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What a terrible night

Quella sera, verso le otto tornò Sofia, distrutta dopo un turno infinito a lavoro, si fece la doccia e poi si mise all'opera per rendere almeno un po' diversi i capelli di Elena; la quale era già pronta per la cena con Logan alle nove.

Il tentativo di fare delle onde decenti non era andato poi così male, anzi erano quasi carini mentre si vestiva con l'abito comprato da Zara almeno un mese fa.

Il tentativo di fare delle onde decenti non era andato poi così male, anzi erano quasi carini mentre si vestiva con l'abito comprato da Zara almeno un mese fa

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Allacciò il cinturino tacchi e si truccò. Era pronta, ed era in tempo per le nove. Guardò fuori dalla finestra, iniziava a tuonare e grandi nuvoloni ancora più scuri del cielo minacciavano pioggia.

-Elena! Il tuo fidanzato è arrivato!- gridò Alessandro dal piano di sotto.
-ti consiglio di andare prima che succedano casini-

Arrivò Andrea dalla cucina, con una birra in mano. Il quale incollò lo sguardo sulla bionda, facendo scorrere gli occhi su tutta la sua figura coperta solo dal tessuto leggero dei collant e da quel cortissimo vestito di pailettes verdi. Improvvisamente lei si sentì nuda sotto quegli occhi che la spogliavano e disarmavano di tutte le sue sicurezze, le si intensero le guance di rosso.

-quindi questa è la famosa Freckled coup... merda- esclamò con un vago tono derisorio per poi terminare sorpreso ed irritato tornando con lo sguardo sull'intruso nella casa.

-il tuo fidanzato è McLaren?- continuò sempre più nervoso.
-tu vivi con lui?- domandò il compagno di Elena guardando in cagnesco il biondo.
-mi raccomando, non dimostrate troppo amore per l'altro-
-conosco quel coglione- tuonò il fidanzato.
-bel moroso di merda ti sei trovata- disse con un sorriso amaro tornando in cucina.

-forse è meglio andare- mi sussurrò Alessandro.
Annuì ed indossai il cappotto per poi prendere Logan per mano, anche se la ancora prima di far congiungere le dita lui le aveva già messe nelle tasche della giacca.

Avrebbero litigato quella sera, se lo sentiva dentro mentre erano seduti uno di fronte all'altra nel loro ristorante preferito.
Lui non la guardava negli occhi, ma anche da lontano si sarebbero sentiti gli ingranaggi del suo cervello che tentava di metabolizzare la notizia. Elena invece provava a capire quale tipo di relazione ci fosse tra i due, ipotizzò fossero compagni di qualche corso ed entrambi non andassero a genio all'altro.

-vuoi spiegarmi perché non sopporti Andrea?- domandò arrabbiata da tutto quel silenzio a tavola alla fine di quella serata disastrosa.
-è complicato e poi non voglio. Tu invece dimmi perché sei andata ad abitare proprio da lui?- sbottò pieno di ira appena usciti dal locale.

Il freddo umido di Londra punse le guance di Elena arrossandole, nonostante fosse coperta fino al naso dalla sciarpa di Dolce & Gabbana regalata dalla madre. Sentiva il gelo sulle gambe che iniziarono a tremare.
Pioveva a dirotto.

-ti pare che sapessi chi era lui? No, ovviamente no!-
Non le piaceva litigare per strada, ma la via era deserta e le poche persone erano già ubriache.
-avresti dovuto almeno dirmelo, invece di farmi conoscere così i tuoi coinquilini-
-ma che problema c'è?-

Sentiva gli occhi pizzicare, odiava piangere e più di ogni altra cosa odiava litigare con le persone a cui voleva bene.

-che problema c'è? Spero tu stia scherzando, Santo Cielo!-
-sarà solo per otto mesi- alzò gli occhi, non ricordandosi di quanto lui lo odiasse.
-sai quante cose posso succedere in otto mesi?!-
-ah wow, che grande fiducia hai in noi! Senti, io sono fidanzata, lui anche, non vedo dove sia il problema- le si spezzò la voce per le lacrime.
-non mi fido, ho bisogno di riflettere- salì in macchina lasciandola lì sul ciglio della strada infreddolita e soprattutto bagnata.

