CAPITOLO 50

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«Dio, smettila!» urlò Axel.

«Non smetterò finché non mi dirai cosa diavolo sta succedendo. Come conosci Clay? Perché ti interessava sapere dove abita?»

«Quante domande.»

Sabrina concentrò per l'ennesima volta la magia nel palmo della mano e la poggiò sul petto dell'uomo. Uno sfrigolio si diffuse nell'aria, insieme a una leggera puzza di bruciato, dando a Sabrina il voltastomaco. Non era felice di quello che stava facendo, ma era l'unico modo per costringere Axel a parlare. Lo vide perdere i sensi, quinid aspettò qualche secondo e lo costrinse a svegliarsi, pronta a ricominciare.

«Posso continuare così all'infinito, tu lo sai, io lo so. Non ti conviene dirmi la verità e mettere fine a questa tortura?» chiese Sabrina. 

Il vampiro non le rispose e si gettò nella sua direzione, ma Sabrina girò il polso, strattonando un invisibile catena d'oro che lo ancorò di nuovo a terra.

«Non ti ha detto proprio niente il tuo fidanzatino eh?» rise Axel, sputando un grumo di sangue. «E pensare che sembravate tanto intimi mentre passeggiavate mano nella mano. È vero allora, non è tutto oro quel che luccica, anche se nel tuo caso sembra quasi una battuta.»

Sabrina iniziò ad avanzare, le mani nuovamente brillanti.

«Possibile che tu non la senta?» domandò l'uomo.

«Non sento cosa?»

«L'elettricità, l'odore della paura, l'istinto del predatore.»

«Non capisco.»

«Usa i tuoi poteri, streghetta, ascolta.»

«Lo sto facendo.»

«Se solo allargassi i tuoi orizzonti, capiresti...»

Sabrina si fermò, riflettendo sulle parole di Axel.

Allarga gli orizzonti.

Ascolta.

Ripeté l'ordine, questa volta usando la magia.

L'udito rispose immediatamente alla sua richiesta, permettendole di percepire ogni rumore generato all'interno della Riserva dello Zingaro. Come sempre, iniziò a escludere tutto ciò che non le interessava: i fruscii del vento, i versi degli animali e qualsiasi altra cosa non le sembrasse importante in quel momento.

Poi lo sentì.

Un pianto sommesso, un respiro affannoso, voci sconosciute.

«Li stai sentendo vero? Li hai trovati?» domandò Axel mostrando i denti scuriti dal sangue.

Sabrina iniziò a percorrere il sentiero, seguendo la traccia.

«Mi lasci qui?» chiese il vampiro, timoroso di cosa sarebbe successo una volta giunta l'alba.

«No», rispose Sabrina «ma solo perché potresti servirmi.»

Strattonò la catena invisibile che la legava all'uomo e lo trascinò con sé, verso la verità.

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