"Voi?", esclama stupito, "Cosa ci fate voi qui?"
"S-siete ferito", dico avvicinandomi con cautela, "Voglio solo aiutarvi"
"Non ho bisogno di aiuto, andatevene via!", risponde abbassando la spada e tornando a toccarsi la ferita.
Lo sento lamentarsi e lo vedo brancolare nel buio, sarà anche un esperto spadaccino ma di certo non sa come curare certe ferite.
È impacciato e goffo, il vederlo così è esilarante, tant'è che non riesco a trattenere un sorriso.Lui si volta di scatto, visibilmente accigliato, "Cos'è, adesso vi prendete gioco di me?"
"Oh no!, perdonatemi!", abbasso lo sguardo per l'imbarazzo, "Non volevo mancarvi di rispetto, il fatto è che si capisce benissimo che non sapete cosa fare, lasciate che vi aiuti", dico ormai di fronte a lui.
I suoi occhi sono l'unica cosa che riesco a vedere del suo viso e in questo momento so per certo che mi sta studiando, forse vorrà essere certo che non ho l'intenzione di ucciderlo, o almeno credo.
Grazie alla luce del sole riesco finalmente a dare un colore ai suoi occhi, sono scuri, di un marrone intenso che a furia di guardare hai la sensazione di perderti nell'oscurità stessa, ti senti persa, galleggi nell'ignoto, quindi per evitarmi brutte figure decido di distogliere lo sguardo e così abbassandolo vedo ciò di cui ho bisogno. Le erbe che sono cresciute vicino ad un albero abbattuto sono ideali per il tipo di ferita che devo curare, così mi appresto a raccoglierne qualche foglia."Mi daresti il tuo pugnale?", chiedo mentre raccolgo le foglie.
"A che vi serve?"
"Devo staccare un pezzo di corteccia che mi servirà come base da lavoro!"
Lui non risponde, ma si sfila il pugnale dagli scarponi e si avvicina, con difficoltà si china ma abilmente stacca un bel pezzo di corteccia per poi voltarsi soddisfatto verso di me.
"Ogni vostro desiderio è un ordine!", dice tornando al posto di prima.
È stato breve ma posso giurare di averlo sentito sorridere, e io come una stupida anziché arrabbiarmi per l'essere stata schernita, sorrido a mia volta, sono senza speranze.
Alzandomi raccolgo anche un ramo che mi servirà per ridurre in poltiglia le erbe in modo da creare un unguento da spalmare sopra il taglio, così armata di pazienza inizio a picchiettare sulle foglie, mentre lui dietro di me sbuffa e cammina spazientito.
"Insomma!, ne avete ancora per molto?", sbotta
"Finito!", rispondo alzandomi e alquanto soddisfatta gli mostro il risultato.
La sua faccia esprime a pieno il suo pensiero, è titubante e poco fiducioso, "Siete sicura? Non ha un bell'aspetto!", lo vedo avvicinarsi di più all'ungamento con il viso, "Neanche un buon odore!"
"Beh!, lo ammetto non dà una bella impressione ma vi assicuro che ha ottime doti curative, fidatevi!", gli parlo guardandolo negli occhi cercando di infondergli sicurezza e fiducia.
Lo sento sbuffare e lo vedo tenersi le tempie, stanco e forse anche un po' esasperato, "E sia, ma non fatemene pentire!", mi avvisa.
"Non succederà!"
Immediatamente, senza troppi indugi spalmo la poltiglia nella sua ferita, il suo corpo è caldo, anche troppo, la temperatura corporea sta salendo, segno che la ferita è infetta e che devo fare in fretta, la sistemo con cura lungo tutto il taglio, dopo raccolgo una grande foglia che adagio sopra, immediatamente con i denti strappo dei pezzi di stoffa dalla mia gonna e li lego intorno alla sua vita.
"Fatto!", esclamo
Lui si tocca la parte lesa, tastando adagio, mentre io mi perdo nell'osservare ogni suo movimento, avevo ragione quando immaginavo le sue spalle, sono larghe, muscolose e ben definite, così come anche le sue braccia e i suo pettorali, scendendo vedo l'addome piatto e scultoreo e subito mi rendo conto di averlo toccato per un lungo tempo poc'anzi e inevitabilmente sento le mie guance infuocati e istintivamente dalle mie labbra esce un gridolino che affretto a sopprimere con le mani.
A quel punto lo vedo voltarsi verso di me."Come fate a conoscere certe cose?", chiede incuriosito.
"Ho imparato dalla vedova Annette!"
Lo vedo ancora scettico, la mia risposta non lo soddisfa, quindi continuo, "Da piccola mi ammalavo spesso e i miei genitori mi portavano da lei, essere poveri non aiuta..."
Sento i suoi occhi su di me e la cosa mi mette soggezione, così decido di distrarmi raccolgliendo quel che è rimasto dell'unguento, "Sapete, lei è la guaritrice del luogo, conosce ogni segreto e ogni trucco per curare qualsiasi cosa", faccio spallucce, "Segreti che io abilmente ho memorizzato nella mia mente"
"Capisco!", dice avvicinandosi, "Dunque non resta che ringraziarvi"
È vicino, troppo vicino, sento il suo respiro, riesco, nonostante la stoffa che lo copre, a delimitare il suo viso, a tracciare il contorno delle sue labbra e al tempo stesso a sentirmi assetata, sento le mie labbra secche, che istintivamente inumidisco con la lingua. Soggiogata dalla sua presenza il mio respiro diventa corto e anche se la temperatura è quasi invernale inizio a sentire caldo, ma nonostante tutto ciò non voglio e non posso smettere di guardarlo.
Tanto è l'interesse nei suoi confronti che senza accorgermene le mie mani salgono fino al suo viso fino a sfiorargli le bende, senza alcun risultato perché lui mi blocca immediatamente entrambe le mani e con la forza del suo corpo mi spinge contro il tronco di un albero, adesso sì che mi sono persa."Non lo fate mai più!"
La sua frase mi respinge, ma allora perché ho la sensazione che la sua voce voglia dire tutt'altro, guardo ancora i suoi occhi e non vi leggo più fastidio e distacco ma curiosità e interesse, le stesse cose che provo io per lui, così nonostante le sue mani stringono i miei polsi, nonostante il mio corpo prigioniero del suo e nonostante le bende faccio una cosa che mai avrei pensato di fare. Lo bacio.
Le sue labbra piene e soffici, calde e invitanti mi proiettatano su un'altra realtà, la sua realtà, così lui in un gesto inaspettato trasforma un casto bacio in qualcosa di più, alzandosi leggermente la stoffa e liberando le sue labbra, si lascia andare anche lui, mi libera le mani e le avvolge attorno alla mia vita stringendomi forte a lui, mentre io con le mie salgo lentamente le sue braccia fino ad arrivare al suo collo, il quale avvolgo e spingo verso di me.
In questo momento non mi importa più la sua identità, in questo momento mi lascio trasportare dalla passione che mi trasmette.
In questo momento è tutto ciò che voglio, uno sconosciuto che per la prima volta mi sta facendo sentire una vera donna.
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Il Cavaliere Misterioso
RomanceNel Medioevo la vita non è facile soprattutto per chi come Jaqueline che fa parte di una famiglia di contadini, i quali, per potersi permettere un tetto sopra la testa e dei viveri sono costretti a pagare dei tributi al Signore della terra in cui vi...