"Forse. Dipende."

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Claudio è il miglior insegnate che io abbia mai avuto e che avessi mai potuto desiderare.
Si, certo, ogni tanto perde la calma, ma quando spiega le cose lo fa con una tale serietà e controllo di se stesso che sembra realmente soffrire di un disturbo bordeline di personalità.
Quando lavora poi, è una visione per gli occhi, almeno per i miei.

E purtroppo anche per il resto del mondo femminile.

Risulta essere sempre così concentrato, come se nessun evento esterno possa scalfirlo mentre sta facendo semplicemente il lavoro che si è scelto e che ama.
A volte sembra che gli pesi, in passato in realtà, soprattutto durante la corsa come Supremo, sembrava essere distante anni luce dal suo ruolo, troppo concentrato nel dimostrare di essere il migliore.
Ma il punto è proprio questo: lui è il migliore!
È attento, preciso, appassionato e non commette errori, mai!
E l'unico errore che ha commesso si è ritrovato a pagarlo a caro prezzo, nonostante sia stato un motivo di riavvicinamento tra noi due.
Un caso delicato che gli ha rivangato il passato.
Un caso che l'ha spinto ad aprirsi ed a confidarsi con me.
Un caso che ci ha permesso di parlare, ma seriamente, dopo quelle indagini e mi manca e so, perfettamente, che è colpa mia e che questo, qui in laboratorio, è il momento adatto per poter chiarirci.

Ma non ci riesco! Non è che non voglia eh, è che proprio non ci riesco a disturbarlo con qualcosa che in questo momento andrebbe solo ad innervosirlo, troppo impegnato nel controllare alcune analisi fatte sul corpo della vittima, quella di Fiumicino.


Mezz'ora prima...


Sono le 19 di giovedì, sembra una giornata infinita e talmente lunga, come se fosse di 36 ore e non di 24!
Durante il tragitto di ritorno dall'ospedale mi ha semplicemente chiesto se volevo essere accompagnata a casa ed io gli ho risposto, invece, di lasciarmi in Istituto per recuperare la bicicletta ma anche perché avevo alcune cose da terminare.
Ha annuito, un po' sorpreso, visto che non può lasciarsi scappare nessuna emozione essendo ancora in collera con me, ma so che l'ha colpito questa mia strana diligenza nei riguardi del lavoro.

Alle 18,30 è venuto nella sala degli specializzandi urlando il nome di Paolone, e penso dentro di me a quanto mi manchi sentirgli urlare il mio.

Non siate maliziosi, non mi riferisco a quel tipo di imprecazione!
Okay, forse un pochino, ma non solo!

Una volta constatato che c'ero solo io, e dopo avergli spiegato che Paolone era andato via prima, stizzito e un po' infastidito mi osserva, facendo poi un passo verso di me.

"Che stai facendo?"

"Ho appena terminato l'articolo per la Boschi."

"Bene, brava." Mi osserva stupito e si, un po' di fierezza glielo leggo negli occhi, anche se non me lo dice a parole.

"Stavo per stamparne una copia, per portartela." Aggiungo un po' ruffiana, anche se in realtà è la verità. Dovrebbe saperlo che ci tengo al suo giudizio, più di tutti gli altri.
Deludere la Boschi non è una novità, deludere lui invece ...

"La leggerò, dopo. Stanno per portare il cadavere del poliziotto. È arrivato il via libera per l'autopsia e l'ho programmata per stasera, visto che domani è venerdì e la dottoressa Chiatti dubito aspetterebbe il week-end per avere risposte. Puoi restare? Se hai da fare mi arrangerò."

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