Capitolo 20

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Mi ritrovo così a correre lungo corridoi stretti e bui, con lui davanti a me che non accenna a fermarsi, saliamo le scale, giriamo a destra e poi ancora un altro corridoio, ma lui non mi degna neanche di una parola.
Il polso inizia a farmi male, la sua stretta è talmente forte e salda che temo si possa rompere da un momento all'altro, inizio anche ad avere il fiatone e qualche difficoltà a tenere il suo passo.
Finalmente pone fine alla mia agonia fermandosi davanti una porta, che apre all'istante.

"Entrate, svelta!"

La stanza rispecchia molto il gusto del Marchese, mobili e corredo scuri ed estrosi, un letto a baldacchino dalle lenzuola rosse e tendaggi di velluto porpora con inserti dorati, tessuto talmente pesante che non permette l'ingresso di nessuna luce attraverso le finestre, se non fosse per il camino acceso e qualche lume, sarei circondata dall'oscurita. Il tutto è in affinità col suo essere, a differenza, invece, della stanza in cui mi ero sistemata prima che iniziasse il mio calvario, quella era arredata con colori caldi ma tenui, con un mobilio di pregio e di raffinate stoffe.
Più mi guardo intorno e più vorrei che fosse solo un incubo dal quale uscirne il prima possibile.

"Cosa volete da me?", chiedo massaggiandomi il polso.

Lui mi guarda senza fiatare.

"Se pensate che mi donero' a voi siete folle tanto quanto lui!"

Davanti la mia frase lo vedo sorridere, "Un grazie sarebbe gradito!", risponde.

"Grazie per cosa?", chiedo in tono piccato.

"Per avervi strappata a lui, qui, con me non avete nulla da temere!"

"Io non capisco....voi dunque non volete nulla da me?"

"Non ho detto questo...", dice avvicinandosi, "...Dico solo che la mia intenzione era quella di portarvi via da lui, ovviamente siete una donna bellissima....", continua toccandomi il viso, "E io di certo non sono immune alla vostra bellezza!"

La penombra lo rende ancora più bello ma ha anche un qualcosa di familiare.
Il suo viso mi ricorda un'altra persona, una persona con la quale mi sono già trovata in questa situazione, la quale mi ha già toccata così sussurrandomi parole simili.
Ma non può essere lui!
Il suo odio è talmente profondo da non poter condividere la stessa dimora con colui che è la causa della sua oscurità.

"State bene?", mi chiede non vedendo una mia reazione.

"Si, sto bene...", dico staccandomi da lui, "Dicevate?"

Mi guarda perplesso, quasi stupito della mia reazione, "Nulla, vi avevo solo fatto un complimento ma a quanto pare non suscito molto interesse in voi!".

Giurerei di averlo sentito un po' amareggiato ma al momento sono altri i miei pensieri.
"Chi siete?", chiedo senza troppi giri di parole.

"Come?, ve l'ho già detto sono il Duca Dominique...."

"Non mi prendete ancora in giro...", dico interrompendolo, "Non credete che ne abbiamo passate tante da poter gettare le maschere finalmente?"

"Non capisco!", risponde sempre più ignaro.

Più lo guardo e più il dubbio si impossessa di me, i suoi occhi sono diversi eppure i lineamenti del suo viso sono talmente simili e poi così si spiegherebbero tante cose, ad esempio, come fa sempre ad intervenire nel luogo giusto al momento giusto.
Guardo la sua postura, avvicinandomi leggermente per capire se anche l'altezza combacia, mentre lui è lì, fermo e immobile, con gli occhi sgranati, vestito di tutto punto, pantaloni aderenti grigi, i quali fasciano benissimo le sue gambe muscolose, seguiti da stivali ai piedi e da una camicia a sbuffi bianca, coperta da un guarnazzone di velluto verde allacciato da davanti, in modo da far risaltare il suo fisico statuario e per finire il lungo mantello ducale rosso.
A vederlo così i miei dubbi diminuiscono.
Sembra proprio lui!

