è niente, che lei non conta nulla per me e che ne posso trovare migliaia come lei-
-in questo caso ti sei meritato la pallina in testa-

-non ha idea quanto io mi senta un cretino- borbottó dopo aver trattenuto il fiato.
-beh, cosa aspetti? Che venga a Berlino lasciandoti qua da solo?- si alzó mettendosi davanti al ragazzo e battendogli la nocca dell'indice contro la fronte, proprio dove aveva il bernoccolo.
-magari fosse così facile- sospiró.
-è complicato solo se pensi che lo sia, l'ora è appena finita. Vado a chiamare Hans, visto che abbiamo un aereo da prendere-

when love knocks on your doorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora