t h i r t y s e v e n

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Last night, last memories

Era giunta la sua ultima notte lì, a Londra.
Da un lato era felice perché sta per tuffarsi a capofitto in una nuova avventura in una cittá che adorava.

Ancora ricordava quando aveva messo piede per la prima volta nella capitale britannica.
Quante emozioni contrastanti, quella volta non sapeva ancora che avrebbe conosciuto delle persone che le avrebbero cambiato la vita.
Dio, quante cose erano successe nell'arco di quattro anni e soprattutto nell'ultimo.
Era passata dall'avere un'idea precisa sul tipo di ragazzi da frequentare, poi le venne sbattuto in faccia che il suo fidanzato spacciava e gestiva  giri illegali in vari ambiti.
Era convinta di odiare il suo coinquilino, che tra l'altro era a capo di un giro di droga, invece quattro mesi fa ci era finita a letto e non solo una volta e le era anche piaciuto.

Quattro mesi più tardi si trovava in quella strana situazione con il suo coinquilino. Non si parlavano da giorni, neppure si erano visti.

Dall'altro lato aveva paura di andarsene, in fondo aveva passato solo le vacanze di Natale a Berlino. Se non si fosse trovata bene? Se il lavoro non fosse stato quello giusto per lei?
Era stata istruita fin dalla nascita a diventare avvocato, le sue virtù era state plasmate fin da quel momento.

-ecco qui, il KFC, come il tuo primo pasto qui- disse Alessandro tutto contento porgendole il suo cestello ricolmo di pollo.
Lo aveva mangiato con Andrea, a pranzo, pochi attimi dopo sarebbe avvenuta la loro prima vera litigata.
Un sorrisetto amaro comparve sul volto di Elena mentre ringraziava quello che sarebbe rimasto il suo coinquilino per poche ore.

La coppietta felice propose di ubriacarsi, come ai bei vecchi tempi, ma la bionda rifiutó, non avrebbe mai preso un aereo con i postumi della sbornia. Così si ritrovó sul divano a guardare per l'ennesima volta un episodio di How I Met Your Mother, visto e stravisto.

Era in uno stato di dormiveglia quando sentì la porta sbattere, che la risveglió immediatamente.
Percepì lo stesso odore di terra e sangue dell'altra volta e dei passi strascicati.

Come l'altra volta si diresse in bagno senza preoccuparsi di cosa Andrea stesse facendo dentro.
-vedo che a distanza di mesi non hai imparato a bussare- biascicó con i denti stretti per il dolore di tamponarsi le ferite.

-e tu non hai imparato ad evitare le risse- disse con tono rassegnato mentre prendeva in mano il batuffolo di cotone per aiutarlo.
-aspetta, ti vado a prendere del ghiaccio per la guancia-
Andrea annuì silenzioso mentre lei andava in cucina a prendere qualsiasi cosa di congelato.

-cos'è successo stavolta?- chiese porgendogli una bistecca che era nel freezer da ancora prima che lei arrivasse.
-il solito. Senti, non ho voglia di fare conversazione in questo momento- disse tra i lamenti di dolore, notó anche le lacrime agli angoli degli occhi.
-non dovresti più fare quello che fai adesso- sussurró.

Non era messo così male come l'ultima volta, almeno ora non aveva proiettili. Solo molti ematomi e ferite di poco profondità.

Andrea continuava a sbuffare infastidito mentre Elena lo aiutava.
-si puó sapere che cavolo hai?- domandó lei esasperata.
-non ci parliamo da tre settimane se non per litigare ed adesso non stai zitta un attimo, ecco cos'ho!-
-Santo Cielo io lo dico per te, se non ci fossi stata io cos'avresti fatto?!-

Fantastico, ora stavano litigando di nuovo.

-mi sarei medicato da solo, non ho bisogno di te come crocerossina!-
-bene allora, arrangiati!- lanció il batuffolo di ovatta imbevuto di disinfettante nel lavandino incrociando le braccia sotto al seno.
-senti, vaffanculo Andrea- se ne andó con la rabbia fin sopra ai capelli.

when love knocks on your doorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora