10. Strategia

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Sfilai da un taschino della giacca un frammento di cracker, con il quale premiai il mio famelico cavallo. Edmund non attese un solo secondo a divorare quanto gli avevo offerto, e accidentalmente la mia mano finì nella sua bocca con il cibo.

-Che maiale! –brontolai, dandogli un buffetto sulla criniera.

-Piano piano stai riuscendo ad ottenere la stima del capitano, visto? – ridacchiò la mia compagna, salendo sul suo destriero.

-Lo spero. È già tanto che abbia acconsentito ad attuare il mio piano.

Petra si fece subito seria, anzi, quasi si rattristò. –Claire, devo chiederti scusa, per prima. Non so cosa mi sia successo, ho quasi avuto paura di dover affrontare quel mostro, e volevo tirarmi indietro. Ho perso di vista il mio obiettivo, mi sono comportata da codarda.

Le sorrisi amorevole, imitando il suo solito comportamento nei miei confronti. –Ma che dici? Non è vigliaccheria, è consapevolezza. Ma io credo che la nostra missione, qui, sia rischiare il tutto e per tutto a qualunque costo. Non vedevo altre vie d'uscita, se non mettere in salvo la torre da quel mostro prima che attaccasse la Legione, per questo ho pensato di sfruttare le nostre abilità per abbatterlo il prima possibile.

Ella annuì, e il suo volto, poco dopo, divenne raggiante. –Hai ragione, Claire. Sei stata fenomenale ad attuare un piano in un momento di tanta tensione – esitò qualche attimo, poi mi sorrise di nuovo. –Grazie per avermi fatto capire il senso di tutto ciò.

Stava esagerando la situazione, pensai, eppure non mi dispiacque aver ottenuto la sua stima, oltre quelli del capitano. –Non c'è di che, Petra. E, non preoccuparti, non dirò all'intera Legione che tu e Oruo ve la siete fatta sotto durante la vostra prima spedizione.

Petra si incupì di nuovo, vedendo avvicinarsi Gunther e Erd. –Davvero è successo? – rimase impietrito quest'ultimo. –Buono a sapersi!

-Non temere, -aggiunse l'amico, -ci preoccuperemo noi di farlo sapere a tutto l'esercito.

La mia compagna era rossa, così anche Oruo, che sistemava il suo cavallo dietro il destriero della ragazza con fare indifferente.

-Come se voi non vi foste lasciati intimorire... Vi ricordo che io ho dato il colpo di grazia a quell'essere. Per la seconda volta!

Gli tirai una gomitata nelle costole. –E' stato merito di tutti, soprattutto del capitano – spiegai. –Smettila di vantarti per queste scemenze, la gloria non si conquista con così poco, caro Oruo.

Mi liquidò con una smorfia, prima che venissimo incitati ancora una volta dal caporale a montare sui nostri destrieri e avviarci all'accampamento, dove fummo accolti dai restanti membri dell'Armata, impazienti di conoscere il resoconto del nostro incarico nella foresta.

Se fossi rimasta da lontano a osservare la scena, probabilmente avrei riso: il gaio gruppo di reclute stava facendo ritorno insieme al caporale maggiore in tutta tranquillità e naturalezza dopo aver abbattuto quel colosso che, poco prima, si stava dirigendo con foga verso l'accampamento.

Udii un bisbiglio continuo, non appena avemmo raggiunto la base con i nostri cavalli. Galoppando con fare serio a passo d'uomo, sono felice di poter finalmente rivelare quanto mi sentissi orgogliosa del mio piano, attuato con estremo rigore dai miei amici più cari e approvato persino dal migliore soldato dell'esercito.

-Abbiamo sconfitto l'anomalo che si stava dirigendo qui – mentre scendevo da cavallo, Levi fece rapporto, ancora sopra il suo destriero, a Erwin. Il suo sguardo si soffermò poi su di me. –Penso non ci siano altri titani nelle vicinanze.

Non mi risultò affatto chiaro se quella si trattasse di un'affermazione, oppure voleva sapere proprio da me se l'area fosse protetta.

Non risposi, mi limitai a osservare lui e il comandante, tesa e confusa.

Le Ali della Libertà: Cronache di una recluta del Corpo di RicercaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora