12. La ritirata

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Una volta tornati all'accampamento, Hanji andò a informare gli ufficiali della sua grandiosa scoperta, destando preoccupazione da parte di questi ultimi. In particolar maniera, Levi la strattonò, incolpandola di aver messo in pericolo gli uomini dell'Armata, nonostante la missione avesse dato buoni frutti.

Non mi era permesso intervenire, sfortunatamente, ma io fui quella che aveva accompagnato la Caposquadra nella tenda del Comandante (gli altri sistemavano lontano dalla vista dei restanti superiori i particolari congegni da lei inventati) ed ero stata testimone di quegli eventi. 

-Ve lo assicuro. I giganti chiudono le palpebre, riposano come noi! – esclamava Hanji, battendo le mani sul tavolo. –Si consumano come candele quando sono lontani da una sorgente di luce naturale come il sole, e i loro corpi sono freddi, non più bollenti.

Erwin la ascoltava pensieroso. –Se fosse davvero come dite, potremmo continuare le nostre spedizioni anche di notte. Tutto ciò risulterebbe decisamente più semplice – in effetti lui, come i restanti comandanti, si erano da sempre domandati il motivo per cui quei mostri non attaccassero durante le ore notturne, permettendo anche ai soldati di riposarsi. Ciò che dubitavamo era proprio che la fisionomia dei giganti richiedesse la luce del sole per permettere loro il movimento. –Claire, tu puoi confermare quanto riferito dalla Caposquadra Hanji Zoe, vero?

Ero distrutta come Gowri, a stento mi reggevo in piedi, e, trattenendo uno sbadiglio, risposi: -Sissignore. Il classe tre metri che abbiamo avuto modo di studiare sembrava privo di vita non appena è calato il sole. Da come abbiamo potuto constatare io e la Caposquadra col resto del gruppo, ciò significa anche che il sole è la loro unica sorgente vitale, dato che non si nutrono né bevono.

I superiori si guardavano stupefatti, e forse, poiché mi guardavano incerti, temevano che il mio orecchio potesse intercettare anche i loro discorsi. Sfortunatamente, in quel momento a stento riuscivo a captare le parole di Erwin per poter concentrarmi su altro. Non resistevo più, i miei occhi iniziarono a lacrimare dalla stanchezza. Mi mantenni al mantello del Caposquadra Mike in tempo prima di cadere al suolo priva di sensi. L'ansia di star omettendo un particolare fondamentale di ciò accaduto nella missione nel bosco mi rendeva ancora più incapace di assumere un atteggiamento vivace.

-Molto bene – rispose Erwin, rivolgendomi un sorriso. –Puoi raggiungere i tuoi compagni all'interno della torre, Claire. Hai già fatto molto, per oggi, e domani ci aspetta la ritirata.

Mi risvegliai di scatto, mettendomi sull'attenti. –Grazie, Comandante. A domani, allora.

-Buonanotte, Claire. Grazie per il tuo aiuto – mi salutò Hanji, prima che potessi congedarmi dalla tenda per dirigermi dal mio gruppo di amici.

L'accampamento era vuoto e silenzioso. Mi parve che tutto fosse ancora più silenzioso rispetto a prima che calasse il sole. Sembrava di essere all'interno dei territori interni alle mura non compromesse. 

Quasi non avevo voglia di ritirarmi all'interno della torre per stendermi sul prato a osservare le stelle, se il cielo non fosse oscurato dalle nuvole; inoltre, le mie gambe mi pregarono di raggiungere quanto prima il sacco a pelo che, ancora a mia insaputa, Gunther mi aveva preparato accanto agli approvvigionamenti.

-E' ritornata l'eroina! – acclamò Oruo, non appena approdai all'interno della torre.

-Claire, finalmente sei qui! – intervenne raggiante Gunther. –Ma che hai combinato con la Caposquadra?
Petra mi rese un piatto di pasta asciutta precotto, che condivisi con un affamato Erd. –Abbiamo scoperto che i giganti dormono.

Tutti rimasero a bocca aperta. –In che senso dormono?

-La loro fisionomia risente negativamente del buio – spiegai, rubando il contenuto del piatto prima che potesse farlo il ragazzo biondo. –Questo spiega il motivo per cui non ci attaccano di notte. Non si nascondono né spariscono, semplicemente si fermano lì dove sono con gli occhi chiusi a schiacciare un pisolino.

Le Ali della Libertà: Cronache di una recluta del Corpo di RicercaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora