L'Allieva 3

Ora tutto ha un senso

Tutti. Tutti stanno andando avanti con la loro vita.
Paolone, Lara, Marco, Arthur, Cordelia.
Anche Claudio, nonostante la sua vita sia questo istituto e sia qui a Roma, anche lui sta andando avanti, in questi giorni, a Parigi.
Anche Silvia, tra gli alti e bassi di una scelta che la segnerà per sempre, riesce a dare spazio solo al futuro che l'attende e non ai ricordi del passato.

Solo io sono ferma.
Dove?
Sempre allo stesso punto: impicciandomi, come dice Claudio ormai da tempo immemore.
Continuo ad indagare, ad impicciarmi, a mettermi nei guai ed a violare le regole.
Lo sto facendo anche adesso, qui, nello studio della persona che mi odia di più al mondo: la professoressa Boschi alias la temibile e terribile Wally.

Ma cosa mi è saltato in mente?
Chi mi credo di essere?

Respiro a fatica.
Mi fissa.
Sono passati più di dieci minuti e lei continua a fissarmi, in silenzio, con le spalle ancora leggermente incurvate e con gli occhiali da vista che mal celano il suo sguardo, torvo e pensieroso, che mi rivolge.
Mi fissa, e mai durante questi anni mi sono sentita così in soggezione ed in uno stato di totale angoscia con lei come in questo momento e, badate bene, che di occasioni ce ne sono state!

Mi ucciderà, si disferà del corpo e non vedrò più mia nonna, la mia famiglia, i miei amici. CLAUDIO!
Non diventerò mai un medico legale.
Non passerò le mie giornate al fianco di quell'uomo straordinariamente irritabile che è il mio CC.

Pensieri catastrofici i miei, lo so, ma è più forte di me.
Questa volta rischio davvero grosso ma poco mi importa, se si tratta di me o della mia incolumità o, ahimè, del mio lavoro.
Tutto ciò che sto facendo lo sto facendo non solo per riuscire a fare giustizia ad Elena e Maria Chiara.
Lo sto facendo per la stessa persona che questa donna, minuta e terrificante, ha sempre portato sul palmo della mano ancor prima del mio arrivo in Istituto.
La sua stella. Il suo prediletto. Il figliol prodigo e prodigioso della medicina legale: Claudio Conforti.

Forse, ma questo non mi è dato saperlo né ora né mai, è il pensiero di Claudio a scuoterla ed a darle quel quid per iniziare a parlare.

"Sapevo che sarebbe stata una spina nel fianco per me e per l'intero istituto ancor prima che il professor Maaaalcomess accettasse la sua domanda di internato.
Goffa, svogliata, per niente ligia alle regole ed al dovere, sempre puntualmente in ritardo.
Tutto ciò che un medico legale non dovrebbe essere. Per questo speravo che, con il tempo, il dottor Conforti riuscisse a reprimere questa sua spiccata passione per la medicina legale.
Lui, che non ha mai fatto un errore durante la sua carriera. Sempre brillante, sempre preparato, sempre un passo avanti rispetto agli altri come IO gli ho sempre insegnato.
Non avrei mai potuto immaginare che LEI potesse provocare in lui sentimenti diversi da quelli che io stessa provo nei suoi riguardi, dottoressa Allevi.
Eppure... "

Fa un lungo respiro ed io con lei.
So che non ha mai visto di buon occhio le attenzioni e quel riguardo che Claudio mi ha sempre dimostrato fin dal primo giorno, quando ancora dovevo abituarmi all'idea di essere semplicemente la sua allieva.

Anche se, diciamocelo, essere l'allieva di Claudio è tutto fuorché semplice!

Con questi presupposti è normale che non sia per niente felice della nostra frequentazione all'infuori del lavoro, nonostante fossi convinta che questo argomento fosse ormai già superato.

Non sono qui per parlare di me e Claudio e, in tutta onestà, dubito che a lei interessi di ciò che siamo io e lui fuori dall'istituto.
Sono qui perché le mie domande meritano una risposta, anche se sono sempre più convinta che non saranno di aiuto ma che, anzi, complicheranno ancora di più la situazione.
Durante questa sua pausa in cui sembra riflettere sul da farsi non mi stacca gli occhi di dosso ed ad un tratto mi sento quasi soffocare, come se solo grazie alla forza del pensiero riuscisse a togliermi l'ossigeno necessario per respirare.