CAPITOLO 41

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Sabrina aprì gli occhi cercando di mettere a fuoco l'ambiente intorno a lei.

Riconobbe immediatamente il mobilio antiquato della stanza a casa di Clay. I cuscini del piccolo sofà erano a terra, disposti come se qualcuno vi avesse dormito sopra, mentre sul comodino erano impilate diverse scatole di medicinali.

Girò il viso verso la finestra e vide il profilo statuario del ragazzo ergersi immobile davanti alle tende scure, chiuse per non lasciar passare la luce. Era una scena che metteva tristezza: Clay poteva fare affidamento solo sulla sua immaginazione, non avrebbe mai potuto godere del paesaggio del giardino dei cactus illuminato dai raggi del sole del primo mattino.

«Ehi» sussurrò piano Sabrina.

Clay si girò di scatto e corse al suo capezzale.

«Lascia che ti aiuti» disse. Con insolita delicatezza, le sistemò i cuscini dietro la schiena in modo che potesse stare seduta senza fatica. «Come ti senti?»

«Bene» mentì.

«Hai fatto un volo di cinque metri, non puoi sentirti bene.»

Sabrina ridacchiò, ma il sorriso si trasformò in una smorfia. «Hai ragione» ammise. «Ho dolori praticamente ovunque.»

«E pensare che te la sei cavata solo con qualche graffio e una commozione celebrale.»

«Solo?» chiese ironica.

«Sarebbe potuta andare molto peggio.»

Sabrina osservò le sue braccia. Piccole ferite testimoniavano l'impatto contro i vetri della finestra. Alzò una mano e la portò sul retro della nuca, dove un cerotto copriva una ferita profonda.

«Chi ti ha avvertito del mio...incidente?»

«Maria.»

«Ma se neanche ti conosce.»

«No, ma Hayden era stato previdente durante il loro incontro. Le aveva ordinato di chiamare nel caso in cui fosse accaduto qualcosa di insolito, e così ha fatto. Adesso vuoi dirmi cosa diavolo è successo?»

«Gli infermieri dell'ambulanza...»

«Stanno bene, ho solo condizionato la loro memoria per fargli credere che non fosse necessario portarti in ospedale. Ora raccontami tutto, parleremo più tardi dei dettagli.»

Sabrina sospirò. «Ieri sera, quando sono rientrata al B&B, ho trovato la mia camera completamente messa a soqquadro.»

«Tralasciando il fatto che non capisco per quale motivo tu non abbia dormito qui, mi spieghi perché diavolo non mi hai telefonato immediatamente?»

«Come potevo passare la notte in casa tua? Non volevi neanche starmi vicino.»

«Beh, magari dopo una bella doccia...»

Sabrina lo fulminò con lo sguardo. «E poi pensavo che il pericolo fosse passato, un inutile tentativo di rapina, niente di più. Il giorno seguente avrei fatto il punto della situazione per capire cosa fosse sparito e discuterne con Maria. Non immaginavo...»

«Chi è stato, Sabrina?» la interruppe Clay.

«Ricordi l'uomo di cui ti ho parlato? Il tipo strano che si aggirava nel B&B?»

«Sì...»

«Una mattina, a colazione mi ha fatto chiaramente capire di essere un vampiro.»

«E per quale cazzo di motivo non me lo hai detto subito?»

«Modera i toni, altrimenti prendo la mia commozione celebrale e me ne vado, chiaro?»

Clay rimase in silenzio.

«Bene, vedo che hai capito.»

«Sabrina...»

«Dopo il nostro incontro, quell'uomo è praticamente scomparso. Sparito, dissolto nel nulla. Maria non aveva la più pallida idea di dove si fosse cacciato e così ce ne siamo dimenticate.»

«Fino a questa notte, giusto?»

«Sì, fino a quando non me lo sono ritrovata addosso. È sempre stato lui, Clay. Il mio incubo non ha mai avuto a che fare con te, mi dispiace di aver dubitato. Era esattamente come nel sogno, lui era sopra di me e mi teneva ferme le braccia...»

Sabrina si interruppe, rabbrividendo al ricordo del respiro di Axel sul suo volto.

Clay strinse i pugni sulle lenzuola. «Cosa ti ha fatto?»

«Niente, ho usato i miei poteri e l'ho scaraventato contro l'armadio. Pensavo di avere la situazione sotto controllo, ma non credevo che voi vampiri foste così rapidi nei movimenti. Mi si è gettato addosso e mi ha spinta giù dalla finestra.»

«È colpa mia, avrei dovuto metterti in guardia e spiegarti di cosa siamo capaci. Quelle piccole acrobazie che mi hai visto fare non sono niente. Siamo veloci, crudeli, letali.»

«C'è soltanto una cosa che non ho capito, Clay.»

«Cioè?»

«Perché quel vampiro ti sta cercando?»

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