11. L'impresa di Hanji Zoe

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-Eccoti qui, Claire! Non ti dispiacerà seguire me e la mia squadra per una missione di ispezione nel bosco, non è così? – parlò la Caposquadra a voce altissima, probabilmente perché potesse essere ascoltata anche dal Comandante, ancora nei paraggi.

-Hanji, non ti ho dato il permesso di andare a sorvegliare il bosco per mettere in pericolo i cadetti. Tra l'altro, Hares è appena tornata dalla missione con Levi – spiegò spazientito Erwin.

-Non preoccuparti, la riporterò qui tra poco sana e salva – la Caposquadra ignorò le suppliche del Comandante Smith, spingendomi verso la scuderia. –Gli altri si sono già avviati con tutto ciò che ci serve – mi sussurrò. -Devo ringraziarti per aver trattenuto così a lungo Erwin, mi sei stata di grande aiuto.

Non appena fummo montate sui nostri rispettivi destrieri – ero convinta che al termine della giornata Edmund avrebbe deciso di cambiare cavaliere a causa di tutte le fatiche a cui lo stavo sottoponendo – domandai il motivo di quella missione.

-Principalmente, il piano consisterà nella cattura di un piccolo esemplare di gigante – iniziò a spiegare, visibilmente eccitata. –Ovviamente sarà impossibile trasportarlo dentro le mura, non disponendo nemmeno del consenso di Erwin e del resto dell'esercito, per cui vedremo di fare quanti più esperimenti possibili. Tu e parte della mia squadra vi occuperete di tenere fermo il piccolino che prenderemo, siamo intesi?

-E per quanto tempo dovremo aspettare che arrivi un esemplare della giusta taglia?

Ella ridacchiò. –I miei uomini si sono già messi all'opera nella localizzazione, ma il tuo magnifico udito potrebbe rivelarsi all'altezza del fiuto di Mike, in queste occasioni.

Ero incredula di come tutti quei soldati mi stessero valutando addirittura alla loro altezza. L'ansia di deluderli si aggravò ulteriormente.

Inoltre, dopo aver appreso la morte di due tra le venti reclute che si erano arruolate quell'anno nel Corpo, non avevo alcuna voglia di rimanere ad osservare a lungo la nemesi. Un desiderio di vendetta repentino mi aveva da poco posseduta, e altro non volevo, se non vedere qualsiasi esemplare titanico sterminato dalla razza umana.
Eppure, avevo promesso a Hanji la mia disponibilità. Come affrontare la situazione?

-Caposquadra, posso farle una domanda? Lei è l'unica persona così interessata a conoscere quanto più possibile sul nostro nemico. Da cosa è scaturita questa decisione?

Mi osservò attenta e comprensiva. –Capisco quello che pensi. Vedi, Claire, io sono dell'opinione che, se non conosci quanto più puoi riguardo il tuo nemico, difficilmente sarai in grado di abbatterlo. Non appena apprendi qualcosa che può considerarsi assolutamente vitale per lui, ti è più semplice sconfiggerlo, non credi?

Annuii, osservando le briglie di Edmund. –Ma non basterebbe sfruttare i nostri dispositivi e mirare alla nuca senza esitare?

-Be', chi ci garantisce che la nuca rappresenta l'unico punto debole dei giganti? E poi, rimane l'interrogativo su dove essi provengano. Considera che mancano anche di un apparato riproduttore, non ingeriscono alcuna sostanza, se non carne umana, che tuttavia non ha alcun effetto nutritivo su di loro. Magari, cercare una risposta a tutte queste domande sarebbe di estrema rilevanza. Questo è ciò che ho pensato negli ultimi anni, e pochi, prima di me, hanno tentato di andare oltre l'abbattimento di queste creature – continuava a galoppare lentamente, a testa bassa. Pian piano stavo imparando ad abituarmi a quella sua espressione acuta che sfoggiava ogni qual volta fosse intenta in un'intricata riflessione, nella quale tentava disperatamente di trovare la parola che meglio si addicesse al suo discorso. –Voglio scoprire qualsiasi cosa riguardi quegli esseri, darei la vita per poter approfondire le conoscenze del genere umano su di essi.

Le Ali della Libertà: Cronache di una recluta del Corpo di RicercaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora