CAPITOLO 18

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Finirono di cenare che ormai era passata la mezzanotte.

Si erano trattenuti al tavolo fino al momento della chiusura, parlando delle loro esperienze passate e dei progetti futuri.

Sabrina era stata benissimo, felice di aver accettato l'invito a cena di Edward.

«Per quanto resterai a Scopello?» chiese Sabrina mentre si avviavano verso l'uscita del Baglio.

«Domani vado a Torino per una consulenza. Sarò di ritorno tra un paio di giorni.»

Sabrina sospirò, dispiaciuta. Averlo accanto le dava una sensazione di sicurezza e tranquillità. Sapeva che con lui non aveva nulla da temere, era una persona semplice, sincera e che non aveva nessuna intenzione di ferirla.

«Di nuovo.»

Sabrina guardò Edward, domandandosi a cosa si riferisse. Seguì il suo sguardo e lo vide anche lei. Clay era in piedi, poggiato alla fontana al centro della piazza, con gli stessi jeans e maglietta nera che gli aveva visto il giorno della cena a casa sua.

«Poi devi spiegarmi come hai fatto a conoscere questo avanza di galera» disse Edward a voce abbastanza alta affinché anche il diretto interessato sentisse

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«Poi devi spiegarmi come hai fatto a conoscere questo avanza di galera» disse Edward a voce abbastanza alta affinché anche il diretto interessato sentisse. Era evidente che si fosse trattenuto nel loro precedente incontro e che adesso non avesse nessuna intenzione di farsi mettere i piedi in testa.

«Forse non ho sentito bene» disse Clay avvicinandosi.

«Sei anche sordo oltre che stupido?»

«Ed, non è il caso...» provò a intervenire Sabrina, frapponendosi tra i due litiganti.

«Levate dalle palle.»

Clay afferrò Sabrina e la spintonò di lato, facendola cadere a terra.

«Ehi, ma chi ti credi di essere!» urlò lei massaggiandosi il braccio.

«Tu non ti rendi conto di chi hai davanti» disse Clay avvicinando il viso a pochi centimetri da quello di Edward. Le mani lungo i fianchi, strette in un pugno.

«Sentiamo, un qualche figlio di papà con la puzza sotto il naso, che pensa di poter avere tutto quello che vuole con un semplice ordine?» rispose Edward, provocandolo ulteriormente.

Clay chiuse gli occhi, respirò profondamente e si voltò in direzione di Sabrina. «Alzati» le ordinò. «Dobbiamo parlare.»

«Falla finita, uno come te non è neanche degno di portarle la borsa. Guardala, l'hai buttata a terra e nemmeno cerchi di aiutarla, che razza di uomo sei?»

Questa volta la reazione ci fu, violenta come Sabrina immaginava.

Clay si girò e diede un pugno in pieno viso a Edward. Quest'ultimo resistette all'impatto: non cadde e non indietreggiò. Caricò a sua volta un colpo e mirò alla mascella di Clay, troppo sorpreso per riuscire a spostarsi in tempo. Da qual momento fu il caos. Sabrina li vide spintonarsi, colpirsi sui fianchi, sul petto, alle gambe, in un groviglio di corpi in cui era difficile capire dove finisse uno e iniziasse l'altro.

Ben presto però fu chiara la direzione che avrebbe preso l'incontro: Clay riuscì a immobilizzare il suo avversario a terra e a stringergli le mani al collo. Edward cercò con tutte le sue forze di allentare la presa, ma le braccia che lo stringevano sembravano essere d'acciaio. Sabrina non aveva mai visto tanta furia sul viso di una persona e provò paura, per la prima volta in vita sua. Edward respirava a fatica e cominciava ad assumere un colorito innaturale.

Fu in quel momento che Sabrina prese la sua decisione: doveva salvare Edward.

"Inverti la forza" ordinò alla magia.

La faccia di Clay cambiò espressione. Dalla rabbia passò alla sorpresa mentre le forze cominciavano ad abbandonare il suo corpo per fluire in quello dell'avversario. Edward riuscì a spezzare la presa e, facendo leva con le gambe, gettò Clay a diversi metri di distanza.

Clay si alzò e tornò alla carica, ma anche questa volta Edward bloccò il colpo e lo spintonò lontano da lui.

«Cosa diavolo...» sussurrò Clay tra sé.

«Vattene» gli intimò Edward.

Sabrina vide Clay voltarsi a guardarla. Avrebbe pagato qualsiasi prezzo per sapere cosa stesse passando nella mente del ragazzo. Si era accorto della magia?

Aprì la bocca, come per dirle qualcosa, ma la richiuse subito dopo.

Girò le spalle e se ne andò.

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