Capitolo 45

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Carmen's pov

A gennaio sono tornata in Sicilia dalla mia famiglia. Sono stata accolta con meraviglia dai miei familiari, nessuno si aspettava che sarei ritornata a vivere qui. Lo speravano tanto però, me l'hanno ammesso.
La mia cameretta è rimasta intatta, a parte per qualche cambiamento effettuato da mia sorella Stefania. Ci sono ancora i posters delle mie star preferite attaccati alle pareti e i miei dischi di musica. Fortunatamente mia mamma non ha buttato niente. Lei ha una certa fissa con la pulizia.
I miei fratellini sono corsi ad abbracciarmi, crescono a vista d'occhio, è da un anno che non li vedo e trovarmeli ometti ormai mi desta stupore. Per il mio ritorno è stata organizzata una bella tavola imbandita, quasi quanto il cenone di Natale e Capodanno. Non potevano mancare i miei nonni sicuramente, nonno Giovanni ha voluto una copia autografata del mio disco, diciamo che assieme a quella ho portato diversi gadget che potrebbero piacergli. Papà non ha potuto festeggiare oggi stesso il mio ritorno ma mi ha promesso che nei prossimi giorni lo farà. È sempre così, il lavoro risucchia tutte le sue energie. Mia nonna sta facendo il sugo. Non so perché ma è sempre più buono di quello di mamma.
Apro il pc mentre respiro quel profumino delizioso. Una notifica su Facebook. Einar Ortiz si deve sposare. È un invito al suo matrimonio! Incredibile! Non pensavo che in così poco tempo si potesse già prendere una decisione di questa importanza. Sospiro. Andare al matrimonio di Einar equivarrebbe a incontrare Irama. Proprio quello che non mi ci voleva. Adesso che sto cercando di togliermelo dalla testa! Però non posso rifiutare, se lo faccio deluderò il mio amico Einar. Dico che ci sarò, e chiudo il portatile. Il matrimonio è a breve e il solo pensare a Irama mi provoca angoscia mista ad agitazione. Sono una sciocca. Probabilmente lui in questo momento non mi starà pensando nemmeno...

Irama's pov.

Mamma è cambiata. Non sembra più quella di una volta. Adesso ha qualche ruga in più ma gli occhi sono quelli di una giovinetta.
-Figlio mio...- mi stringe. Un abbraccio vero. Non ha mai emanato tanto calore il suo corpo quanto ora.
Mi pone mille interrogativi a cui rispondo con chiarezza. Le parlo della mia carriera, di come sia stato tutto in salita, dei miei guadagni. Però non le ometto le parti brutte, quelle che mi hanno portato ad abbattermi molte volte.
-Sono fiera di te Filippo, la tua musica è arte, vita, hai un dono, non smettere mai di comporre e cantare- vuole che lo prometta. Glielo prometto. Come potrei smettere mai di rincorrere la mia musica? Accanto a me si siede mio padre con in braccio la sua chitarra. Intona Bocca di rosa di De André. La cantiamo insieme e si unisce anche mia mamma, muovendo solo la bocca dalla quale non esce il minimo suono. Ridiamo, scherziamo, rammentiamo le cose passate. Per una volta sembriamo una famiglia unita. Chi l'avrebbe mai detto che dalla mia partenza sarebbero cambiate tante cose?

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