CAPITOLO 25

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Sabrina si mosse leggermente, stringendosi alla figura che aveva accanto.

Fuori le cicale si esibivano nei loro canti, segno inequivocabile del caldo di quella giornata. A conferma di ciò, l'afa avvolgeva l'intera camera, incollandole la canotta alla schiena sudata.

«Finalmente ti sei svegliata. Non mi sento più la spalla.»

Sabrina emise un lamento: non voleva alzarsi, stava dormendo così bene.

Poi sentì l'odore famigliare di cannella e ciliegia, e capì dove si trovava, ma soprattutto con chi. Aprì gli occhi e realizzò di essere avvinghiata a Clay. Aveva la testa poggiata sulla sua spalla e il viso a pochi centimetri da un piccolo tatuaggio a forma di mezzaluna, appena sotto l'orecchio. Strana scelta per un vampiro, pensò, ma ormai era abituata alle stramberie del ragazzo, quindi non fece domande.

Prese coraggio e si alzò a sedere, imbarazzata dalla situazione in cui si trovava.

Clay la guardava, con un sorriso malizioso sulle labbra. Era ancora senza maglietta e Sabrina non poté evitare di guardare il suo addome scolpito.

«Buongiorno», disse lui senza staccarle gli occhi di dosso.

«Abbiamo...» iniziò Sabrina, balbettando.

«...dormito» concluse lui. «Anzi, tu hai dormito, per l'esattezza.»

Sabrina sospirò di sollievo. Sarebbe stata un'ingiustizia finire a letto con un ragazzo del genere e non ricordarselo. Ma che pensieri le venivano per la testa? Non poteva fare sesso con Clay, lui era...era...odioso.

«Non potevi andartene a dormire da un'altra parte?» domandò invece.

«Questa è camera mia» precisò Clay. «E stanotte eri talmente sfinita da non riuscire a raggiungere la tua.»

«Ricordo quasi tutto» disse Sabrina. «Le pareti che tremavano, la magia, l'elettricità...ricordo di averti bruciato la maglietta, di aver cercato di non ferirti.»

«Sei stata brava, non ho neanche un graffio.»

Sabrina arrossì.

«Sto per entrare» avvisò qualcuno da dietro la porta.

Hayden entrò reggendo tra le mani un vassoio con la colazione. Lo poggiò sulla scrivania sorridendo in direzione di Sabrina. «Buongiorno, anche se ormai dovrei dire buon pomeriggio.»

Sabrina ricambio il salutò, imbarazzata. Clay era a letto, con addosso solo un paio di pantaloncini. Era più che evidente che avessero dormito insieme. Le lenzuola erano sfatte e Sabrina era sicura di avere gli occhi gonfi per il poco riposo e i capelli ridotti a un groviglio.

«Dormito bene?» ridacchiò Hayden.

«Non tormentarla!» disse Clay lanciando un cuscino in direzione dell'amico.

«Era solo una domanda» si giustificò lui.

«Sì, ho dormito bene, grazie» mentì Sabrina prendendo posto alla scrivania.

«Vi lascio soli, a dopo.»

«Aspetta!» lo fermò Clay. «Ally come sta?»

Hayden si voltò. «Bene, sta dormendo. Penso che domani mattina la vedremo nuovamente gironzolare per casa.»

«Perfetto, a dopo.»

Sabrina ascoltò la conversazione, ma non disse nulla. Era ancora confusa per il turbinio di emozioni vissute nelle ultime ventiquattr'ore. Avrebbe pensato a Allyson l'indomani, adesso doveva occuparsi di altre faccende.

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