21. Un'importante rivelazione

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Per quanto mi fosse piaciuto rimanere a dormire lì accanto a Petra, sentivo il bisogno di terminare quella lunga giornata dal mio amato per raccontargli quella lieta novità. Era tardi, ma certamente l'avrei trovato sveglio, forse addirittura si aspettava una mia visita.

Presi lentamente la mia chitarra e, in punta di piedi, mi avviai nell'ala dell'edificio in cui risiedevano gli alloggi dei superiori.

Bussai cautamente alla sua porta. E mentre attendevo il suo arrivo ripensavo a quel dolcissimo abbraccio. Quanto mi era mancata la mia amica, quanto avevo voluto stringerla così forte a me!

Levi aprì la porta, accogliendomi con indosso solo i pantaloni bianchi della divisa e l'imbracatura slacciata per metà, che ricadeva penzoloni lungo le gambe.

Lo guardai senza fiato, arrossii, rendendomi conto che lui, volendo, avrebbe potuto sicuramente indossare qualcosa addosso prima di aprire, invece di presentarsi in maniera così trasandata e inopportuna.

-Ma tu apri così la porta alle persone? – domandai attonita.

-Chi può mai pensare di venirmi a rompere le scatole a quest'ora, se non tu?

Non seppi che credere, la mia attenzione di colpo ricadde sulla sua corporatura asciutta e altamente allenata, nemmeno mi preoccupai che aveva iniziato a guardarmi abbastanza infastidito.

Mi trascinò dentro, non dandomi tantomeno il tempo di tornare nel mondo reale, presa da mille quanto ambigue fantasticherie. Che effetto aveva quell'uomo su di me!

Lasciai la chitarra sul letto, voltandomi per guardarlo di nuovo. Eccetto per il suo solito fare scontroso e burbero, era assolutamente perfetto: la sua pelle bianca come il latte - imperfetta a causa di piccole cicatrici cosparse soprattutto lungo la sua schiena - il cui colore contrastava quello della pietra che portava al collo, sembrava essere di porcellana, i muscoli lo invigorivano ancora più del dovuto. 

I miei desideri da innamorata improvvisamente si erano risvegliati: senza pudore, non mi astengo dal rivelare che avevo una voglia assoluta di aiutarlo gentilmente a liberarsi da quell'asfissiante divisa, di baciarlo fino allo sfinimento. Di fare l'amore con lui in quella piccola e umile stanza, troppo fredda per due amanti. Di colpo mi accorsi di quanto avrei voluto ritirarmi in una piccola casa lontano dalla vita militare per passare ulteriore tempo con lui.

Fui costretta risvegliarmi da quel mondo illusionistico: non ero in quella casetta lontana, bensì in una caserma, pronta a raccontargli quel meraviglioso avvenimento di giusto qualche ora prima.

-Hai qualcosa da dirmi? – notò lui. - Sappi che stasera non ho le forze per tirarti le parole dalla bocca. Se sei venuta solo per disturbarmi, faresti meglio ad andartene.

Gli sorrisi, avvicinandomi lentamente a lui. Una piccola parte del mio cervello mi implorava di rimanere lucida, ma la ignorai del tutto, iniziando a baciarlo con un'immensa foga, un gesto che lo sorprese parecchio, soprattutto quando lo avevo avvicinato a me tirandolo per la collana.

La sua piccola e odiosissima statura divenne molto più fastidiosa. Avrei preferito continuare sul letto, distesa, il suo corpo sul mio. Invece mi limitai a quel bacio carico di passione.

Per quanto inizialmente parve sentirsi imbarazzato, poco dopo Levi cercò di contribuire con la medesima partecipazione. Mi tenne allo stesso modo, prostrandosi quanto più potesse verso di me, le sue mani poggiate sui miei fianchi mi causarono un'infinità di brividi.

Mi mancano le parole per poter descrivere quelle emozioni così forti e intense. Se solo quel bacio fosse continuato per tutta la notte! Ma io e lui avevamo imparato bene a farci bastare quel poco quanto prezioso tempo a nostra disposizione, che consumavamo chiacchierando, ironizzando, ricordando, per cui ero ben consapevole che ci sarebbero state ben altre occasioni per spingerci, se lo desiderassimo, anche oltre.

Le Ali della Libertà: Cronache di una recluta del Corpo di RicercaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora