CAPITOLO 30

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Quelle successive furono per Sabrina delle settimane stranamente spensierate. 

La sua routine giornaliera si era stabilizzata: la mattina si alzava presto, andava al giardino dei cactus e consumava una ricca colazione insieme ad Allyson. La ragazza le faceva compagnia raccontando le leggende che circolavano attorno a streghe, vampiri e licantropi, facendole in poco tempo recuperare gli anni in cui era rimasta all'oscuro di tutto. Una volta rientrate a casa, Allyson si ritirava in camera sua, mentre lei prendeva posto alla scrivania della biblioteca.

Tuttavia, c'era un pensiero che la tormentava: dov'erano finiti tutti gli uomini che negli ultimi tempi avevano fatto parte della sua vita, nel bene o nel male? Edward era partito per un'improvvisa emergenza lavorativa. Clay si era allontano per sistemare degli "affari di famiglia" di cui Allyson non sembrava sapere nulla. Hayden, se pur presente, era come un fantasma. La notte lasciava Scopello e tornava dopo giorni, con il viso scavato e dell'umore più nero. L'unica cosa positiva era che anche l'ospite indesiderato al B&B era sparito nel nulla. Sabrina aveva chiesto a Maria dove fosse finito,ma persino lei non aveva saputo darle informazioni a riguardo. 

Era distesa a letto, intenta a digerire un piatto di spaghetti al sugo, quando uno dei ragazzi svaniti rifece la sua comparsa.

"Disturbo?"

Sabrina vide il nome di Edward comparire sul display e i sensi di colpa per come era andato il loro ultimo incontro tornarono a galla. Lui gli aveva fatto capire chiaramente di avere un interesse che andava oltre l'amicizia e, se all'inizio Sabrina era quasi convinta di volergli dare una possibilità, adesso sentiva che non ne sarebbe stata capace. Clay occupava continuamente i suoi pensieri, non poteva illudere Edward, non se lo meritava.

"No, non mi disturbi. Come stai?" rispose Sabrina.

"Sto bene, ma non vedo l'ora di tornare."

"Penso di dovermi fare perdonare."

"Non dirlo neanche per scherzo. Se hai dei problemi non devi fingere che vada tutto bene, io sono qui anche per questo."

Sabrina si sentì in colpa. Se solo avesse saputo quale fosse il suo problema, o meglio, CHI fosse, non l'avrebbe trattata con così tanta gentilezza.

"E comunque, se proprio ci tieni a farti perdonare, c'è una cosa che potresti fare" aggiunse Edward.

"Qualunque cosa."

"Sabato sono libero da impegni. Vieni con me. Andiamo a fare una passeggiata in spiaggia, parliamo un po'."

Il suo primo impulso fu quello di rifiutare. Voleva approfittare del weekend di riposo dal lavoro per passare un po' di tempo con Clay e capire cosa ci fosse tra loro, così da fare chiarezza nella sua testa. Si ricordò però che in questo momento non aveva idea né di dove fosse il ragazzo né di quando sarebbe tornato. Tanto valeva provare a sistemare le cose con Edward. 

"Lo prendo come un no" scrisse Edward.

"Ti sbagli, ci sarò. Ho bisogno di parlarti."

"Anch'io. Saremo di ritorno prima di cena."

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