Capitolo 29

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Stèphane: Il Cavaliere Misterioso

Quella donna è come un fiume in piena, non smetterà mai di fare domande, come non smetterà mai di provocarmi. Il vero problema è, che è proprio questo quello che mi affascina di lei, a vederla pare un fanciulla calma e indifesa oltre che attraente, ma poi ti stupisce facendo uscire la sua imprevedibilità e la sua curiosità, sprezzante del pericolo, non le importa a cosa va incontro pur di raggiungere il suo obiettivo. Se solo penso a quante ne ha passate stento a credere che sia ancora in piedi pronta a lottare.

Con i pensieri e la confusione in testa galoppo con il mio fedele amico. Mai mi era capitato di avere la tormenta nel cuore, mai mi era capitato di indugiare o di chiedermi se ciò che sto per fare sia giusto, o meglio, che sia ciò che veramente voglio.
Tra poco mi incontrerò con Dominique nel nostro posto segreto, oltre i confini del feudo, e lì sarà deciso il momento fatidico. Maledico il giorno in cui ella si è imbattuta nel mio cammino, maledico me stesso, per averla salvata anziché andarmene per la mia strada, perché dal giorno in cui i miei occhi si sono trovati dentro i suoi, sono stato ammaliato da quei capelli rossi, incantato dal suo dolce profumo ed assistendo da protagonista ai suoi cambiamenti d'umore, tutto è cambiato, adesso temo di non fare ritorno da lei, ma soprattutto da quando ho visto lei e Dominique insieme, notando il suo interesse per lei, odio il pensiero di saperla vicino a lui.
Lei è mia!

Scuoto la testa per abbandonare simili pensieri, non posso, ora, indugiare su ciò che programmiamo da anni. Un Cavaliere porta sempre a termine il compito prefisso anche a costo della propria vita. Lo devo a mio padre, macchiato di una morte senza onore, causata da un duello vile, non eseguito secondo le regole del Re, morto a causa di un inganno, con la lama della spada piantata sulla schiena; e lo devo a mia madre, morta tra le mie braccia, e non passa giorno che io non maledico me stesso per non averla salvata contro degli uomini che avevano il solo compito di sterminarci tutti. Immagini che restano indelebili nella mente di un bambino, quale ero, immagini che mi hanno covato l'odio dentro e causato incubi dai quali non ho scampo se prima non soddisferò la mia vendetta. I suoi occhi e il suo ultimo respiro li porto sempre con me in modo da non dimenticare, perché, per chi ha la sfortuna di sopravvivere non resta che questo, ricordare.

Arrivo davanti la Chiesa saccheggiata, abbandonata e sconsacrata anni addietro, che ora usiamo come covo. Il sole è alto in cielo e di mio fratello ancora non vi è traccia.
Dove sei finito Dominique!

Mi siedo su una roccia incastrata sul terreno, mentre Furious si ciba indisturbato, poco lontano da me, di quello che la terra gli dona. Tante volte mi è capitato di stare solo e di aspettare, senza lamentarmi, in fondo la solitudine mi ha sempre accompagnato da allora fino ad oggi, ma adesso sto in pensiero. L'ho lasciata sola parecchie ore fa, chissà cosa starà facendo, chissà se sarà ancora arrabbiata con me e al solo pensiero sorrido, chissà cosa la sua testa sta preparando per farmela pagare, già non vedo l'ora di scoprirlo, non vedo l'ora di rivederla e di stringerla tra le mie braccia, beandomi del suo calore e della sua pelle morbida.
Mi manca!

Sta quasi per tramontare, quando sento il suo cavallo avvicinarsi, "Finalmente!, iniziavo a pensare che ti fossi perso", dico in tono piccato a mio fratello.

"Perdonami, ma dovevo assicurarmi di non avere nessuno alle calcagna", risponde lui guardandosi in torno, "Lei dov'è?", chiede subito dopo.

Io sento subito la rabbia impossessarsi di me, "Non é qui!", dico in tono duro.
Al ché lo vedo guardarmi dubbioso, "È al sicuro nel luogo dove andrai a prenderla quando tutto sarà finito!"

E mentre vedo lui rasserenarsi io, invece, brucio di rabbia e gelosia, stringendo i pugni cerco di cammufare questi sentimenti, girandomi di spalle e iniziando ad entrare nella Chiesa seguito da lui.

"Che novità porti?", chiedo dandogli ancora le spalle.

"Il Re sta esaminando le prove che gli ho portato, manderà un messo da te all'alba per indire la sua decisione", esclama sedendosi su una panca rilassandosi.

Io mi volto e lo guardo fisso, "Quanto ancora devo aspettare!", dico alzando il tono di voce, "Dovevi tornare con una risposta, non tardarla dannazione!", esclamo dando un calcio ad una sedia, facendola ruzzolare più in là.

"Stèphane, calmati", dice alzandosi di scatto, "Anche io voglio vendetta, tanto quanto te!....", dice avvicinandosi, "Non dimenticare che io ero presente alla morte di nostro padre..... e non passa giorno che io non pensi a quel momento, al modo in cui é stato ucciso e al modo in cui sono dovuto scappare per avvisarvi del pericolo, lasciandolo lì, da solo ad inalare l'ultimo respiro", esclama abbassando il viso, nascondendo il suo dolore, "Il Re mi ha assicurato che le prove che gli ho portato bastano per acconsentire ad un duello per spodestarlo del suo ruolo, ma non deve destare sospetti e quindi agire secondo la legge, altrimenti peccherebbe di favoreggiamento!", spiega con calma, misurando ogni parola che esce dalla sua bocca.

La sua risposta non mi consola. Una volta avuta l'approvazione del Re io sfiderò a duello quel borioso d'un Marchese, ma sicuramente farà scendere in campo il suo uomo migliore, Hector. E non sarà facile, ho già combattuto contro di lui, ho avuto modo di misurare la sua forza e ne sono uscito vivo per miracolo.

"Stèphane mi ascolti?"

Mi desto dai miei pensieri e senza rispondere volgo lo sguardo fuori, sta calando la notte e l'unica cosa che voglio è tornare da lei, così, di fretta vado verso l'uscita, "Ci vediamo domani, fino ad allora attieniti al piano!", dico a mio fratello senza guardarlo.

Monto in sella e al galoppo corro verso la mia bella.
Se domani giungerà la mia ora, questa notte è la sola cosa che mi rimane e non voglio sprecare un attimo di più lontano da lei.

"Corri Furious, corri!"

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