Capitolo 27

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Con la luna alle nostre spalle, riprendiamo il cammino, cauti e vigili. 

In sella al suo cavallo e avvolta dal suo corpo, sento i suoi muscoli rigidi, osservo il suo sguardo serio e con i sensi in allerta, mentre ci muoviamo lentamente tra gli alberi, sfruttando ogni angolo buio che ci regalano.

"Tenetevi ben salda a me, una volta presa l'uscita del bosco galopperemo fino a destinazione raggiunta!", dice fermandosi poco prima di raggiungere la vasta vallata.

E solo dopo il mio cenno, schiocca le redini, facendo galoppare il suo destriero più veloce che mai. All'avanscoperta Furious esegue gli ordini silenziosi del suo Cavaliere, che col movimento del suo corpo e col lieve, quasi impercettibile, spostamento delle briglie gli dà. La loro alchimia è sconvolgente, incredibile da capire per chi non ha occhi per vedere, Furious sa esattamente cosa vuole che faccia il suo padrone e di conseguenza il padrone sa di cosa ha bisogno il suo cavallo. All'apparenza tutto tace, ma il loro silenzio racchiude mille parole formulate da fatti e azioni che a noi esterni non è dato conoscere.

La serata ci regala una temperatura mite, con una leggera brezza, ma, che, presa in velocità scombina la mia folta e lunga chioma, e mentre racchiudo i miei capelli nel palmo della mano, osservo lui, impavido e fiero, perfetto nonostante la postura, la velocità e il vento in fronte, nulla lo smuove, rimanendo serio nel proseguire il cammino. Le sue mani, chiuse strette, che tengono le briglie, la mascella contratta, che si intravede tra le bende ed infine i suoi occhi che puntano dritto davanti a lui senza battere ciglio, fanno di lui un essere temerario. A vederlo così chi non si innamorerebbe di un uomo simile, ma se penso alle parole che con la sua bocca mi ha rivolto, cado nello sconforto. Come possono due labbra così invitanti, morbide e piene proferir tali maldicenze e come posso ancora desiderarle con così tanto ardore nonostante tutto?!

In preda ai miei pensieri, percorriamo i confini del feudo fino a raggiungere un luogo mai visto e mai oltrepassato prima, dove in una risaia abbandonata sorge una cascina, ricoperta da piante rampicanti, trascurata e logorata dal tempo e dalle intemperie, ed è proprio qui che fermiamo la nostra corsa.

"Qui non ci troverà nessuno!", esclama facendomi strada al suo interno.

Con mia sorpresa, l'interno è differente dall'esterno, se al di fuori appare abbandonata e lugubre, dentro è accogliente e calda, calore proveniente da un focolare acceso. Mi guardo intorno, le finestre sono sbarrate da spesse assi di legno; per chiunque passi nei dintorni sarà difficile notare la nostra presenza al suo interno, per il resto i mobili non sono malconci, vi è una branda posta al muro sotto una finestra vicina al caminetto, un tavolo con due sedie al centro della stanza e altri quattro pezzi di arredo sparsi qua e là. Si vede benissimo che sono stati messi lì senza un criterio o un filo logico, pezzi diversi l'uno dall'altro, di pregio e non, colori e forme differenti, usati solo per svolgere un compito ben preciso, dare asilo ad un cavaliere.

"Questo è il vostro rifugio?", chiedo intenta ad osservare in giro.

"Si!", risponde schietto.

"Per quanto tempo drovò rimanere qui?", domando

"Fino a quando tutto questo non finirà", risponde togliendosi il mantello, posandolo su una poltrona posta in un angolo.

"Che cosa?", domando ancora allarmata, "Non penserete che io stia qui zitta e buona per chissà quanto tempo!"

"Non mi aspetto nulla da voi, so per certo che non mi renderete vita facile....", esclama massaggiandosi le tempie, "....Sta a me il compito di farvi stare zitta e buona!", dice avvicinandosi con sguardo intenso.

Da far venire i brividi, il mio corpo si sveglia ogni volta che lui posa i suoi occhi su di me, le mie guance si colorano e la mia mente inizia a viaggiare con la fantasia. Si avvicina ancora e ancora, fino ad arrivarmi di fronte, con lentezza e con sguardo fisso su di me, inizia a sciogliere le bende, mostrandomi finalmente il suo volto. Una visione, i miei occhi si muovono lesti in ogni centimetro, da tempo desideravo guardarlo, prima mi limitavo a rubare ogni piccolo dettaglio che riuscivo a carpire, mentre ora è qui, davanti a me, zigomi, mascella e labbra pronunciate, viso, naso e occhi perfetti, non c'è un dettaglio in lui di cui io non ne sono affascinata. E' perfetto, e mentre io mi beo, lui continua a spogliarsi, strato dopo strato, toglie tutti gli indumenti del suo travestimento, rimanendo in camicia, in parte aperta, formando una V, mostrando l'inizio del suo petto muscoloso, e con il pantalone che lascia poco all'immaginazione.

A bocca aperta estasiata da lui non riesco a formulare nessuna frase, nenanche un suono stridulo esce dalla mia bocca, e lui sempre lì, vicinissimo, senza distogliere i suoi occhi dai miei. Ho un'irrefrenabile voglia di toccarlo e baciarlo, ma il mio orgoglio ferito mi impone di stare sui miei passi, ma la cosa sconvolgente e che è lui a fare la prima mossa.

Con la sua mano calda inizia a toccarmi il viso schiudendo le sue labbra, mandando in frantumi quella poca freddezza che mi ero prefissata di mantenere, pian piano si avvicina ancora di più e abbassandosi mi ruba un bacio. Gesti, i suoi, che mi confondono, prima mi vuole, poi ancora mi allontana denigrandomi e adesso, invece, mi bacia con trasporto e passione, come se fossi un'esigenza, come se fossi l'aria stessa necessaria per dargli vita.

Mi stringe a se con forza e possesso, senza darmi modo di sfuggirgli; ma tanto, a chi voglio ingannare, l'ultima cosa che voglio in questo momento è stargli lontana. Dolore e amore, lui questo è, e io non so fuggire. Ancora una volta mi abbandono a lui, baciandolo con trasporto e con tutto l'amore che provo per lui, senza pensare a domani, pensando solo a noi, in questo istante. Davanti lo schioppettio del camino la nostra passione lotta per venire fuori, il suo tocco si fa più intenso, posandosi sulle mie spalle ancora vestite, per poi bloccarsi.

Lo guardo negli occhi, "Non indugiate....", dico slacciandomi la fascia in vita, "Anche se solo per questa notte voglio essere tua!"

Dopo le mie ultime parole i suoi occhi si dilatano e le sue labbra si impossessano delle mie, con foga ci spogliamo delle ultime vesti e con la luna splendente in cielo, circondata dal silenzio della notte, dono il mio cuore e il mio corpo a lui, al Cavaliere Misterioso.

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