CAPITOLO 15

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Il resto della serata si era svolto nel silenzio più assoluto. Avevano sparecchiato la tavola, lavato i piatti, incartato gli avanzi. Nessuno aveva detto nulla riguardo alla discussione con Clay e Sabrina non aveva fatto domande. Era ovvio che gli abitanti di quella casa avessero delle questioni da chiarire, ma non sarebbe stata lei a fare da paciere. Clay sembrava odiarla inspiegabilmente e lei non aveva né voglia né tempo di scoprirne il motivo.

Chiuse la porta della camera e si avvicinò alla finestra. Da qui poteva vedere l'intero giardino dei cactus, è così che Allyson doveva averla scoperta.

Un movimento tra le aiuole catturò la sua attenzione.

Aguzzò la vista, ma vide nulla.

Che l'avesse solo immaginato?

Era qualche giorno ormai che non usava la magia e decise di attingerne per capire di cosa si trattasse.

"Aiutami a vedere".

Sentì gli occhi andare in fiamme e si costrinse a chiuderli. Appena il dolore si fu attenuato, li riaprì e capì il motivo del fastidio. Era come se qualcuno le avesse incastrato un binocolo dentro le pupille, permettendole di vedere ogni cosa a una grandezza innaturale. La magia era bella quanto pericolosa, pensò, non potevi mai sapere come avrebbe deciso di obbedire ai tuoi ordini.

Iniziò a scrutare il giardino, alla ricerca di un qualsiasi movimento.

Improvvisamente lo vide. Non l'aveva immaginato, c'era qualcosa tra le aiuole.

Più che qualcosa, era qualcuno: Clay.

"Basta".

Mentre gli occhi tornavano alla loro forma originale, Sabrina si domandava cosa stesse combinando il ragazzo a quell'ora della notte. Il buon senso le diceva di indossare il pigiama e aspettare il mattino per scappare da quella casa di pazzi, ma la curiosità la spingeva verso Clay. Voleva scoprire se l'atteggiamento scorbutico del ragazzo avesse a che fare con la presenza Allyson e Hayden o se fosse il suo normale modo di comportarsi con le persone.

Sabrina si sfilò le scarpe e aprì la porta della camera. I suoi piedi scalzi si muovevano lungo il corridoio senza emettere neanche il più piccolo rumore e in pochi minuti si ritrovò all'imbocco del giardino.

Si inoltrò nel labirinto di aiuole cercando di capire dove si fosse cacciato il ragazzo. Avrebbe potuto chiamarlo, ma non voleva rischiare di attirare l'attenzione di Allyson o Hayden, nel caso in cui fossero ancora svegli nelle loro camere.

Dopo diversi minuti si rese conto che in questo modo non avrebbe mai trovato Clay. Il ragazzo sembrava scomparso.

Chiamò in aiuto la magia e chiese per la seconda volta: "Aiutami a vedere".

Gli occhi presero a bruciarle nuovamente e quando li riaprì il mondo aveva assunto nuovi colori. Tutto, intorno a lei, era nero, tranne le sagome degli oggetti e delle piante, illuminati da una sottile linea d'oro.

Perfetto.

Iniziò a camminare lentamente, guardandosi attorno, finché lo vide. Clay si muoveva agile, a pochi metri di distanza da lei, quasi al suo fianco. Era invisibile nel buio della notte e la sua capacità di non generare rumori di alcuni tipo era strabiliante. 

Sabrina non era altrettanto abile, ma aveva un asso nella manica che le avrebbe permesso di giocare ad armi pari: "Nascondimi".

Il rumore prodotto dai suoi passi sull'acciottolato si smorsò istantaneamente e persino il suo respiro divenne flebile, fino a sparire del tutto. Completamente invisibile, poté quindi appiattirsi in un angolo e osservare Clay avanzare nel buio, spaesato. Poteva avere un ottimo udito, ma la vista era come quella di tutti i comuni mortali.

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