Stèphane, Il Cavaliere Misterioso
Arrivo in prossimità della cascina che la luna è già alta in cielo, ma subito delle tracce sul terreno mi fanno arrestare la corsa. Ho un brutto presentimento!
Scendo da cavallo e mi avvicino all'entrata, ma più avanzo più il cuore non vuole saperne di calmarsi, timori che poi mi risultano fondati, non appena vedo la porta della cascina rotta in mille pezzi, di corsa mi appresto ad entrare, ma lo scenario che mi si para davanti è raccapricciante. Ogni cosa è stata ribaltata, rotta e saccheggiata, ma ciò che mi inorridisce di più è la macchia di sangue sul pavimento.
"Jacqueline!!", inizio ad urlare in preda al panico, "Jacqueline!!", urlo ancora facendomi spazio tra il disordine.
Mi guardo intorno, guardo dovunque, ma non la trovo. Disperato con le mani nella testa, cerco di non lasciarmi sopraffare dallo sconforto, ma di riprendere possesso di me stesso, proprio come sono abituato a fare e in men che non si dica riesco a rimettere la maschera che mi ha accompagnato fino ad oggi, diventando l'uomo schivo e freddo che ero prima che arrivasse lei a stravolgermi la vita. Guardandomi in torno cerco di fare chiarezza sull'accaduto, e noto un mobile massiccio posizionato davanti alla porta, sicuramente messo da lei, poi vedo altri mobili e utensili sparsi qua e là, alla rinfusa. Chissà cosa avrà provato e come si sarà sentita! L'ho lasciata sola, me ne sono andato senza darle le spiegazioni che voleva.
Nel muovermi e nell'ispezionare ogni cosa, mi torna in mente la macchia di sangue e subito immagino lei ferita, e il muro che mi ero creato poc'anzi crolla in un secondo, nello stesso attimo in cui mi compare davanti agli occhi la sua immagine ferita o peggio ancora esanime, ma a quest'ultima cosa non ci voglio pensare, chissà cosa sarei capace di fare sapendo che anche lei non ce più, senza aver avuto la possibilità di far nulla per salvarla. Dalla rabbia sferro un calcio al tavolo e urlo con tutto il fiato che ho in corpo, per poi uscire come una furia e montando a cavallo mi appresto a seguire le tracce.
Con il vento freddo in viso, galoppo fin dove i solchi sul terreno mi portano, non posso perderla, non posso perdere anche lei, e inaspettatamente una lacrima solca il mio viso, una singola lacrima, ma è abbastanza sufficiente per stupirmi e sconvolgermi al contempo, perchè non piango dal giorno in cui mia madre è morta e mi ero ripromesso di non farlo mai più, promessa che stanotte ho infranto. Ma dopotutto allora ero solo un bambino, che si affacciava alla vita da ancora troppo poco tempo. Mio fratello essendo il maggiore avrebbe ereditato il castello e l'intero feudo, a lui era dato il compito di regnare, mentre a me come secondogenito non mi restava che il cavalierato, e così fu, iniziai ad allenarmi da un paio di giorni, dall'alba al tramonto, senza mai lamentarmi perchè volevo renderli fieri di me, avrei portato il nostro nome in alto, tutti ci avrebbero stimati e conosciuti, ma poi arrivò quel dannato Marchese, che con la sua smania di conquista sfidò a duello mio padre per il titolo, e mio padre da uomo d'onore quale era non si tirò indietro, ma nulla andò come doveva andare. Dominique lo seguì, affiancato dal Cavaliere che ha sempre eseguito e onorato fedelmente gli ordini impartiti dalla nostra famiglia da generazioni, ma a nulla servì, perchè vennero attaccati da una moltitudine di uomini perendo entrambi sotto le armi. Quello non era un duello ad armi pari ma un vero e proprio agguato, al quale, mio fratello è sopravvissuto per miracolo, scappando e venendo ad avvisarci che gli stessi uomini sarebbero venuti, da lì a breve, al castello per ucciderci tutti, in modo che nessuno di noi un domani acclamasse il titolo che gli spettava di diritto.
Mia madre quando ne fu a conoscenza andò nelle sua camera, lasciando me e mio fratello nella nostra, con l'ordine di nasconderci, ma dopo aver sentito rumori provenienti dall'ingresso, il panico si impossessò di me e così andai a cercarla, trovandola intenta a scrivere una lettera e sigillarla, ma non ebbe il tempo di far nient'altro, perchè un uomo alle mie spalle le schioccò una freccia in pieno petto. Io sono salvo solo grazie ad una guardia, accorsa in mio aiuto, ma a nulla servì l'intervento di altri uomini, perchè prima di andarsene, quegli uomini senza Dio, pensarono bene di appiccare il fuoco su tutto il piano e così mentre tutto attorno a me bruciava, io rimanevo lì inerme, abbracciato a mia madre, la mia adorata madre, la donna che ho amato con tutto me stesso, colei che non sono riuscito a salvare perchè non ero pronto nè preparato, colei a cui ho giurato vendetta, colei a cui ho pensato ogni giorno della mia vita mentre diventavo quello che sono oggi, e mai avrei immaginato che un'altra donna potesse risvegliare quell'amore sopito da anni, e non potrei sopportare l'idea di perdere anche lei. Piuttosto abbraccerei anch'io stesso la morte.
Le tracce si interrompono poco prima di un ponte, ma poco importa, so già dove portano. Alzando lo sguardo davanti a me, ma ancora molto distante, sorge il castello, al che mi fermo, dunque, in prossimità del ponte con il cuore in tempesta, ma sicuro del fatto che lei è ancora viva. Se c'è una cosa che ho appreso di quell'essere è che, se vuole ottenere una cosa fa in modo di averla, e lui, Jacqueline la vuole viva.
Senza indugio, ma con la voglia di riscatto, torno indietro per analizzare i fatti e pensare ad un piano di attacco senza mettere a repentaglio la sua vita. arrivo al mio rifugio che è quasi l'alba e con il nuovo giorno arriva anche un giovane ragazzo con in mano una missiva:
A mezzo di questa lettera vi annuncio il mio verdetto. Alla luce di ciò che il vostro stimato e fidato fratello ha portato innanzi la mia regale dimora, con atti scritti e verbali, tramite testimonianze di chi ha assistito al fatto compiuto, non posso che esprimermi favorevole al vostro tanto desiderato duello contro sua Signoria il Marchese Basile II, in quanto egli ha recato disonore alla vostra famiglia, ma macchiatosi anche di un reato ben si più grave del singolo onore, egli verrà punito in seguito con la pena di morte. Verrà giustiziato all'alba del terzo giorno dalla ricevuta di questa missiva, con o senza l'avvenuto duello. Egli avrà ciò che la legge indice di fare, quindi fate pure la vostra scelta perchè ciò che v'ho appena scritto è legge.
Re Luigi X di Francia.
Scelta?, cosa c'è da decidere, quel farabutto perirà per mano mia e no per mezzo di un'esecuzione. Assaggerà la lama della mia spada implorandomi lui stesso di porre fine alla sua lenta ma atroce agonia. Madre, Padre adesso finalmente tocca a me, vi vendicherò, lo giuro sul mio onore!
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Il Cavaliere Misterioso
RomanceNel Medioevo la vita non è facile soprattutto per chi come Jaqueline che fa parte di una famiglia di contadini, i quali, per potersi permettere un tetto sopra la testa e dei viveri sono costretti a pagare dei tributi al Signore della terra in cui vi...