«Non mi sento più le gambe» disse Edward lasciandosi cadere sulla roccia. «Sei meglio dei miei amici, con loro non ero mai arrivato a stancarmi tanto.»
Sabrina sorrise soddisfatta, il corpo perfettamente riposato. Aveva lasciato che la magia facesse il lavoro sporco per lei, risparmiandole crampi e dolori muscolari.
«C'è una cosa di cui vorrei parlarti.»
Sabrina si voltò e vide passare un'ombra sul viso del ragazzo.
«Cos'è successo?» chiese preoccupata.
«Stai tranquilla, è tutto ok. È solo che mi piacerebbe condividere con te una cosa riguardante il mio passato.»
Gli occhi di Sabrina si spostarono sulla cicatrice che deturpava il corpo di Edward.
«Vedo che l'hai notata» disse il ragazzo intercettando il suo sguardo.
«È difficile non farci caso.»
«Lo so. È il motivo per cui vengo qui quando ho voglia di fare un bagno, lontano da occhi indiscreti, dalle domande e dai pettegolezzi della gente. Non ho mai parlato a nessuno di come mi sono procurato questa cicatrice.»
«Non devi per forza...»
«Invece sì» la bloccò. «Sento che è la mia unica occasione per parlarne con qualcuno che non mi guarderà come un pazzo da rinchiudere in manicomio.»
Nel cielo, un'ombra passò davanti al sole, nascondendolo alla vista.
Sabrina rabbrividì.
«Vieni qui» le disse Edward.
Sabrina indugiò qualche secondo, ma decise di accontentarlo. Stava per raccontare una delle esperienze più traumatizzanti della sua vita, non era il momento di parlargli della sua decisione di tagliare i rapporti.
Si spostò di fronte a Edward e poggiò la schiena sul suo petto. Il ragazzo la circondò con le braccia e il calore del suo corpo si diffuse in quello di lei, riscaldandola.
«Immaginano che Maria ti abbia già accennato qualcosa, quindi potrò saltare i convenevoli.»
«Maria non mi ha detto nulla...» iniziò Sabrina.
«Non c'è bisogno che neghi, non sono arrabbiato con lei. Aveva capito prima di me che eri una persona speciale.»
Sabrina lasciò che Edward le prendesse le mani.
«Mi trovavo nella Riserva dello Zingaro, era un giorno nuvoloso e l'estate non era ancora iniziata, motivo per cui c'erano pochissimi turisti in giro. Avevo iniziato la scarpinata in tardo pomeriggio ed ero solo a metà del percorso quando venni attratto da un rumore. Il sentiero si trova a diversi metri di altezza e, sotto di esso, enormi distese di roccia e scogli si ergono a picco sul mare. È un panorama che dà i brividi, tanto bello quanto pericoloso. Mi sporsi sulla balaustra di legno per cercare di vedere a cosa fosse dovuto quel rumore, ma questa si spezzò.»
«Dio, dev'essere stato terribile» sussurrò Sabrina.
«Pensai di morire. Precipitai nel vuoto, ferendomi viso, braccia e gambe. Pregai affinché quella tortura avesse fine, ma non successe. Caddi su una lastra di pietra e l'impatto mi mozzò il respiro. Ancora oggi non mi capacito di come io sia riuscito a sopravvivere alla caduta. Certe volte rimpiango che non sia successo.»
«Non dire...»
«Lasciami finire.»
Sabrina si morse un labbro e si appuntò di sgridarlo non appena avesse finito la sua storia. Non voleva sentirlo parlare in quel modo, la vita era un dono.
«Non so per quanto tempo rimasi svenuto, ma quando mi svegliai era già buio. Ricordo che il cielo era rischiarato da un'enorme luna piena. Si rifletteva sul mare, creando una scia luminosa che sembrava dividere in due la terra. Era bellissima. Nella caduta avevo ovviamente perso tutto. Zaino, telefono, qualsiasi cosa. Come se non bastasse, mi ero slogato una caviglia. Provai ad alzarmi, ma non mi reggevo in piedi. Alle mie spalle, notai che la roccia si apriva rivelando una piccola caverna. Non si vedeva nulla, ma il vento che si era sollevato all'esterno mi spinse a trascinarmi dentro per cercare riparo.»
Edward fece una pausa. Era in difficoltà, doveva costargli molto andare avanti.
«Entrai nella grotta e mi lasciai cadere a terra, esausto. Ero sul punto di addormentarmi, quando sentii un rumore alle mie spalle. Mi voltai, ma era troppo buio per vedere qualcosa. Poi percepii un gorgoglio, un verso che non sapevo attribuire a nessun animale di mia conoscenza. Mi trascinai fuori, alla luce della luna e l'essere mi seguì. La prima cosa che notai furono le zampe, erano così enormi da risultare grottesche, poi vidi il muso e le zanne che occupavano tutta la bocca. Respirava pesantemente e la bava cadeva a terra, formando pozza nauseante. Mi portai fin sul precipizio, sotto di me sentivo le onde infrangersi sugli scogli. Dovevo decidere se morire sfracellato tra le rocce o divorato dal lupo più grande che avessi mai visto in vita mia. L'animale non mi diede la possibilità di scegliere. Con un salto mi fu addosso e mi azzannò il fianco. Mi trascinò all'interno della grotta e non mi restò altro che urlare il più possibile, sperando che qualcuno mi salvasse.»
Edward si fermò, provato dal racconto.
«Non devi per forza continuare se non te la senti...» disse Sabrina stringendo le mani del ragazzo.
Edward la lasciò fare, mentre i ricordi continuavano a fluire.
«Quando ti capitano certe cose, è strano come la tua mente si concentri sui dettagli più strani. Nel mio caso fu il cielo ad attirare la mia attenzione: una grossa nuvola nera aveva iniziato a coprire la luna, pezzo dopo pezzo, finché non mi ritrovai nell'oscurità. L'ultima cosa che ricordo è di aver sentito il lupo allentare la presa, poi il nulla.»
«Sei svenuto?»
«Non lo so. Ricordo di aver sentito delle voci prevenire dall'alto e di aver urlato finché i soccorritori non mi hanno trovato; ricordo il viaggio in ambulanza, Maria che mi teneva la mano, è tutto chiaro nella mia testa, tranne quel piccolo lasso di tempo occorso tra la sparizione del lupo e l'arrivo dei soccorsi, tempo che non avrei dovuto avere. Avrebbe dovuto uccidermi.»
«È un bene che non l'abbia fatto, non trovi?»
«Sì, altrimenti non avrei conosciuto te.»
Sabrina si sentì sciogliere per quelle parole, ma non sapeva se fosse piacere o rimorso per quello che gli stava nascondendo.
Edward si distese sulla fredda pietra, trascinando Sabrina con sé e facendola accoccolare nell'incavo della spalla. La strinse forte, baciandola sulla testa.
«Grazie di avermi ascoltato» le disse in un sussurro.
«Grazie a te di avermi scelta come confidente» rispose Sabrina.
Rimasero così, stretti ad ascoltare il battere dei loro cuori agitati.
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Il sacrificio
VampireLa storia si svolge in Sicilia e più precisamente a Scopello, una località marittima in provincia di Trapani. I protagonisti sono: Sabrina, una strega tra le più potenti mai viste prima d'ora, Clay, un vampiro con gravi problemi comportamentali e A...