Stavolta è tutta colpa mia.

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Lo so, vi starete chiedendo che cavolo ci faccio qui, a Fiumicino, di notte, in questa landa desolata!
Credevo di trovare il ristorante aperto, a mia discolpa. Ma purtroppo quando le cose devono andare in un certo modo non c'è niente e nessuno che possa cambiare le carte in tavola.
Volevo semplicemente fare due chiacchiere con il proprietario del ristorante, ma purtroppo è ancora chiuso per "lutto".

Quindi, la vittima era qualcuno di molto importante per loro e non un semplice cameriere, no?

Può darsi, ma a quanto pare questa cosa non mi è data saperla. Ho gironzolato un pochino nei pressi del locale dove c'è praticamente solo un altro lido balneare anch'esso chiuso. Questa cosa è particolarmente strana perché è praticamente già luglio ormai e i lidi iniziano già da fine maggio a fare serate ed ad attirare gente, per lo più gli adolescenti.
E' strano, parecchio strano! Vorrei scoprire qualcosa di più così decido di tornare alla macchina e di fare un giro verso i lidi successivi che intravedo dalla posizione in cui mi trovo e che sembrano aperti.
Una volta alla macchina noto con sgomento e, diciamocelo, anche un po' di paura, che le ruote sono state tutte e 4 squarciate da qualcosa.

Non c'erano chiodi a terra e non ho sentito nessun rumore ...
Che sta succedendo?! ...

Si, sono un po' nel panico ed è per questo che alla fine chiamo Claudio dopo aver provato a chiamare il carro attrezzi che però sembra avere una scarsa disponibilità al momento ed io in tutta onestà non voglio aspettare così a lungo!
Avrei preferito di gran lunga chiamare Marco se non l'avessi lasciato in aeroporto qualche ora prima e di certo non potevo chiamare altre persone. Chiamare Claudio era il minore ed il peggiore dei mali messi insieme ma sapevo che sarebbe venuto.

Lui per me c'è sempre.

Stranamente mantiene la calma anche se so che vorrebbe urlare. So che è in auto e che sta venendo a prendermi e vorrei richiamarlo perché noto che non lo sta facendo ...

"Dannazione.." sussurro tra me e me notando che il cellulare mi è morto senza che me ne accorgessi. Non so cosa fare. Potrei salire in auto e restarci, chiudermici dentro ed aspettarlo lì, ma non mi fido molto di restare ferma a non far niente.
Passano dieci, venti minuti, forse anche mezz'ora e dopo qualche auto che è passata di lì solo perché si trovava sulla via, vedo un'auto arrivare in tutta velocità verso la mia direzione e frenare di botto davanti a me dopo avermi individuato. Inutile dire che riconosco sia la macchina che il suo conducente che con un categorico "Sali" mi preleva da quel posto angusto e riparte verso la città.

Il viaggio in macchina è immerso in un silenzio glaciale che di tanto in tanto viene interrotto da qualche forte sospiro di Claudio che si volta a guardarmi per qualche istante per poi riportare l'attenzione sulla strada.

Sta esagerando!

Meh, mica tanto ... ma lui lo sa come sono fatta, dovrebbe essersi abituato no?
Però perché lui deve cambiare per me e io non posso fare nemmeno una cosa che mi ha implicitamente (ed esplicitamente!) chiesto di fare dal primo giorno che sono entrata in Istituto?

In effetti ...

Vengo distratta dai miei pensieri quando ferma la macchina, segno che siamo arrivati sotto casa sua. Onestamente pensavo che mi lasciasse a casa mia, forse troppo arrabbiato per poterne parlare.
Non mi da il tempo di dire niente che scende dall'auto e mi viene ad aprire la portiera. Lo seguo nel palazzo e poi su per le scale pensando a cosa dirgli e pensando a cosa dirà.

La casa è in penombra e noto sul piano cottura spento alcune pentole con dentro, presumibilmente, quella che sarebbe dovuta essere la nostra cena. Mi sorprendo sempre di come Claudio sappia fare tante cose a parte il suo lavoro, una tra queste proprio cucinare, ambito in cui io sono parecchio negata nonostante nonna Amalia stia tentando da anni immemori di passarmi il testimone.

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