Jimin era felice quella mattina, felice come non lo era da mesi, forse anni.
Si sentiva finalmente parte di qualcosa, qualcosa che andava oltre le solite classi sociali scolastiche, qualcosa di più alto e potente, eterno.Era persino contento di andare a scuola sebbene avesse educazione fisica e matematica quel giorno.
Aveva una fantastica sensazione.Sentiva che quel giorno sarebbe stato meraviglioso, sarebbe stato il suo giorno perfetto.
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Jimin era davanti al suo armadietto intento a sistemare i libri al suo interno.
Aveva scoperto che quel giorno il professore di matematica era ammalato e la professoressa di educazione fisica si era slogata un polso ergo nessuno dei due si era presentato a scuola, lasciando così non una, ma ben due ore buche alla classe e cambiando così il giorno di Jimin da meraviglioso a perfettamente meraviglioso.
O almeno così pensava prima che qualcuno si appoggiasse violentemente contro l'armadietto accanto al suo facendo spaventare il biondo, che sussultò girandosi."Quindi sei tu quello nuovo, eh?" chiese il ragazzo vicino a lui.
Jimin non fiatò.
Non capiva a cosa si riferisse, ma sopratutto quel ragazzo lo spaventava, e non poco."Sto parlando con te, cane, che c'è, sei ritardato?" continuò lui con un ghigno sulle labbra.
"I-io... io n-non—" mormorò Jimin abbassando lo sguardo.
Non gli piaceva come l'aveva chiamato, l'aveva ferito.
Perché l'aveva chiamato così? Nemmeno lo conosceva!
Sentì gli occhi pungere mentre grosse lacrime cominciavano a formarsi in essi, abbassò lo sguardo cercando di nascondere il suo, ormai, imminente pianto a quel ragazzo."Mi sa che è davvero ritardato!" disse una seconda voce.
Solo allora Jimin alzò lo sguardo notando altri tre ragazzi davanti a sé.Un ragazzo e due ragazze, una dai capelli rosa sbiaditi e l'altra con le labbra rosse come il sangue.
A quest'ultima apparteneva la voce che aveva appena sentito."Oh guarda Kang, hai fatto piangere il cucciolo!" continuò lei a prenderlo in giro.
"Forse dovreste andarci più piano con lui." disse il ragazzo che era rimasto in silenzio per tutto il tempo guardando Jimin negli occhi.
Forse gli faccio pena, pensò lui.
"Ah Mika, sei sempre così dolce con tutti... ma il nostro nuovo amico deve capire chi è in cima alla catena alimentare!" disse "Non vorrai mica che si creda più importante di ciò che non è, pensa, che imbarazzo per lui dopo!" rise quel Kang con il solito ghigno stampato in viso.
"Ah sempre il solito vecchio Kangdae, così in cerca di attenzioni da doversi abbassare ad offendere pur di sentirsi importante, povero" disse una voce avvicinandosi al gruppetto.
Jimin voltò lo sguardo verso il proprietario della voce.
"Yoongi.." mormorò formando una O con la bocca.
"Che diavolo vuoi Min?" sbuffò Kangdae guardando annoiato il ragazzo pararsi davanti al biondo.
"Romperti un braccio più di tutto, davvero, ma se lo facessi finirei in guai seri con Namjoon... quindi mi accontenterò di te e dei tuoi amichetti che sparite e lasciate in pace Jimin." spiegò con un sorriso beffardo in volto il moro.
"Sennò cosa fai, mi mordi?" sbottò l'altro avvicinandosi a Yoongi tanto da sentire il suo respiro infrangersi contro il proprio viso.
"Posso provare, ma non vorrei che mi rimanesse in bocca il sapore di carogna, sai com'è, ho standard piuttosto alto sul cibo" rispose Yoongi, per niente intimorito dal più alto, al contrario di Jimin, che guardava pietrificato i due ragazzi davanti a sé.
"Tu, piccolo insolente stronzetto, giuro che—" iniziò Kangdae afferrando brutalmente il collo della maglia di Yoongi ed avvicinandolo, se possibile, ancora di più a lui, prima che qualcuno li separasse.
"Kang basta ora! Andiamo via prima di finire nei guai di nuovo!" disse Mika spingendo l'amico lontano dal moro.
"Non finisce qui, cane." sputò lui puntando il dito contro Yoongi.
La ragazza dai capelli rosa si tuffò tra le braccia di Kangdae camminando via con lui intento a cingerle le spalle.
Yoongi fece l'occhiolino all'altra ragazza, quella dalle labbra di sangue, facendola sbuffare e seguire la coppia.
Rimase solo quel Mika, che guardò il moro negli occhi.
Yoongi sospirò.
"Sta bene" mormorò semplicemente.Mika annuì apprestandosi a camminare dietro ai suoi amici.
Solo allora Jimin rilasciò il respiro ricordando a Yoongi della sua presenza, il quale si girò di scatto appoggiando le mani sulle sue spalle.
"Tutto bene? Non ti ha fatto nulla vero?" chiese cercando qualche ematoma sul volto del biondo, che, fortunatamente, non trovò.
Jimin balbettò un flebile "grazie", incapace di reggere lo sguardo del moro su di sé.
"Devi solo ignorarli, i vampiri sono degli ipocriti, si credono i re del mondo, quando sono solo dei nonnini" sorrise dolcemente Yoongi.
Jimin annuì nuovamente sentendo le spalle cominciare a bruciare.
"Yoongi hyung! Jiminie! Tutto bene?" chiese Taehyung palesandosi al fianco dei due, con Jungkook dietro di lui.
Yoongi tolse le mani dal corpo del biondo ignorando la piccola scossa sui suoi palmi.
"Sì, solo che Kangdae ha deciso di dare a Jimin il benvenuto nel branco" sospirò Yoongi guardando attentamente Jimin.
"Oh! Jiminie, stai bene, vero?" si preoccupò il bruno.
Jimin annuì nuovamente, non sapeva perché si stava comportando in quel modo, si sentiva strano, stanco.
"Beh devo andare da Hoseok ora, stammi bene Jimin" disse Yoongi passando la mano fra le ciocche color miele del più piccolo.
"Tae, Kook." li salutò poi dando a quest'ultimo una pacca sulla spalla, prima di andarsene con le mani in tasca."I-io... devo andare, scusate" balbettò Jimin cominciando a camminare verso l'uscita della scuola.
Avrebbe perso l'ultima ora ma poco gli importava.
Aveva caldo, caldissimo e stava sudando fin troppo per essere a gennaio."Jimin aspetta!" provò Taehyung ma venne fermato dalla mano di Jungkook intorno al suo polso.
"Lascia stare Tae"
"Ma Kookie, lui—"
"Non hai sentito il suo odore? Sai meglio di me cosa gli sta succedendo.."
Taehyung guardò il biondo correre via con la bocca leggermente aperta per lo stupore.
"Non è possibile... lui non— Yoongi!" rantolò Taehyung incredulo.
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Yoongi svoltò l'angolo e portò lo sguardo sulle proprie mani tremanti.
"Merda!" sospirò appoggiandosi alla parete.
Chiuse gli occhi sentendo il petto infuocarsi.
Poi brividi.