Capitolo 49

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Irama's pov

-Perché sei entrato? Chi ti ha dato il permesso?- chiede Carmen infuriata.
-Nessuno, volevo e basta-
-Tu credi di poter giocare con i sentimenti delle persone? Di comandarli a bacchetta? Di essere il centro dell'universo? Be' non hai capito un bel niente! Se puoi comandare le altre fallo pure, con me non attacca, caro...- esita davanti al tassista. So come voleva chiamarmi.
-Stronzo? Ok... Hai ragione, sono uno stronzo. Un completo imbecille. Ma guarda che ti ho visto con quello... Il moretto- mi fulmina con lo sguardo.
-È un amico e poi ha un nome. E comunque, ha più palle di te-
-Ah si? Più palle di me? Tu devi aver bevuto a questo matrimonio!- mi dà un colpo alla costola per zittirmi. Mi accascio sul sedile. Cavolo! Fa malissimo. Non poteva colpire meno forte? E poi ha una mira troppo buona per non aver mai seguito un corso di autodifesa.
-Cazzo... Cazzo... Cazzo- ripeto mentre mi contorco dal dolore.
-Dovevi proprio?-
-Te lo sei meritato- risponde con nonchalance. Anche quando è arrabbiata è bellissima. Mi ha stregato Carmen. Ho visto tante ragazze belle ma nessuna è come lei. Anzi, nessuna è lei.
-Ti amo, stupida...- sussurro a voce bassa perché il dolore mi impedisce di parlare.
-Non mi commuovi. Conosco i tuoi giochi, Filippo, basta, parcheggi qui che me la faccio a piedi- ordina al tassista.
-Ma è sicura? La destinazione...-
-Parcheggi e basta!- urla. L'uomo la asseconda. Prende la borsetta, apre la portiera e scompare nel cuore della notte.

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