Lavorò senza sosta per tutto il pomeriggio, fino a quando le prime ombre cominciarono ad avvolgere il giardino. Era su di giri per la scoperta di quel luogo e si sentiva carica di energie come mai prima d'ora.
Cominciava però a sentire fame, così raccolse le sue cose e tornò da dove era venuta. Anche in questo caso fece attenzione a non farsi vedere da nessuno, usò la magia il minimo necessario per tornare al B&B e si cambiò per andare a cena.
Nonostante quanto accaduto al mattino, decise di dare una seconda possibilità al Nettuno. Se non fosse stato per loro non avrebbe scoperto l'esistenza del giardino dei cactus e questo meritava un ringraziamento.
Entrò nel Baglio, facendo attenzione a non inciampare nelle radici sporgenti e si diresse verso il cameriere occupato a servire ai tavoli. Era nuovo, non l'aveva mai visto prima d'ora, probabilmente l'ennesimo lavorato stagionale.
«Buonasera, avete un tavolo libero?» chiese educatamente.
Il ragazzo si voltò nella sua direzione e la risposta rimase sospesa a mezz'aria.
Sabrina abbassò lo sguardo, cercando di capire se ci fosse qualcosa di sbagliato nel proprio abbigliamento. Quella sera, per la prima volta da quando si trovava a Scopello, aveva abbandonato tuta e scarpe da ginnastica, memore della figuraccia fatta a colazione. Non voleva rischiare di incontrare qualcuno di importante, chiunque esso fosse , e sembrare un maschiaccio. Aveva optato per una gonna nera fino al ginocchio, una canottiera floreale e uno scialle a coprire le spalle. Ai piedi, un paio di decolleté che non aveva mai indossato in vita sua, ma che sembravano stranamente comode. Era consapevole di essere impacciata nei movimenti, ma non c'era bisogno che la guardasse in quel modo. La faceva sentire inadeguata.
«Il tavolo» ripeté stizzita.
«Non abbiamo più tavoli liberi.»
«La prenotazione!» sbottò Sabrina, memore del consiglio ricevuto al mattino.
«La stagione estiva è cominciata, non troverà mai un tavolo se non telefona in anticipo» continuò lui.
«Oppure puoi cenare insieme me» disse una voce alle spalle del cameriere.
Sabrina si sporse per vedere chi avesse parlato e vide comparire il sorriso smagliante di Edward.
«Cosa ci fai tu qui?» chiese Sabrina sorpresa.
«Quello che tentavi di fare tu, ma io ci sono riuscito. Mi fai compagnia a cena? Mi riservano sempre il solito tavolo, il più lontano dalla confusione. È un po' buio, ma permette di avere una certa intimità». Edward distolse gli occhi, consapevole di ciò che aveva appena detto. «Non che ci serva» si affrettò ad aggiungere. «Volevo solo dire che potremmo stare tranquilli».
«Mi farebbe molto piacere» rispose Sabrina, sorridendo per l'imbarazzo di Edward. Si sorresse al braccio del ragazzo per non perdere l'equilibrio e lo seguì al tavolo. Era davvero in una posizione privilegiata, direttamente sotto le fronde del grande albero, a debita distanza da tutto il resto.
Sabrina non poté fare a meno di notare l'abbigliamento di Edward, l'esatto contrario di ciò che aveva indossato al mattino. Aveva abbandonato il completo gessato a favore di un semplice paio di jeans e una maglietta bianca, fasciata sul corpo in modo da mettere in risalto la muscolatura.
«Cosa vi porto da bere?» chiese il cameriere una volta che si furono accomodati.
«Il solito» rispose Edward.
«Quel cameriere non mi piace» affermò Sabrina non appena l'uomo si fu allontanato.
«Chi? Matt?»
«Non lo so come si chiama, comunque non mi piace.»
«E per quale motivo si può sapere?» domandò Edward divertito.
«Quando gli ho chiesto se avessero un tavolo libero, mi ha fissata per non so quanto tempo, senza rispondermi. E mi ha squadrata da testa a piedi. Non sarò elegante come tutte le signore che girano da queste parti la sera, ma non è carino farmelo pesare in questo modo.»
Edward sgranò gli occhi e scoppiò in una risata.
«Mi spieghi cosa c'è da ridere?» chiese offesa.
«Pensi che ti abbia fissata perché non sei elegante?» domandò a sua volta.
«E per quale altro motivo altrimenti...»
Sabrina si bloccò vedendo Matt dirigersi nella loro direzione con in mano una bottiglia di vino. Senza dire una parola, ne versò un goccio nel bicchiere di Edward e attese il giudizio.
«Buonissimo, come sempre» sentenziò alla fine il ragazzo.
Il cameriere, soddisfatto, riempì entrambi i bicchieri e si allontanò, lasciandoli nuovamente soli.
Edward prese il calice e lo porse in direzione di Sabrina, accennando a un brindisi.
«A cosa brindiamo?» chiese lei.
«A Matt.»
«Non brinderò a Matt! Ti ho appena detto che è un cafone» sibilò Sabrina.
Edward la guardò a lungo, sul volto un'espressione indecisa.
«Perché mi guardi così?» sbottò alla fine Sabrina.
«Ecco...» iniziò Edward abbassando lo sguardo sul bicchiere che stringeva tra le mani. «Io non credo che Matt ti abbia fissata per questioni di... etichetta.»
Sabrina stava per dire qualcosa, ma lui la interruppe con un gesto.
«Penso che, al contrario, sia rimasto colpito da te. Insomma, guardati. Hai degli occhi enormi, di un verde così perfetto da far pensare a delle lenti a contatto e sembri appena uscita dal solone di un parrucchiere. La tua corporatura è perfetta, sei formosa al punto giusto, scommetto senza neanche bisogno di particolari attenzioni, vero? Non sarai mai entrata in una palestra in vita tua.»
Sabrina rimase inebetita davanti alla sfilza di complimenti che Edward le aveva appena fatto. Era stato disinvolto, come se stesse parlando del tempo o di come aveva passato la giornata.
«Ho le lentiggini» fu tutto ciò che riuscì a replicare Sabrina. Non aveva mai considerato una fonte di bellezza i suoi capelli rossi, gli occhi chiari e la marea di puntini che le coprivano il viso.
«Quindi? Ti stanno bene anche quelle, non sarebbe la stessa cosa senza. Sei bellissima così.»
Sabrina bevve un sorso di vino, cercando di trovare qualcosa da dire.
«Scusa, non volevo metterti in imbarazzo, è che insistevi a prendertela con Matt, volevo farti capire che avevi inteso tutt'altro. Mi dispiace se ti ho messa in difficoltà. Dimmi piuttosto come ti sembra Scopello.»
Sabrina respirò profondamente e iniziò a parlare del viaggio per arrivare in Sicilia, del lavoro a Roma e dei progetti che aveva per il futuro, grata che la conversazione si fosse spostata su un terreno che riusciva a gestire meglio.
Avrebbe pensato successivamente alle parole di Edward.
Era venuta a Scopello per lasciarsi alle spalle i problemi, che per buona parte erano dovuti ai ragazzi, anzi, a uno in particolare. Non voleva ritrovarsi nuovamente coinvolta in una relazione, a pochi mesi dall'inizio della sua nuova vita.
STAI LEGGENDO
Il sacrificio
VampireLa storia si svolge in Sicilia e più precisamente a Scopello, una località marittima in provincia di Trapani. I protagonisti sono: Sabrina, una strega tra le più potenti mai viste prima d'ora, Clay, un vampiro con gravi problemi comportamentali e A...