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L'orologio segnava le 17:23 quando Jimin uscì dalla palestra, con il corpo stanco ma la mente più libera che mai.
Amava ballare proprio per questo, per il modo in cui i suoi pensieri parevano spegnersi o affievolirsi per alcune ore.
La danza, per Jimin, aveva gli effetti simili a quelli di qualche sostanza stupefacente, e infatti, Jimin era completamente assuefatto e dipendente dal ballo.

Si mise le cuffiette nelle orecchie e fece partire la playlist che ascoltava più spesso così da non essere solo nel tragitto dalla palestra a casa, che distava poco più di dieci minuti.

Tuttavia aveva una strana sensazione dentro di sé, si sentiva vulnerabile ed osservato ma temeva di girarsi e incontrare qualcuno che gli avrebbe potuto fare del male, così si limitò ad aumentare il passo sperando che quella angosciante sensazione sparisse.

Le strade di Seoul, solitamente gremite di persone, erano vuote a causa del freddo pungente che accompagnava la stagione invernale.

Jimin prese il telefono per chiamare Taehyung, in modo tale che non rimanesse solo con quello straziante peso sulle spalle.

Quando, però, fece per estrarre il telefono dalla tasca, il suo sguardo, cadde involontariamente verso un fitto boschetto.
Gli si gelò il sangue quando incontrò un paio di enormi occhi gialli come la luna.

Squadrò quella creatura seduta sotto un abete, e gli parve di avere un deja vú.
Sembrava un cane... un enorme ed inquietante cane, tuttavia Jimin non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.

Il manto lucente, scuro come piume di un corvo e quegli occhi, quei magnifici occhi.
Un brivido gli corse giù per la spina dorsale quando i loro occhi si incontrarono.

Stava davvero avendo una gara di sguardi con un... un enorme lupo nero?!

Jimin spalancò gli occhi al ricordo del suo sogno, al ricordo di quel mostro color cenere che lo inseguiva.
Non ci pensò due volte, cominciò a correre mentre cercava disperatamente il numero di Taehyung fra i preferiti.

Dopo quattro squilli l'altro rispose.

"J-Jimin?"

"L'ho visto Tae! Ho visto il lupo del mio sogno!" ansimò Jimin correndo.

"C-cosa?" mormorò flebilmente il castano.

"Era un lupo enorme, tutto nero e con... con gli occhi gialli... mi stava fissando Tae!"

Jimin sospirò di sollievo notando il condominio in cui abitava poco distante da lui.

"M-magari te lo sei imma-immaginato... non ci s-sono l-lupi a Seoul.."

Il biondo prese le chiavi infilandole nella toppa del portone, quando esso si aprì, Jimin ci entrò, dirigendosi verso la porta del suo appartamento.

"Ascolta Tae, so quello che ho visto, ed era un lupo, come quelli di Twilight! Ma ehi, Tae, stai bene?" chiese Jimin, ora con il respiro regolare.

"S-scusa, devo a-andare ora J-Jiminie.."

"No, Tae, aspetta, vuoi che venga da—"
Non riuscì a finire che la chiamata si spense, lasciando Jimin da solo attaccato alla porta del suo appartamento.

Una volta aperta trovò la madre intenta a sistemare la spesa sul tavolo da pranzo.

"Ah Minnie, eccoti qua... sei completamente sudato! Fila a farti una doccia calda o prenderai un raffreddore, non scherzo signorino!" disse la madre guardando il figlio.

"Minnie stai bene?" chiese lei poco dopo, notando la faccia stranita del ragazzo.

"Ho visto un lupo, un lupo enorme che mi fissava, non sono pazzo, l'ho visto davvero... e— ed era— e ho sentito qualcosa, qui" rispose toccandosi la pancia.

La madre continuava a fissarlo, ora con un'espressione contorta in viso.
Pareva preoccupata, ma per cosa? Si domandò Jimin.

"Non sono pazzo..." mormorò il biondo, ora leggermente spaventato dalla possibile reazione della donna.

"No Minnie, sei solo stanco... te lo sarai immaginato" gli rispose lei facendo scuotere la testa al figlio.

"Mamma io l'ho visto! Lui—"

"Come ho detto prima, vai a farti una doccia calda prima di prendere un raffreddore"

Jimin provò a contraddire la madre, ma con scarsi risultati.
Annuì tristemente prima di incamminarsi verso la sua camera e cadere a peso morto sul letto.

"Non sono né pazzo né stanco... io l'ho visto... ho visto un... un bellissimo lupo nero" sorrise leggermente il biondo e come di riflesse gli venne in mente quel ragazzo pallido che aveva incrociato il suo sguardo nei corridoi alcuni giorni prima.
Ecco, i suoi capelli erano identici al pelo del lupo! pensò Jimin, e sentì di nuovo quella strana sensazione all'addome accompagnata dal familiare brivido alla schiena.

Intanto la madre aveva smesso di sistemare la spesa.
Prese il telefono premendo un contatto ben preciso nella rubrica.

"MiSun?" chiese una voce dall'altro capo della linea.

"È successo Seokjin..." disse semplicemente la donna.

"Non preoccuparti MiSun, ci pensiamo noi"

È successo.

intrigante

ᴏᴍᴇɢᴀ || Wattys 2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora