Capitolo 10

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"Andate pure a riposarvi madre, qui ci penso io", dico mentre pulisco il tavolo.

Abbiamo appena terminato la cena e il viso di mia madre è segnato dalle fatiche di questi giorni, "Andate, raggiungete pure nostro padre, a rassettare ci penso io, non dubitate!", insisto.

Lei abbandona i piatti nel lavatoio per poi girarsi e venire verso di me, mi accarezza la guancia con l'amore sincero che solo una madre può infondere, "Figlia mia, ogni giorno che passa diventi sempre più bella, una fanciulla bellissima dal cuore nobile, buono e generoso, non cambiare mai amore mio".

Le sue parole sanno di nostalgia, di ricordi e di sincerità, i suoi occhi sembrano lucidi come se stesse ricordando ogni tappa della mia crescita e io ne rimango incantata, poi mi bacia la fronte e va a dare un altro bacio ad Amandine che stava spazzando la cucina.

"Buonanotte figlie mie"

"Buonanotte madre!", esclamiamo in coro, per poi vederla entrare in camera.

Stanca ma, con la promessa fatta a mia madre, mi appresto a sistemare, così continuo con lo strofinaccio a pulire il tavolo per poi passare ai piatti.

"Pensi che vada tutto bene?", mi chiede Amandine con voce turbata.

"È solo stanca, tranquilla, non è facile assistere al dolore altrui!", dico sorridendole, cercando di attenuare i suoi tormenti, "Sai com'è nostra madre, vedere quelle donne in tali condizioni e non poter fare poi molto per alleviare le loro sofferenze la farà sentire inutile!", dico sistemandole una ciocca ribelle dietro l'orecchio.

"Forse hai ragione tu", esclama facendo spallucce.

"Dai su, va a dormire anche tu e cerca di non fare pensieri negativi, ok?", le dico prendendole il viso e portandolo difronte al mio.

"Ma qui non abbiamo finito"

"Finisco io, ormai mi è rimasto poco"

"Ma...."

"Va pure io ti raggiungo subito"

"Ok, buonanotte sorella"

"Buonanotte".

La vedo salire le scale del soppalco, mentre io continuo il mio compito.
È notte fonda quando termino tutto e il silenzio che regna in casa mi conferma che tutti dormono beatamente, il camino scoppietta piccole fiammelle che emanano una fioca luce e un po' di calore in tutti gli ambienti, e mentre do un ultima occhiata intorno per vedere se non ho dimenticato qualcosa, dalla finestra noto un movimento insolito, mi affaccio e lo vedo, vedo la sua sagoma a cavallo che trotta poco lontano dalla mia dimora.

Era da molto che non lo vedevo, con gli occhi calamitati su di lui prendo il mantello e apro la porta lentamente in modo da non svagliare nessuno, una volta fuori gli vado in contro, non so nemmeno io cosa gli dirò ma voglio delle risposte, quindi determinata più che mai lo raggiungo.

"Ehi voi!", attiro la sua attenzione.

Lo vedo fermarsi e voltarsi, "È tardi, cosa ci fate voi qui?"

"Voglio delle risposte!"

"Risposte?", chiede con la sua voce ovattata dalla stoffa.

"Esattamente, sarete al corrente delle voci sul vostro conto che circolano ovunque ormai..."

"Dunque?"

"Voi da che parte state?, quali sono le vostre vere intenzioni?"

"Non è affar vostro, fanciulla, vi consiglio di ritornare da dove siete venuta!", strattona il cavallo per andarsene.

Ma io mi paro davanti a lui, "Non ancora!", rispondo risoluta, "Me ne andrò solo dopo che voi abbiate risposto alla mia domanda"

Spazientito, scende da cavallo e mi viene incontro, non è la prima volta che si avvicina ma è come se fosse la prima volta che lo guardo davvero, è alto, molto più di me, le sue spalle da sotto il mantello sembrano larghe e muscolose, tanto che coprono la mia figura e i suoi occhi sono scuri, indagatori e sicuri, mi scruta con durezza e io mi sento nuda davanti a lui, mi mette suggezione è come se potesse leggermi dentro e tutta la sicurezza di pocanzi inizia a vacillare, faccio dei piccoli passi indietro per mettere distanza tra me e lui, non mi fido, ora più che mai.

"Fermati!", la sua voce tuona nelle mie orecchie, "Cosa volete sapere di preciso?", parla mentre accorcia ancora le distanze tra noi.

"V-voglio c-capire se siete dalla parte del popolo, e se tutti fanno bene a fidarsi di voi", stringo i pugni per incanalare la tensione che provo in questo momento.

Lui mi osserva ancora, senza parlare, "E voi?"

"Io cosa?"

"Voi vi fidate di me?"

La sua domanda mi spiazza, è inaspettata, gli importa davvero saperlo oppure è un modo per sviare la domanda in modo da non rispondere.
Adesso sono io che lo osservo, in silenzio, lo studio, la sua oscurità incute timore e mi affascina al tempo stesso, ammiro la sua sicurezza e le sue abilità di guerriero, ma la sua diffidenza e il suo modo di agire mi spingono a dubitare di lui.
"No!", rispondo.

A sentire la mia risposta giurerei di averlo sentito sorridere, ma ovviamente non ne posso avere la certezza, l'unica cosa che vedo è lui che mi da le spalle avviandosi verso il suo cavallo, "Fate bene a non fidarvi, io voglio solo vendetta!"

"Vendetta?", ripeto tra me e me, cerco di capire il senso ma è impossibile, si avvicina al suo destriero e mentre cerca di salire in sella, "Aspettate!", gli urlo, "Che volete dire?, vendetta contro il Marchese?, siamo dalla stessa parte?"

Lui non si volta, ma sale in sella, "Voglio vendetta, ma ciò non vuol dire che lottero' affianco a voi!"

"Non capisco, il popolo vi acclama, crede in voi..."

"Non gliel'ho chiesto io"

"Che vuol dire?!", urlo in preda alla rabbia e alla delusione, volevo davvero sbagliarmi sul suo conto e invece è solo un vile egoista, "Non significa nulla per voi le masquè?, voi siete diventato un simbolo per loro e gli voltate le spalle?"

"Ve lo ripeto è la vostra battaglia, non la mia!"

"Ma abbiamo un nemico comune!"

"Si ma io sono pronto a sacrificare chiunque pur di portare in atto la mia vendetta, quindi fanciulla stammi lontano se vuoi vivere!", strattona il suo cavallo e se ne va al galoppo mimetizzandosi nell'oscurità, sua fedele amica.

Mentre io rimango inerme, affranta e senza parole davanti a quello che è appena successo, non riesco a credere che non ci sia nessuno disposto ad aiutarci, siamo nati soli e moriremo soli.
Ma allora perché salvarmi?
Che senso ha avuto lottare e uccidere un uomo per portarmi in salvo?
La sensazione che mi abbia detto una mezza verità prende forma in me, torno a casa con altre domande e con i suoi occhi protagonisti dei miei pensieri.
Perché non voglio lasciarlo andare?








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