CAPITOLO 53

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«Cosa vuoi sapere?» chiese Clay sedendosi a terra, la schiena poggiata alle pareti dell'invisibile prigione.

«Tutto, dall'inizio.»

«Ho quattromila anni, pensi che io possa raccontarteli in pochi minuti?»

Sabrina sussultò per la veemenza di quelle parole.

«Perché hai lasciato morire il padre di Ally?» domandò allora.

«Perché all'epoca pensavo fosse la cosa giusta da fare. Aveva ucciso due persone e trasmesso la propria maledizione a una bambina di quattro anni.»

«Ma dopo hai deciso di prenderla con te.»

«Ho trovato dei diari in cui Stephen parlava della sua vita, di quanto si sentisse solo e del suo desiderio di avere una famiglia. Riteneva ingiusto che a vampiri e licantropi fosse vietato riprodursi. Le streghe in questo sono state fortunate.»

«E poi cos'è successo?»

«Le parole di Stephen mi colpirono e iniziai ad analizzare il mio passato. Non ero mai stato più di anno nello stesso posto, avevo viaggiato per il mondo, passando da un letto all'altro senza nessun criterio, basandomi sui miei istinti di quel momento. Mi resi conto di essere solo. Andai a cercare la bambina e scoprii che era ancora ricoverata in ospedale. Non fu facile portarla via di lì, la congregazione era ovunque. Se non avessi avuto un aiuto...»

«Hayden» sussurrò Sabrina.

«Sì, lui. Mi aiutò a rapirla e insieme scappammo qui, in Sicilia. Stephen mi aveva parlato di una casa abbandonata che aveva scoperto durante uno dei suoi viaggi a Scopello. Il mare, il sole cocente e la grande quantità di turisti erano la copertura ideale.»

«Perché hai tradito la congregazione?» chiese Sabrina rivolta a Hayden.

«Erano anni che volevo andarmene. Mi costringevano a uccidere le persone colpevoli di aver infranto le stupide leggi che ci governano. Quando vidi Clay gironzolare per i corridoi dell'ospedale sentii che dovevo aiutarlo, era l'occasione per espirare i miei peccati. Una volta arrivato a Scopello, capii però che non sarei mai più potuto tornare alla mia vita precedente: la congregazione mi avrebbe dato la caccia. Così restai, per me e per prendermi cura di Allyson. La maledizione si manifestò in lei fin dal principio e Clay non era in grado di occuparsene da solo.»

Sabrina rimase in silenzio, cercando di sistemare i pezzi del puzzle al posto giusto. «Clay, dove sei stato le scorse settimane? Sei mancato per diversi giorni.»

«Dopo la morte di Stephen iniziai a ricevere delle lettere prive di mittente. Scoprii che erano molti i vampiri e i licantropi che la pensavano come lui. Decidemmo di restare in contatto, per aiutarci a vicenda e difenderci dalla congregazione. Quando sei stata aggredita, sono andato a incontrare alcuni di loro, per cercare di capire che stesse succedendo. Era la prima volta che un vampiro oltre a noi metteva piede a Scopello e non pensavo si trattasse solo di una coincidenza.»

«Clay... di la verità» disse Axel in tono divertito.

«Le sto già dicendo la verità...»

«Raccontale di cosa hai detto loro. Pensavi che non saremmo venuti a saperlo? Le voci girano in fretta, non ci è voluto molto prima che i ribelli iniziassero a parlare di una strega che manipola tutti i poteri.»

«Sei forse impazzito?» urlò Sabrina. «Ho combattuto tutta la vita per restare nell'anonimato e tu sei andato a raccontare in giro di me e della magia?»

«Volevo che non si arrendessero, volevo dargli un briciolo di speranza e fargli capire che avevamo una possibilità. Non avevamo mai avuto una strega dalla nostra parte...»

Le lacrime iniziarono a solcare solcare le guance di Sabrina. Si sentiva tradita. Tutto ciò che aveva vissuto nell'ultimo mese era stata una menzogna. Clay l'aveva amata veramente? Oppure era stato solo un tentativo di ammansirla, per convincerla poi a lottare contro la congregazione? Era interessato al suo potere, niente di più.

«Mi dispiace interrompere questo straziante quadretto, ma sta arrivando l'alba e per ovvie ragioni dobbiamo andare via» disse Christopher avvicinandosi a Sabrina. Le mise una mano sulla spalla. «Non avrai mica pensato che un vampiro fosse in grado di provare dei sentimenti, vero? La loro umanità è scivolata via insieme alla loro vita. Per lui non sei altro che un mostro, un mostro potentissimo da usare come arma contro i tuoi simili.»

«Sabrina! Devi liberarmi! Subito!» gridò Clay.

Sabrina si sentiva svuotata di ogni emozione.

«C'è ancora una cosa che non mi è chiara» disse rivolta allo stregone. «Perché organizzare questa messa in scena? Se il vostro obiettivo era Clay perché non ucciderlo prima, quando eravamo soli nel bosco? Che c'entrano gli altri?»

«Il motivo è semplice, Sabrina» rispose Christopher. «L'obiettivo non è mai stato Clay.»

Vide un'ombra muoversi dietro di lei, ma non ebbe il tempo di reagire.

Axel pugnalò Allyson al cuore.

«Cazzo, no!» urlò Clay dalla dentro gabbia.

Sabrina mosse un passo in direzione della sua amica, ma venne bloccata dalle braccia dello stregone.

«Perché?» chiese disperata. «Perché lei?»

«C'è un ultima cosa che il tuo fidanzato ti ha tenuta nascosta ed è il motivo per cui questa notte Edward è qui con noi.»

Sabrina si girò verso il ragazzo privo di sensi e iniziò a capire.

"Mostrami il suo ricordo" ordinò alla magia.    

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