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Jimin aprì pigramente gli occhi stringendosi le coperte intorno al busto.

Gli faceva male tutto, dal naso alla schiena, e non capiva dove fosse, non era sicuramente camera sua quella, l'odore era completamente diverso.

Passò lo sguardo per tutta la stanza notando di essere sdraiato in un letto che pareva quello di un ospedale, bianco e spoglio.
Il suo sguardo cadde poi sulla parete verde davanti a lui, la porta chiusa e la tapparella di quella che sembrava una finestra completamente abbassata.

"Ma che diavolo ti è saltato in mente, me lo spieghi?! Avrebbe potuto battere la testa e morire sul colpo, razza di sconsiderato!"

"Mi dispiace, ma—"

"No, zitto! Non parlare! Hai già fatto abbastanza!"

Jimin corrugò le sopracciglia sentendo le urla al di là della porta chiusa.

"Prega che non abbia nulla di rotto, o te lo giuro Min Yoongi, è la volta buona che ti ammazzo!"

"Jin forse dovresti calmarti..."

"Non dirmi di calmarmi! Eri lì con lui, avresti dovuto fermarlo!"

"Scusami.."

"Non è con me che vi dovete scusare! Ecco cosa succede quando si lascia a tre alpha il lavoro di un beta! Siete degli imbecilli!"

Poi la porta si aprì rivelando un ragazzo dai capelli neri e le spalle larghe, seguito da Namjoon e... Yoongi, gli pareva si chiamasse.

"Oh, Jiminie, tesoro... sei sveglio" sorrise il moro avvicinandosi a lui.

Yoongi e Namjoon si guardarono impauriti a causa della bipolarità del terzo.

"Lo sfiderei, strilli come una gallina.." borbottò, poi, Yoongi ricevendo un'occhiata ammonitrice dal altro, che gli fece abbassare lo sguardo e mormorare uno "scusa".

"Come ti senti?" continuò il moro avvicinandosi al letto.

Jimin annuì, stringendo fra le dita la coperta pesante.

"Ti dispiace se controllo velocemente? Sai vorrei esserne certo" sorrise il ragazzo prendendo una piccola torcia dalla tasca del camice.

Jimin annuì nuovamente mentre l'altro gli spalancava le palpebre e gli faceva seguire con l'occhio la luce che la torcia emanava, prima il destro e poi il sinistro.

"Beh Jiminie, fortunatamente non hai riscontrato né un trauma cranico né una commozione cerebrale" disse il moro riponendo l'oggettino nella tasca del camice, poi si sedette ai piedi del letto, cominciando ad accarezzare il ginocchio di Jimin. "Ora immagino che tu abbia diverse domande che necessitano di risposte, non è così, tesoro?"

Jimin annuì per l'ennesima volta guardando tutti e tre i ragazzi nella stanza.

"Okay, allora, io mi chiamo Seokjin, ma puoi chiamarmi Jin, lui è Namjoon—" disse indicando il ragazzo dai capelli grigi "—e lui è Yoongi, ma penso tu l'abbia già incontrato" disse Jin per sdrammatizzare la situazione.

Il biondo portò lo sguardo verso di lui, sentendo il familiare brivido corrergli giù per la schiena.

"Tua madre mi ha chiamato qualche giorno fa perché le serviva il nostro aiuto" disse Jin, al che Jimin portò subito lo sguardo su di lui preoccupato.

"Mia madre sta male?" parlò finalmente, facendo sorridere Jin.

"No, lei sta benissimo! Mi ha chiamato per, beh, per te..." spiegò il moro.

"Io? Perché mia madre avrebbe dovuto chiamare un dottore per me?" mormorò Jimin.

"Io non sono un semplice dottore, Jiminie, sono uno sciamano, ovvero mi occupo di lupi" rispose Jin squadrandolo, in attesa di un suo commento.

"Quindi sei un veterinario?"

Jin rise appena seguito da Namjoon e Yoongi, facendo crescere la confusione dentro il biondo.

"No tesoro, mi occupo di lupi speciali... si chiamano licantropi, e tu sei uno di loro" spiegò Jin, cercando di essere il più delicato possibile.

Sta volta fu Jimin a scoppiare a ridere tenendosi la pancia.
Jin guardò Namjoon leggermente perplesso.
Non era una reazione normale, la sua.

"I-io un l-lupo!" rise Jimin "grrrr vi uccido tutti! Temetemi!" continuò il biondo con le lacrime agli occhi.

"Jiminie so che è difficile da accettare, lo è per noi che lo abbiamo sempre saputo, figuriamoci per te che lo scopri a diciotto anni ma—"

"No! Voi siete tutti fuori di testa! A partire da te fino a lui che mi ha steso senza un'apparente motivo!" sbottò Jimin togliendosi di dosso la coperta e la mano di Jin. "Io me ne vado"

"Tua madre ci ha chiamati per dirtelo, perché siamo l'unico branco rimasto qui... perché siamo il branco di tuo padre!" disse Yoongi.

Jimin si bloccò di colpo nel sentire quella voce, così bassa e rauca, faceva quasi più paura del ragazzo in sé.

"Jiminie ascoltami, non ti è capitato nulla di strano in questi giorni? Tipo la vista più acuta, l'udito amplificato o l'olfatto più potente? Oppure l'aumento del calore corporeo?" chiese Jin alzandosi dal letto ed affiancando Yoongi.

Gli occhi di Jimin slittarono sui due, squadrandoli da testa a piedi prima di spingere via entrambi e correre fuori dalla stanza e, a seguire, dall'edificio.

Non poteva credere a quello che era appena successo, lui un lupo? Un dannato cane in grado di trasformarsi in umano?
Ma che diavolo si erano fumati quei tre?
E Jungkook! Jungkook conosceva Namjoon, che fosse uno di loro? E Taehyung lo sapeva?
Però Jin aveva parlato di un sogno frequente, uno strano sogno frequente, esattamente come il suo... forse sarebbe dovuto restare e parlare con quei tre... o forse denunciarli per sequestro di persona...

"Merda!" gridò Jimin arrestando il suo passo.
Alzò lo sguardo, notando solo in quel momento che non riconosceva il posto in cui era, intorno a lui solo alberi.

Si era perso nel bosco, completamente solo.
O almeno questo credeva Jimin.

so cosa vuol dire non capire più niente ed aspettare un capitolo per settimane, quindi ecco qui il quarto!
+ oggi ho scritto il capitolo finale di Omega (tranquilli, ne manca ancora) e so che mi odierete tutti.

ᴏᴍᴇɢᴀ || Wattys 2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora