Metti una sera a cena (prima parte)

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Roma, mercoledì 27 giugno


Io non lo so come sia potuto succedere tutto quello che sta realmente accadendo in questo momento. Mi sento come estraniata dal mio corpo intenta ad osservare le scene che si susseguono davanti ai miei occhi senza intervenire o dire la mia.
Ma andiamo con ordine, altrimenti mi sa che come me alla fine nemmeno voi ci capite qualcosa.

I due giorni precedenti, o meglio il martedì perché il lunedì si è concluso in tutta tranquillità. Io e Claudio dopo il pranzo siamo tornati in istituto e abbiamo terminato la giornata a casa sua a far cosa è inutile che sto qui a descrivervelo.
Il martedì è stato piuttosto strano, e no, non la giornata in se ma proprio Claudio. Nonostante la mattina fossimo arrivati in contemporanea in Istituto, io con la mia bicicletta e lui con la sua Mercedes SLK (perché su questa cosa del farci vedere insieme ci dobbiamo ancora lavorare!) lui è stato parecchio criptico per tutta la giornata ed alla fine, nonostante fossimo rimasti d'accordo che sarei andata da lui a dormire alla fine ha disdetto dicendomi che aveva del lavoro arretrato e che l'avrei solo distratto!

Io! Perché lui da solo non si distrae!
Che poi è lui che è l'elemento di disturbo mentre studio!
Vabbè..

Credevo fosse la verità fin quando non ho sentito una telefonata molto breve tra lui e, deduco, Visone ed alla fine ha lasciato l'Istituto anche prima del tempo.

Ecco, parliamo un po' di questo. Mi stanno tenendo all'oscuro dall'indagine e per poco non riescono anche a tenermi lontano dall'ospedale. Sono riuscita ad andare a trovare Sergio, che è sempre nelle stesse condizioni, anche se sono stati diminuiti i dosaggi dei farmaci e quindi ora svegliarsi sta solo a lui. Sono poi riuscita a scambiare due ( due di numero davvero! ) parole con la fidanzata di uno dei poliziotti ma poi è arrivata uno della pattuglia che controlla sia Sergio che Calligaris che i due poliziotti che mi ha chiesto gentilmente di andare via poiché solo la famiglia aveva avuto il consenso di stare lì.
Questa cosa è strana, no? Capisco che la situazione non è delle migliori e capisco anche che Visone, così come Claudio, sono preoccupati per la sorte di Calligaris per via del proiettile rinvenuto durante l'intervento di Sergio ma, alla fine, anche se finisco sempre per mettermi nei pasticci, do sempre un certo contributo alle indagini, no? Quindi perché non permettermi di farlo anche adesso, visto e considerato che sia Sergio che Calligaris sono coinvolti?

Tanto poi faccio di testa mia comunque!
Faremmo prima tutti se mi lasciassero capire un po' cosa sta realmente succedendo.

Ed arriviamo così al fatidico mercoledì, anche se ad arrivare alla sera ci vuole un po' di tempo.

Erano giorni che non dormivo a casa mia e ne avevo bisogno, sia per riordinare un po' il casino che ho fatto tutte le volte che sono tornata di corsa per recuperare dei vestiti puliti sia per il fatto che, obiettivamente, per quanto le cose con Claudio si stiano evolvendo finalmente nella maniera giusta..

A parte questa cosa di tenermi all'oscuro delle indagini, che gli farò presto presente!

.. non posso di certo vivere in simbiosi con lui o vivere dipendentemente da qualsiasi cosa lui dica o faccia. La mattina del mercoledì vengo svegliata dal campanello di casa. Non sono mattiniera, anzi, se fosse per me abolirei la sveglia, abolirei l'ingresso alle 9 in Istituto ed abolirei anche la gente che decide di bussare a casa delle persone alle ...

" 7.30?!? oddio ma chi è a quest'ora?!"

Sbuffo riappoggiando il cellulare sul comodino (notando che non c'è nessuna traccia di CC!) e mi ributto con la testa sul cuscino, vietando categoricamente al mio corpo di muoversi da quella posizione ma soprattutto ai miei occhi di lasciarsi convincere ad aprirsi!
Ero quasi riuscita nel mio intento quando sento la porta aprirsi e riconosco subito la voce della persona che è entrata in casa portando dietro di se il solito caos dovuto alla tonalità di voce che potrebbe raggiungere qualche decibel ancora inesplorato.
Nemmeno a farlo apposta, mentre mi accingo (ma proprio lentamente,come in una scena a rallentatore) ad alzarmi dal letto, ecco che la porta della mia camera si spalanca e quella voce si avvicina sempre di più a me ed alle mie deboli orecchie che avrebbero preferito vivere nel silenzio per qualche altro minuto.

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