La risposta è sempre stata davanti ai miei occhi e nonostante tutto, ancora, stento a crederci.
Resto immobile, intenta a guardare quel dipinto mentre Dominique mi circonda col suo silenzio, dandomi ancora le spalle, con lo sguardo rivolto verso il sole che è ormai sorto.
L'alba di un nuovo giorno è giunta e con essa una nuova realtà, con la quale non so come rapportarmi. Ci sono ancora tante domande senza risposta, ma che al momento non sono più così tanto sicura di volerle conoscere, come non sono neanche più convinta che il loro scopo possa giovare a tutti
quanti noi, oppure, quasi sicuramente, farci sprofondare nel baratro."Adesso che avete la risposta mi date ciò che cerco?", dice rompendo il silenzio.
Io con tutta risposta mi guardo in giro come in cerca di un segno o di qualsiasi cosa in grado di aiutarmi a capire se è davvero la cosa giusta consegnare nelle sue mani quel diario.
Ma ancora una volta i miei occhi ricadono sul quel dipinto che ancora adesso stringo tra le mani, e credo che non sia un caso, il fatto che io sia stata salvata diverse volte da quel bambino raffigurato con estrema maestria, donandogli quella profondità nello sguardo rendendolo ai miei occhi così familiare e così dannatamente irresistibile, come non lo sia stato il ritrovarmi in questa stanza, e che sia stata proprio io a ritrovare quel diario. Se dietro a tutto questo c'è un disegno, io di sicuro ne faccio parte.
Quindi alla luce di ciò adagio il dipinto dove l'ho trovato e mi dirigo verso il baule dove ho riposto il diario.
Lo prendo e lo consegno a Dominique."Ecco tenete, è vostro di diritto!", dico credendoci davvero.
Lui lo prende con sguardo grato di tutto ciò, toccando l'involucro come se stesse toccando le stesse mani di sua madre intenta ad aprirlo. Scena davvero toccante alla quale preferisco allontanarmi, non voglio essere coinvolta più del dovuto, se questa storia dovesse andare a finire male vorrei essere lucida per poter scegliere da che parte stare.
"Grazie!", sussurra, mentre lo sfoglia.
Ferma vicino la porta lo vedo indugiare pagina per pagina, fino a quando non ricade la fantomatica lettera, ancora sigillata e ben custodita.
Sul retro scritto con l'inchiostro nero vi è inciso il destinatario, che lui si appresta a leggere, mentre il suo sguardo diventa man mano sempre più pensieroso, i suoi occhi si stringono a fessura, scuotendo la testa come per capire un'enigma vecchio di anni, sventolando la busta tra le mani, che tra un movimento e l'altro anche io riesco a leggerne il nome.Luigi V di Francia, il Re, il solo e unico regnante dell'epoca, la persona a cui chiunque doveva e, deve ancora oggi, far riferimento senza alcuna distinzione di ceto. Davanti la sua regale figura ognuno di noi è inferiore e tutti, secondo la legge, possiamo essere puniti ma anche ascoltati da lui.
Ora cosa contenga quella lettera è un'incognita ma qualcosa mi dice che, se è una prova che Dominique stava cercando, quella che stringe tra le mani ne ha tutte le sembianze.Mangiato dal dubbio lo vedo sistemarsi meglio davanti la finestra, alzando la busta e mettendola davanti i caldi e lucenti raggi del sole, una volta fatto ciò, si intravedono chiaramente alcune parole al suo interno, e
lui attento e concentrato, con il corpo immobile privo di movimento, si limita a leggerne il contenuto e sicuramente anche a pensare alla prossima mossa da compiere.Tant'è che di punto in bianco si volta di scatto verso di me, "Seguitemi!", mi ordina con voce ferma e sicura.
Tono che non accetta obiezioni, e
sotto i miei occhi attoniti lo vedo avvicinarsi alla porta per poi aprirla, guardando cautamente fuori."Via libera!, possiamo andare", mi dice facendomi segno di uscire.
"Dove siamo diretti?", chiedo bisbigliando.
