Ecco che la bolla si è rotta.

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Note dell'autrice:
Eccoci arrivati al capitolo su Silvia, ve l'avevo detto che mi sarei fatta perdonare no? Vi ho dato parecchio da leggere oggi quindi non lamentatevi!! (Ovviamente scherzo!)
Allora ... buona lettura!

Soso



( Continuazione cronologica del capitolo "Alice è quella persona")

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Flashback

Domenica, 22 luglio 2018

E' proprio vero che non si riesce mai a stare tranquilli nemmeno per mezza giornata.
Eppure, stranamente, la mattinata di ieri era iniziata nel migliore dei modi, peccato che le incombenze del mondo esterno hanno messo piede non poco delicatamente dentro la nostra bolla, come la chiama Alice.
Nessuno dei due ha dormito stanotte e sono quasi sicuro che nemmeno la nostra ospite abbia chiuso occhio.
Ebbene, Silvia è rimasta a dormire da noi. Dopo ciò che è successo ho deciso io per tutte e due, leggendo la preoccupazione negli occhi della mia Allieva e l'ansia e la paura in quelli della sua amica.

Chi l'avrebbe detto che sarei diventato così empatico?
Io no di certo.

E' stata una notte parecchio difficile per tutti, e devo ammettere che lo è stato anche per me. Quello che è successo a Silvia, anzi che sta succedendo a Silvia, ha scombussolato Alice ed inevitabilmente ha scombussolato anche me. Questa notte abbiamo dormito per la prima volta ognuno nel proprio lato del letto, senza sfiorarci, come se quella vicinanza tra noi due ed i nostri corpi avrebbe potuto portare a ben altro e forse anche a qualcosa che in questo momento non siamo, nessuno dei due, in grado di affrontare.

Mi rigiro nel letto mentre mi tolgo il lenzuolo, iniziando a percepire parecchio calore e, solo nel momento in cui mi volto verso il lato di Alice noto la sua assenza. Faccio un lungo respiro prima di alzarmi dal letto e mettermi qualcosa addosso, visto che non posso girare in casa in boxer data la presenza della nostra ospite. Dopo aver indossato una t-shirt e i pantaloni della tuta esco dalla stanza e percepisco così il vociare delle due nella cucina.

Non so se palesare la mia presenza o meno ed alla fine finisco per fare come farebbe Alice: mi fermo ad origliare.





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"Com'è successo?" domando, dopo aver aspettato che Silvia fingesse di fare colazione, cosa che stranamente non va di fare nemmeno a me.

"Devo farti un disegnino per caso? Sai come succedono queste cose." Risponde acida e la capisco, fino ad un certo punto, la capisco.

"Silvia smettila, okay? E' con me che stai parlando. Siamo amiche da quando ne ho memoria. Hai visto il peggio di me ed io il peggio di te. Ci siamo sostenute sempre, anche quando non eravamo d'accordo con le scelte dell'altra. Non chiuderti con me per favore." Cerco di spronarla a parlare perché so meglio di chiunque altro che ha bisogno di farlo, di sfogarsi, di liberarsi da questo peso che la sta rendendo una persona diversa.

Silvia Barni è la mia migliore amica dai tempi dell'asilo.
Ci siamo incontrate il primo giorno della scuola dell'infanzia e non ci siamo più lasciate.
Lei è la mia Thelma come io sono la sua Louise.
Silvia mi ha sempre difeso, perché ha sempre sostenuto che una "Biancaneve" come me aveva bisogno di una "Strega Cattiva" al suo fianco e che quella strega sarebbe stata lei.
In effetti Silvia è sempre stata il mio scudo fin dall'asilo. Mi ha sempre difeso contro tutti i bambinetti che prendevano in giro le mie treccine o il fatto che, a ricreazione, finivo quasi sempre per macchiarmi il grembiulino rosa perché avevo sempre la testa all'insù con lo sguardo verso le nuvole. In effetti, facendo un piano generale di com'ero da piccola, sembra strano anche a me che sia riuscita non solo ad entrare a Medicina ma anche ad essere sulla buona strada per diventare un medico legale.

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