"Noooooo!!!", urlo con tutto il fiato che ho nel corpo. Come se con un semplice urlo potessi bloccare il tempo impedendogli di colpirlo.
E' tutto inutile, di fatti riesco solo a far voltare Hector dalla mia direzione, regalandomi un sorriso di scherno, per poi alzare le braccia al cielo e scagliare il colpo. Colpo che Stèphane riesce a bloccare, ma chissà per quanto ancora.
Non sento nulla, in questo momento è come se il mondo ha smesso di girare, non sento il vento che soffia violento, non sento l'aria gelida che entra dentro la mia carne fino ad arrivare alle ossa, non riesco nemmeno a sentire le urla di incitamento di alcuni uomini poco più lontano da me, vedo tutto a rilento e riesco a percepire solo il sangue che mi scorre nelle vene e il battito assordante del mio cuore. Nulla avrebbe più importanza senza di lui, vivere sarebbe come morire ogni giorno finendo col desiderare quel preciso momento.
Davanti a me, Hector che cerca con tutte le sue forze di liberarsi dalla sua stretta, mille sono i pensieri che mi passano per la testa, ma solo uno prendo in considerazione. Con l'impugnatura della spada stretta nella mia mano inizio a correre verso di loro, non importa la ferita che pulsa e fa male, non importa il quantitativo di sangue che perdo, mi importa solo di raggiungere il punto esatto in cui si trovano. Impavida come non mai scaccio un urlo e con tutta la forza rimasta prendo la mira e colpisco Hector alle spalle, trafiggendolo da parte a parte.
Non avevo mai ucciso un uomo prima, non sapevo cosa si provasse in questi momenti ne tantomeno cosa si fa in queste situazioni, di certo se mi fosse successo giorni o mesi fa sarei sicuramente crollata in lacrime tremando e implorando Dio per il perdono, ma oggi riesco a guardarlo in faccia, guardo il suo viso sorpreso e pallido, lentamente lo vedo alzarsi facendo cadere la spada che teneva per terra e con le mani toccarsi la lama che gli trapassa il corpo. Lo guardo e non provo nulla. Pietà, rimorso e pentimento sono sensazioni che ho sempre provato, ma oggi no, non con lui, ha seminato troppo male intorno a se, anche se erano ordini quelli che eseguiva, lui, in quello che faceva ci provava gusto, gli piaceva guardare la paura negli occhi della gente che vessava e amava infliggere dolore. Per uno come lui il mondo non piangerà, per uno come lui nessuno ne tramanderà o tesserà le lodi e questo lo noto anche adesso, tutti dietro di me esultano e urlano una mezza vittoria, a differenza delle guardie rimaste che invece inscenano una ritirata degna di nota. E mentre Hector esala l'ultimo respiro, il sole tramonta donandoci dei colori accesi, intonandosi perfettamente a ciò che ci circonda.
Quindi sotto questa luce calda e accesa vado verso il mio amato, vederlo in questo stato non è facile ma è vivo e questo è l'importante. Le ferite col tempo si rimargineranno e con le cure appropriate il suo viso ritornerà quello di prima. Con le lacrime agli occhi lo stringo e bacio ogni singola ferita del suo corpo.
"Sei vivo!", dico tra i singhiozzi.
"Ancora una volta grazie a te!", risponde dolorante
Ma il nostro idillio termina nello stesso istante in cui appare il Marchese, armato. "Se credete che me ne starò con le mani in mano ad attendere che voi vi rimettiate vi sbagliate Cavaliere, meglio uccidervi ora che siete con un piede sulla fossa....", dice avanzando e sorridendo compiaciuto, "....E voi, stupida donna, non siete stata altro che una spina nel fianco, ma porrò fine anche alla vostra di vita...", urla minaccioso, "Dite le vostre preghiere!" dice in fine correndo verso di noi.
Non faccio in tempo a recuperare la spada che tutti gli uomini rimasti gli vanno incontro, sguainando le loro spade, ma non fanno in tempo neanche loro a colpirlo, perché terrorizzato si volta correndo verso il bosco.
"Fermatelo!", urla Stèphane, "Fra due giorni verrà giustiziato pubblicamente dal Re in persona. Prendetelo!".
E mentre tutti eseguono, io rimango lì a guardarlo attonita, "Lo lascerai davvero nelle mani del Re?" chiedo.
Lui mi prende la mano e mi sorride, "Ho rischiato la mia vita, ma soprattutto ho rischiato di perdere te...", dice guardandomi negli occhi e alzandosi leggermente con il busto, "....Voi siete più importante, lui avrà quello che si merita, restituendo al popolo quello che in tanti anni ha fatto a loro, mentre io, mia dolce e bella Jacqueline, voglio vivere quello che resta della mia vita con voi....se me lo permettete", esclama ad un soffio dalle mie labbra.
Lo bacio, lo abbraccio e mi perdo in lui. In questo gesto d'amore affogo tutta la tristezza, tutta la paura che ho avuto di perderlo e tutta l'orrore che ho vissuto fino ad ora, questo bacio non è solo una risposta alla sua sottile domanda, ma è un'esigenza.
"Allora è un si il vostro?", mi chiede sussurrando.
"Si, si e altre cento volte si!", urlo sopraffatta dalla felicità.
Mentre in torno a noi vige caos e paura, noi manifestiamo il nostro amore senza più remore, adesso non ci sono più fantasmi del passato che possano minare in qual modo la nostra felicità, adesso non può esserci alcun impedimento. Ora lui è libero, si è lasciato alle spalle la sua vendetta, che altri non era che un'esigenza di riscatto, riscatto che è avvenuto nello stesso istante in cui ha ricevuto la missiva dal Re, dove riconosceva il torto subito alla sua famiglia e soprattutto che le atrocità accadute all'epoca non resteranno ancora impunite. Ora può, finalmente, incominciare a vivere, da oggi avrà inizio la nostra nuova vita, così in sella a Furious, calata la notte, nostra fedele compagna, galoppiamo verso nuovi confini, ovunque il tempo ci porterà sarò felice, finchè al mio fianco continuerà ad esserci lui, Stèphan, il Cavaliere Misterioso, che ha infranto quel muro di pietra costruito attorno al suo cuore, facendo entrare l'amore una volta per tutte, colui che è riuscito a scacciare le tenebre dai suoi occhi, e adesso specchiandomi riesco solo a vedere la loro reale unicità. Il bello tenebroso ha lasciato spazio ad un uomo con la voglia di vivere e di pensare al futuro e io non posso che essere lieta di farne parte.
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Il Cavaliere Misterioso
RomanceNel Medioevo la vita non è facile soprattutto per chi come Jaqueline che fa parte di una famiglia di contadini, i quali, per potersi permettere un tetto sopra la testa e dei viveri sono costretti a pagare dei tributi al Signore della terra in cui vi...