"Devo incontrare una persona!", dice schietto.
"E io che ruolo ho in tutto questo?", chiedo temendo che una volta che ha ottenuto ciò che voleva, adesso mi consegni tra le mani del Marchese.
"Nessuno, devo trovare il modo per farvi scappare!"
La sua risposta mi spiazza e mi rasserena al tempo stesso.
Continuiamo a camminare, usciamo dell'ala ovest senza alcun imprevisto e iniziamo a scendere.
Il luogo diventa sempre più lugubre e buio, oltre che familiare, dato che è stato il primo posto in cui ho aperto gli occhi subito dopo il mio rapimento, ritrovandomi quindi per questi luoghi umidi e freddi.
I sotterranei non hanno la mia ammirazione, questo è certo, come lo è anche il fatto che non è questo il posto designato per l'incontro, benché continuiamo a scendere, fino ad arrivare dinnanzi una stanza priva di uscite."E adesso?", chiedo infreddolita.
"Dovreste averlo capito ormai. Niente è quello che sembra!", dice tastando la fredda pietra.
Fino a quando un passaggio non si rivela davanti ai miei occhi.
"Come avete fatto?", chiedo stupita."Questa era la mia dimora, dimenticate?", dice con aria saccente, "Nonostante il tempo trascorso ne conservo ogni ricordo e di conseguenza ogni segreto!"
Lo seguo attraverso il buio e stretto corridoio fino ad arrivare ad una grotta.
L'acqua che ho sempre sentito nella prigione proveniva da qui, dalla piccola cascata che scende nelle fondamenta del castello.
Il gioco di acqua e luce riflessa, regala uno spettacolo gradevole agli occhi, la frescura e l'aria pura che si respira qui è incredibile."Bello vero?", chiede sorridendo sornione.
"Esattamente!", rispondo, "Non ho mai visto cotanta magia in un solo luogo!"
"Stessa cosa che penso di voi", dice venendomi vicino e accarezzandomi il viso, "Mai vista tanta bellezza e purezza racchiusa in un solo essere, voi avete il potere di stregare i cuori di chiunque vi abbia incontrata nel suo cammino!"
Ancora una volta mi ritrovo inchiodata dai suoi occhi, che mi osservano con fermezza, e ancora una volta mi ritrovo a pensare che mi sono innamorata del fratello sbagliato.
"Dominique....", inizio a dire con sguardo carico di amarezza, "Io sono davvero...."
"Jacqueline....", dice interrompendomi, "So già cosa vorreste dirmi, ma vi prego abbiate pietà per questo povero cuore che non può smettere di battere se non per voi...."
La sua voce diventa roca e i suoi occhi puntano in modo famelico le mie labbra, "Perdonate se non posso smettere di amarvi e di rinunciare a voi, vi posso assicurare che mi basta una vostra parola, mi basta anche sapere di avere una piccolo possibilità con voi, per lottare con tutto me stesso pur di avervi, anche se questo vuol dire mettermi contro il mio stesso fratello!"
Parole forti e al contempo vere, ma tutto questo non mi lusinga, non voglio rovinare o inclinare il rapporto che c'è tra loro.
Il piano di vendetta che hanno messo in atto avrà richiesto molto tempo e concentrazione e solo adesso capisco cosa intendeva le masquè quando mi ha allontanata perché per lui ero una distrazione. In gioco ci sono le loro vite e io devo eclissarmi se li voglio aiutare."Io non posso, non posso stare con nessuno di voi!", dico.
"Non capisco!", dice dubbioso.
"Dimenticatemi e avrete salva la vita!"
Io ho l'ultima parola perché dei passi in avvicinamento bloccano Dominique dal rispondermi.
Mi volto e vedo un'ombra, ma so già di chi si tratta.
STAI LEGGENDO
Il Cavaliere Misterioso
RomanceNel Medioevo la vita non è facile soprattutto per chi come Jaqueline che fa parte di una famiglia di contadini, i quali, per potersi permettere un tetto sopra la testa e dei viveri sono costretti a pagare dei tributi al Signore della terra in cui vi...