Super arrabbiata con il suo fidanzato, riflettè sul da farsi. Erano le due, a rigor di logica un autista Uber sarebbe arrivato troppo tardi e lei sarebbe morta congelata.
Per fortuna notò la fermata della metropolitana, nonostante non fosse sicuro girare per l'underground londinese a quelle ore, non ebbe altra scelta per tornare a casa.
Anche perché Sofia avrebbe dovuto lavorare domani mattina quindi era probabile che fosse già sotto le coperte, lo stesso valeva per Alessandro; invece era sicura che Andrea fosse ancora fuori, perché lo aveva sentito tornare tardi ieri sera ed anche quella prima, però l'avrebbe mandata a fare in culo se solo avesse provato a chiamarlo.

Si asciugò le lacrime ed entrò velocemente nel vagone, popolato solo da una donna che in Italia sarebbe scambiata per una prostituta a causa dell'abbigliamento, un ragazzo dagli occhi a mandorla che ascoltava la musica attraverso le cuffie ed una coppia di fidanzati in un angolino che stava facendo le loro cose coperti da un impermeabile sulle gambe, distolse lo sguardo disgustata.

Guardò fuori dal finestrino per un tempo indeterminato ripensando alla serata a dir poco orribile.
Si scervellò su quale potesse essere il rapporto che legava il suo coinquilino ed il suo fidanzato, con il quale non avrebbe voluto parlarci per giorni prima di riuscire a perdonarlo.
Altre due lacrime rigarono le sue guance e per questo si sentì ancora peggio.

Aprì la porta di casa che tremava di freddo ed era tutta bagnata, le sarebbe venuto il raffreddore, se non la febbre.
Si chiuse la porta alle spalle e scoppiò in un pianto liberatorio, inconsapevole che seduto sul divano a guardare la tv ci fosse Alessandro.
Lui si alzò di scatto raggiungendo la bionda.
-va tutto bene? Sei fradicia-
-no, non va tutto bene, va tutto di merda- si asciugò le lacrime, anche se non servì a molto visto che continuavano ad uscire.
-senti, vai a metterti il pigiama poi torni giù e ti sfoghi, io intanto ti preparo una camomilla, ok?-
Lei annuì sconsolata.

Tolse dal viso il poco trucco rimasto, tolse le ciglia finte e le lenti a contatto che avevano iniziato a darle fastidio ed entrò nella doccia benificiando finalmente di acqua bollente che riscaldò il suo intero corpo congelato.
Si asciugò per bene, mise gli occhiali ed indossò il pigiama per dopo scendere di nuovo le scale.
Ovviamente era più tranquilla, anche se era distrutta sia fisicamente che mentalmente.

-allora, cos'è successo?- le diede la tazza colma di camomilla.
-Logan crede che Andrea mi voglia sedurre e portarmi a letto-
-e...- la incitò a continuare, poi le avvolse un braccio attorno alle spalle poiché stava tremando come una foglia.
-e questo mi ferisce perché non solo sta dando della poco di buono alla sua fidanzata, ma anche perché non si fida di me e di quello che abbiamo costruito insieme- scoppiò di nuovo a piangere.

Non ne poteva più, ma era più forte di lei.
Alessandro l'abbracciò lasciandola sfogare. Era proprio un buon amico e non l'avrebbe mai ringraziato abbastanza per non averla giudicata.

-cioé io lo amo, ma se lui dice quelle cose significa che non mi ama più..- riemerse dalle braccia muscolose del moro.

-tu sei amico di Andrea, sai perché conosce Logan?- bevve tutta la sua tisana d'un sorso. Le bruciò la lingua, la gola e la bocca dello stomaco, ma quello era il male minore.
-oh sì, eravamo confratelli, poi sono successe cose-
-perché avete litigato?-
-non te lo posso dire, domani vai a parlare con Andrea-

Si appoggiò alla spalla di Alessandro e chiuse gli occhi, era stanca morta, mentre il suo amico continuava a fare zapping tra i canali lei si addormentò.

Circa un'ora dopo tornò Andrea dal suo lavoro trovando il suo amico ed Elena abbracciati sul divano. Subito pensò che il moro avesse concluso con lei, che si era dimostrata totalmente diversa dalla verginella di After.

-hanno litigato per colpa tua- sussurrò Ale.
-colpa mia? Non ho fatto nulla- posò le chiavi nel piatto svuota tasche troppo rumorosamente e per questo il suo coinquilino lo guardò male.
-aspettati il suo terzo grado per il tuo niente- lo avvisò.
-va bene- sbuffò.
Stava odiando quella ragazzina insopportabile e da quando aveva scoperto chi era il suo fidanzato la odiava ancora di più.

when love knocks on your doorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora