8. 48° spedizione oltre le mura

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-Quante zollette mangia quest'essere? – domandai al caposquadra Dieter, sorridendo al mio destriero dal manto beige.

-Sei la padrona del cavallo più goloso della Legione, Claire – egli rispose, accarezzando l'animale. –Sai già a che squadra sei stata assegnata?

Era il dubbio che mi portavo avanti da quella mattina. Non solo, dopo il mio risveglio, un'atroce paura mi aveva fatta sentire una sorta di cadavere vagabondo, ma pregavo affinché mi avessero assegnato alla squadra giusta.

-In realtà ancora no – rivelai.

Il caposquadra esaminò una pergamena su cui, da quanto avevo dedotto, erano riportati i nomi di tutte le reclute. Non appena trovò il mio, aggiunse: -Complimenti, Claire. Tu e Shulz avrete la fortuna di cavalcare proprio al fianco del caposquadra Mike.

La sorte volle che rimanessi nella squadra più lontana rispetto a quella della signorina Hanji. La disposizione dei soldati prevista dal comandante di divisione a quel tempo non era ancora efficace come lo sarebbe stata la celebre formazione ad ampio raggio, da lui elaborata solo qualche tempo dopo, ma prevedeva comunque che il team del caposquadra Mike rimanesse sempre alla sinistra dell'équipe di comando, mentre dalla parte opposta avrebbero cavalcato gli uomini di Hanji.

Nessun contatto tra me e la caposquadra, dunque.

-Delusa? – mi domandò sorridente Dieter –Giusto, la tua amica Ral è stata assegnata all'unità del capitano Levi, non potrete combattere fianco a fianco.

Come se non bastasse, non avrei avuto tantomeno il sostegno di Petra. Mi chiesi quali fossero i criteri secondo i quali le nuove reclute erano state distribuite nelle singole squadriglie, ma era evidente che non sarebbe servito a nulla disperarsi, dato che a distanza di poche ore mi sarei cimentata in uno scontro con i titani.

-Vedrai che andrà tutto bene – mi rassicurò, lasciandomi una pacca sulla schiena prima di tornare dal suo destriero.

Controllai il mio dispositivo di manovra sotto al mantello verde, pregando che, nonostante fosse stato sottoposto a ulteriori controlli obbligatori quella mattina stessa, non presentasse alcun difetto proprio quel giorno; tuttavia, mentre montavo su Edmund, azione che ormai avevo imparato bene a fare a distanza di pochi giorni senza l'aiuto di altri, non riuscivo a rimuovere dalla mia mente il ricordo del mio colloquio di due giorni prima con la signorina Hanji.

Pareva notevolmente eccitata, quella sera, eppure avvertivo un cenno di preoccupazione nei suoi occhi.

-Claire, la verità è che mi dispiace averti messa in questo impiccio – disse, facendomi sedere, come sempre, accanto a lei di fronte la sua scrivania, offrendomi anche una tazza di cioccolata.

-Caposquadra, la mia scelta è stata del tutto arbitraria. Mi assumerò le mie responsabilità quando avverrà il momento.

Non nascondo di aver provato una certa fierezza al proferire quelle parole. Non potevo permettermi di tirarmi indietro come una codarda ad un passo dal giorno fatidico.

-Tesoro, se potessi, ti adotterei! – esclamò euforica. –Dunque, dobbiamo agire con grande scaltrezza. Domattina aiuterai il mio fidato collaboratore Moblit a caricare le mie trappole sul terzo carro della squadra merci. Non deve essere difficile farla franca, a quanto ho capito, nessun soldato di rilievo se ne occuperà.

Il piano di Hanji non aveva mai smesso di intimorirmi, dato che il pensiero che il comandante avrebbe potuto punirmi per aver dato ascolto alla caposquadra non aveva mai smesso di perseguitarmi.

-Ricevuto – dissi, ad ogni modo. –Non mi sembra un'impresa complicata, se è riuscita a coinvolgere anche il sotto ufficiale Moblit.

-Non è stato affatto semplice – sospirò. –Tu spera solamente che Erwin decida di assegnarti alla mia squadra. Non sarà facile attuare il piano se non sei nei paraggi ad aiutarmi, inoltre dobbiamo convincere gli addetti al terzo traino a collaborare con noi... che caos!

Le Ali della Libertà: Cronache di una recluta del Corpo di RicercaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora