Capitolo 38

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Carmen's pov

Sono in attesa di incontrare Ed per il concerto. Non è la mia prima esperienza ma visto che la trascorrerò con persone nuove sarà del tutto unica e speciale. Poiché siamo in prossimità del Natale e fa già tanto freddo ho deciso di indossare un cappotto in pelliccia sintetica per ripararmi prima che possano incombere malanni su di me. Mentre io sono qui a Roma ad assistere al concerto di un'artista di cui non so nemmeno il nome perché è una "sorpresa" e "scoperta" da fare secondo il mio amico Ed, probabilmente Irama sarà a Milano pronto a varcare uno dei suoi ultimi palchi senza me sotto le tribune ad applaudire per lui. Non nego che avrei sperato mi invitasse fino all'ultimo minuto prima di impacchettare le sue cose e spedirgliele per posta, ma ormai non ha più senso. E non dico nemmeno che il mio amore per lui è passato perché sarei bugiarda e meschina nei confronti miei e di entrambi. Un amore non passa da un giorno all'altro e purtroppo non è un'influenza che persiste e si cura con dei medicinali, l'amore vero dura anche se dall'altra parte c'è stato qualcuno che ti ha ferito. Accavallo una gamba sull'altra. Porto delle scarpe con il tacco di pochi centimetri rosse, intonate al vestito. Orecchini pendenti e calze color carne. Ed mi manda un messaggio. Dice che posso scendere e che mi aspetta in compagnia di un regalo. Mi domando di cosa si tratti. Già invitarmi al concerto è stato un bellissimo regalo, penso che stia facendo davvero troppo per me.
-Carmencita, eccoti. Sei bellissima- aggiunge facendomi compiere un giro su me stessa e mettendomi tra le mani una rosa bianca.
-Uhm... Graziosa, perché bianca?-
-Perché è pulita come te. Una persona buona e senza artifici. Ce ne fossero state di ragazze così nella mia vita precedente- commenta, aprendo la porta a me. Entro prima con un piede, poi con l'altro e porto la rosa al naso.
È proprio profumata.
-Grazie, sei dolce- replico tenendo lo sguardo basso.
-Per te questo e altro, tieni il biglietto ma non guardarlo. Voglio che sia una sorpresa, e per esserlo, saprai il nome del cantante solo all'inizio del concerto. Avrai gli occhi chiusi per un po'- scoppio a ridere.
-Sei tutto matto. E perché dovrei essere bendata?-
-Perché quest'artista merita di essere conosciuto appena intona una singola nota e non con un solo nome. Forse tu già lo conoscerai, non ne ho idea, ma ti assicuro che il nuovo album che ha fatto fa accapponare la pelle. Le sue canzoni raccontano storie, ti posso garantire che sarà incredibile- annuncia festoso, con gli occhi che brillano. Ha stimolato la mia curiosità, di chi si tratta? Dev'essere un pezzo grosso appena uscito dal panorama musicale perché altrimenti il suo discorso non fila molto a livello di logica. Oppure vuole semplice fare colpo su di me con qualche artista degno di parlare d'amore per le sue personali vicende e controversie. Sto al gioco, anche perché Eduardo ha gli occhi puntati su di me come un mastino. E controlla se sbircio il biglietto ma io non lo farò, perché sono più concentrata a guardarmi intorno appena arriviamo fuori la struttura.
-Ed!- urla una ragazza con i capelli ricci e le pelle bronzea. Il mio amico le fa cenno di avvicinarsi e lei ci raggiunge.
-Oh mio Dio! Non vedo l'ora di entrare ed ascoltarlo, grazie per avermi preso il biglietto, per avermi avvisata, e tu chi sei?- chiede appena si accorge della mia presenza.
-Lei è Carmen, è mia amica, invece questa capocciona è Lauren, se noti un accento strambo è perché la signorina si è trasferita dall'America per studiare qui- Eduardo le dà un piccolo colpetto sulle tempie e lei prende a sbuffare. Giuro che sono tutte e due molto comici. Soprattutto per come si sanno stuzzicare.
-Se fossi nata in America non sarei venuta qui a studiare- mi inserisco nella discussione. Stanno affrontando il tema dell'università e dei college.
-A me l'Italia piace e poi i miei nonni sono italiani. Mio padre ha un cognome italiano, io ho un cognome italiano. E amo la pizza!- esclama con gli occhi a cuore.
-A chi non piace... Ma noi italiani non siamo solo pizza e pasta. E non ne mangiamo a tutte le ore del giorno come credono- dice giustamente Eduardo.
-Infatti hanno un'opinione sbagliata- condivide Lauren.
-Mezza italiana, dobbiamo entrare- la prende in giro Ed quindi inizia un piccolo battibecco. Io mi mordo l'interno guancia per non ridere in maniera sguaiata, ma devo ammettere che la serata è partita alla grande. Eduardo appoggia le mani sui miei occhi e mi mette le cuffie a mano a mano che mostriamo i biglietti e ci indicano da dove entrare.
C'è la musica a palla probabilmente di una boy band rockettara. Non capisco perché abbia scelto proprio questo genere. Forse per stordirmi. Vorrei vedere il pubblico e captare qualcosa dai dettagli, tipo cartelloni, striscioni, fasce, acclamazioni. Perché tutto questo mistero complicando le cose?
Non posso nemmeno intromettermi un po' nei loro discorsi. Ricevo una piccola spinta. Ed sposta una cuffia dicendomi che è arrivato il momento.
Parte un grande boato. Sul palco si accende una luce bianca. Sbatto le palpebre cercando di capire per chi esulta questa folla. Poi sento Lauren urlare il suo nome. Irama.

Lui è lì. E sta cantando, è appena salito. Ha gli stivali neri, è vestito tutto di nero come se fosse a lutto. Mi chiedo il perché. Perché è vestito così? Provo ad autoconvincermi che forse è per me, che si sente morto dentro dopo che gli ho spedito i suoi oggetti ma poi lo vedo che sorride, che maschera tutto di fronte a tutti. Lui non mostrerà mai le sue debolezze. Non le mostra ai suoi fan figurarsi a me. Io non lo conoscerò mai a pieno, ma che sta facendo? Balla con una ragazza? Chi è quella signorina dalla pelle scura? Non ci posso credere. Mi sta deludendo ogni giorno di più. Complimenti Irama, complimenti che mi mostri quanto tu faccia schifo ancora una volta.

-Scusatemi, sto malissimo. Fatemi passare, scusate, scusate davvero. Ho bisogno di una boccata d'aria- mi faccio spazio tra la calca e ad una certa quasi inizio a spintonare. Non voglio restare a guardarlo un minuto ancora. Percepisco la voce di Eduardo, mi raggiunge fuori dove due uomini ci sbarrano la strada.
-Non potete uscire- impongono.
-Ci lasci passare- mi salva Eduardo, -ha appena scoperto che le è morto un parente- gli uomini si guardano poi con un cenno comprensivo spostano l'ostacolo che ostruiva il passaggio.
Mi riverso in strada e quasi quasi potrei piangere. Non vorrei rovinare la giornata a Ed.
-Portami a casa- lo prego con gli occhi che pizzicano.
-Perché?- lui non sa, ovviamente. Non sa che il ragazzo di cui sono innamorata è lo stesso artista che ha elogiato prima in auto. Non conosce la verità perché non gliel'ho mai raccontata.
-Irama, il cantante. È lui quel ragazzo di cui ti parlo sempre- ammetto trattenendo il fiato per un attimo.

Buonasera!
Irama è a Roma, e quindi? Sarà vicino a Carmen si ma Ada? E Carmen con Ed? Vi posso assicurare che accadranno tantissime cose inaspettate tra loro e ci sarà presto un evento speciale che coinvolge un vecchio personaggio della parte precedente. Quella di Un giorno in più. Spero vi stia piacendo, i capitoli si allungheranno perché la storia sarà più intrigante. Aspetto le vostre opinioni, commentate o votate se vi sta piacendo. Ci sentiamo sempre questa settimana.
Mya💋

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