Continuo ad avvicinarmi sempre più seguita dai suoi occhi verdi, brillanti e indagatori.
"Baciatemi!", esclamo non appena sono a portata delle sue labbra.

L'unico modo che ho per avere la certezza è proprio questo.
Baciarlo.

"Come dite?", chiede preso alla sprovvista.

"Baciatemi, se non avete nulla da nascondere....baciatemi!", insisto.

La sua espressione incredula si fa seria, con le mani mi tiene le spalle, avvicinandosi lentamente fino a sfiorarmi le labbra.
"Non volevo che succedesse così!", risponde tirandosi indietro, "Perchè volete che vi baci?", chiede camminando per la stanza.

"Perchè voi invece non volete baciarmi?"

"È questo il punto...", dice avvicinandosi a me, "Entrambi vogliamo farlo ma con motivi differenti....qual'è il vostro?"

"Capire!", rispondo e subito dopo avvicino le mie labbra alle sue.

Labbra indubbiamente invitanti e morbide, ma di certo non sono come quelle del masquè, il suo bacio era più travolgente e passionale, mentre questo è delicato e dolce.
Non è lui!
Tutto questo non so se mi provoca sollievo oppure tristezza.
Ancora non so chi sia l'uomo che mi ha rubato il cuore senza averne fatto ritorno.

Mi stacco da quel bacio rivelatore al quanto scossa e triste, col capo chino chiudo gli occhi in cerca di tranquillità, troppe cose sono successe in così poco tempo da avermi fatto perdere il lume della ragione.

"Chi è?", chiede con voce profonda interrompendo i miei pensieri.

"A chi vi riferite?"

"Chi credevate che io fossi?", parla da uomo ferito.

Vederlo con quello sguardo duro, quando poco prima i suoi occhi si posavano su di me dolcemente, mi fa sentire un mostro.
Non dovevo fargli questo!
La mia mente mi gioca brutti scherzi e io finisco col farmi del male e farne anche a chi mi sta vicino.

"Qualcuno che farei bene a dimenticare!", rispondo con sguardo vuoto, indirizzato ad un punto qualunque, ma non a lui. Non ho il coraggio di guardarlo.

"Fatelo con me!"

La sua risposta mi spiazza, un altro uomo dopo essere stato ferito nell'orgoglio probabilmente mi avrebbe punito nel più barbaro dei modi.
Lui invece è lì davanti a me, che si concedende in tutto e per tutto.
Perché?

"Non so per quanto tempo vi ho osservata lungo quel fiume prima di decidermi di avanzare verso di voi...", accorcia ancora una volta le distanze tra di noi, "I vostri capelli rossi come il fuoco, i vostri occhi azzurri e la vostra pelle chiara, così delicata...", con la mano mi sfiora il collo, "Calda e soffice come la seta...", il suo tocco è delicato ma ugualmente percettibile, tanto da provocarmi brividi di piacere. Chiudo gli occhi abbandonandomi alle sue mani, "E poi le vostre labbra...", la sua voce è roca e il respiro sempre più pesamte, mentre con il pollice ne accarezza il contorno, "Mi avete fatto compagnia per molte notti e adesso che siete qui in carne e ossa fateli diventare realtà!"

La sua è più una supplica. Il suo viso sfiora il mio, le sue pupille sono dilatate, tutto il suo corpo mi urla quanto mi desidera e io ferma immobile a cercare parole giuste da dire.

"Perdonatemi!", sussurro sfiorando le sue labbra, "Mai come adesso vorrei essere vostra, ma non posso!"

Lui sussulta. Si sposta leggermente volgendo i suoi occhi sul letto, vedo la sua mascella irrigidirsi, lo sento sospirare per poi voltarsi di nuovo verso di me con sguardo distaccato e rigido

"Capisco, ma a meno che non vogliate dormire per terra, ci toccherà comunque dividere il talamo!"

Non mi lascia nemmeno il tempo di ribattere che mi volta le spalle dirigendosi verso la vasca da bagno.

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