47. Il ritrovo degli Olsen

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Riapro e gli occhi e il panorama davanti a me è a dir poco mozzafiato: Dylan ha tutti i capelli scuri spettinati, sparsi sul cuscino, quasi in modo simmetrico, la bocca leggermente socchiusa e il petto che si alza ritmicamente ad ogni respiro.

Sorrido e non riesco a fare a meno di accarezzargli quel volto fin troppo adulto.

"Cosa stai facendo, stramboide?" biascica, con la voce impastata del sonno, ancora più sexy di quanto possa essere di solito.

"Certo che sei proprio bello..." commento, lasciandomi trasportare dal suo volto perfetto.

"È per questo che stai con me, no?" borbotta, quasi seccato.

"Come?" Mi alzo di scatto, perplessa.

"Beh, non è così? Guarda che non sono scemo. Però mi va bene così: essere bellissimi a volte è una maledizione..." ironizza, con fare drammatico, però sento un fondo di convinzione nelle sue parole.

Questa volta mi alzo proprio dal letto, prendendo il cuscino e saltando sopra di lui, cercando di soffocarlo.

"Ma che fai, sei impazzita?!" grida, disperato, cercando di sopravvivere.

"Brutto nano idiota che non sei altro! Devo forse ricordarti che William provava qualcosa per me?!" urlo, tra una cuscinata e l'altra.

"Come dimenticarlo...Ma che cazzo c'entra questo adesso?!" ribatte, offeso.

"Beh, si dà il caso che lui sia, cito di nuovo testualmente Karen, 'Un gran pezzo di manzo'!?" insisto, corrugando la fronte.

"Anche se fosse, e quindi?!"

E poi sono io la cretina!

"E allora, se stessi con qualcuno solo per il suo aspetto fisico, secondo te avrei perso tutto questo tempo correndo dietro a te, quando avrei potuto dare una chance a William?!" urlo, fermandomi un attimo dallo schiacciargli la faccia con il mio cuscino viola.

"Non è colpa mia se ti piace complicarti la vita..." commenta, al che faccio per tirargli un pugno, ma lui mi ferma.

"Devi essere proprio pazza per provare qualcosa per uno come me, a questo punto" fa un sorriso sghembo e mi guarda dolcemente.

Mi avvicino al suo volto, per poi affermare:"Certo che, però, William non è niente male..." giusto per farlo arrabbiare.

"Ma non farmi ridere, ancora con questa storia? Quella carotina marcia non sarà mai ai miei livelli..." ribatte, arrogantemente, mentre io mi scosto.

"Forse dovrei chiedergli di uscire, dici che sono ancora in tempo?" insisto, al che lui ribalta la situazione e mi preme i polsi, delicatamente ma in modo saldo, sul materasso e si siede sopra di me.

"Dai, fallo!" mi istiga, prima di iniziare a farmi il solletico.

Inizio a ridere come una cretina, cercando inutilmente di liberarmi.

"Lo faccio davvero, se fai così!" dico, tra una risata e l'altra.

"Non penso proprio..." mormora, sulle mie labbra, fermandosi per tentare di baciarmi.

La porta si spalanca di colpo.

Vivianne strabuzza gli occhi.

Io e Dylan guardiamo la donna, poi l'un l'altro: forse la scena è vagamente ambigua.

"Ok, Vivi, credimi, non è quello che sembra..." provo a dire, mettendo le mani avanti, dopo che Dylan è sceso.

"Amy, perché ha una mazza...?" mi chiede lui, strabuzzando gli occhi e indicando la donna.

Younger Now (#Wattys2020)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora