Bussai debolmente alla sua porta. Non ci tenevo a svegliare i superiori che alloggiavano nei dintorni, ma tantomeno non ero invogliata a darmi per vinta. Levi ci mise parecchio ad avvicinarsi per venire ad apririrmi, eppure, poco dopo, mi rivolse uno sguardo attonito, domandandosi già il motivo per cui mi trovavo davanti la sua camera, in un orario dove ai cadetti certamente non era consentito di girovagare per i corridoi.
-Claire, che ci fai qui? – mi domandò. Già sentire il suono della sua voce risultava per me una grande consolazione.
-Posso entrare? Non ci tengo a ritornarmene al dormitorio – il mio tono era debole e leggermente straziato. Mi tenevo il polso, demoralizzata ma un po' imbarazzata per star supplicando il suo sostegno. –Ti prego, Levi.
Egli liberò il passaggio. Dopo che fummo entrati, chiuse la porta alle sue spalle.
Io mi guardai intorno: mi accolse la solita e noiosa freddezza che dominava quella stanza, odorante di profumi fino alla nausea. Era straordinariamente semplice: un piccolo scrittoio ospitante documenti rigorosamente sistemati era posizionato sulla parete sinistra, preceduto da una poltrona color cremisi. Al lato opposto, vi era un letto grande e immacolato – non era necessario avere la mente scientifica di Hanji per constatare che quasi mai avesse ospitato il suo proprietario – sul quale si adagiava una comune coperta calda in dotazione.
Piuttosto, chiunque vi entrasse, ovviamente dopo aver ottenuto il permesso del padrone della stanza, non poteva mancare di scoprire quel gigantesco armadio in legno che io ero stata costretta più volte a ripulire sotto ordine del capitano: lì si celavano saponi e spolverini di ogni tipo nei ripiani più bassi; in una fascia transitoria erano invece riposti, ancora una volta con una scrupolosità impressionante, i suoi pochi abiti, separando i ripiani più alti, dove vi era custodito il frutto dei soldi da lui ricevuti per i suoi servizi (non che ne guadagnasse molti, per quanto vantasse il titolo di soldato più forte dell'esercito. Un gendarme, all'epoca, continuava a guadagnare il triplo di lui), i diversi contenitori in porcellana in cui egli conservava i suoi amati infusi di tè.
-Allora? Hai intenzione di spiegarmi cos'è successo? – chiese Levi, avanzando nella mia direzione.
Non ebbi il coraggio di guardarlo; avvilita, i miei occhi erano concentrati sul pavimento.
-Si tratta di Petra – cominciai timorosa.
La mia mente tormentata rievocò il ricordo di qualche ora prima, trascorso nel dormitorio sgombero dove la mia amica e io fummo tornate dopo un'estenuante giornata di addestramento. Fin da subito mi era parsa più contrariata del solito, al punto da farmi sospettare che si fosse ferita a mia insaputa sul campo.
Non ho idea del motivo per cui ella avesse scelto proprio quel giorno e quel momento per parlarmene, sicuramente non avrei mai e poi mai sospettato che ella avesse approfittato di quel poco tempo a disposizione in quel vuoto dormitorio per domandarmi in maniera laconica cosa stessi tramando.
-In che senso, Petra? – avevo domandato io, fingendomi ignara.
Ella mi chiese di essere sincera, in modo molto incerto mi domandò il motivo per cui, da qualche giorno, sparivo dalla circolazione all'improvviso, o passavo del tempo eccessivo in compagnia del nostro superiore. In poche parole, mi domandò se effettivamente ci fosse qualcosa tra me e il capitano Levi.
E in quel momento, non lo nascondo, il mio cuore si era fermato. Non avrei voluto che ella lo venisse a scoprire in questo modo, e già temevo che il nostro rapporto sarebbe declinato per una faccenda apparentemente così banale, ma che doveva essere alquanto importante per lei.
- Petra... è veramente complicato da spiegare. Mi dispiace che tu sia venuto a saperlo così – farfugliai. Le gambe mi tremavano, magari uno svenimento, in quell'occasione, mi sarebbe tornato assai utile per uscire da quella situazione deprimente. – So a cosa stai pensando, e anche io farei così, ma, credimi, non giudicarmi senza prima conoscerne la ragion...
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Le Ali della Libertà: Cronache di una recluta del Corpo di Ricerca
Fanfiction[CONCLUSA. CON UNA NUOVA REVISIONE] PREFAZIONE DELL'EDITORE DELLE CRONACHE: Anno 846. Claire Hares si unisce all'Armata Ricognitiva in compagnia della sua migliore amica Petra Ral. Un fato atroce che la attende a casa influenza la sua scelta, ma il...