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"Alice? Alzati pigrona o farai tardi a lavoro, come tuo solito!"
Una voce calda e soave si avvicinava sempre di più a lei, nonostante sentisse il suono piuttosto ovattato.
"Mhhh.. ancora un altro po'. Stanotte non ho chiuso occhio."
Bofonchiava impigrita, opponendosi all'idea di alzarsi.
"Non mi sembrava ti dispiacesse, il non dormire!" Il proprietario della voce aggiunse con malizia, prendendo posto vicino a lei.
"Non mi sentirai mai lamentarmi di una cosa del genere. Non potrei mai."
Gli regalò uno dei suoi sorrisi che a lui facevano impazzire ed ecco che finirono con il replicare ciò che era avvenuto durante la notte.
Lei adorava essere coccolata da lui dopo aver fatto l'amore, si sentiva al sicuro e protetta.
Eppure aveva lo sguardo assente e lui sapeva che voleva significare solo una cosa: il cricetino nella sua testa si stava impegnando troppo e le stava facendo avere diversi pensieri.
"A che pensi, signora Conforti?" Domandò lui, accarezzandole i capelli.
"Mhhh.. mi piace quando mi chiami così." Disse lei, allungando una mano sul mento di suo marito, accarezzandogli la barba che amava tanto.
"Lo so, piace anche a me. Ma non riuscirai ad evitare la mia domanda." Disse furbamente lui, baciando il palmo della mano della sua dolce metà.
"Pensavo che dovremmo rallentare. Insomma... tutto questo, ecco.. ginnastica! Tutta questa ginnastica potrebbe fargli male!"
Gli anni passavano ma lei si imbarazzava sempre nel parlare di certe cose con lui, o meglio, proprio con lui!
Al che, egli ridacchiò e la strinse maggiormente a se, appoggiando entrambe le mani sul ventre della ragazza, leggermente arrotondato.
"Così capisce quanto si amano i suoi genitori." Disse con tono dolce e da seduttore qual'era.
"Ah si? Dici che si amano così tanto?"
Disse lei, fingendosi sorpresa.
"Tantissimo Sacrofano, tantissimo."
Ed ecco che altri baci si susseguirono tra di loro, lasciando a quel mondo ovattato quell'amore da sogno che li univa.***
Sogno.
Realtà."Aliii ma come si spegne questa cosa?! Ma non devi andare in Istituto domani?! Aliiiiii!"
La voce squillante di nonna Amalia mi fa aprire gli occhi di soprassalto, cosa che ormai è solita fare da sempre.
Ci metto un po' a svegliarmi, nonostante gli occhi aperti la mia mente è rimasta inebriata in quel sogno.In quel sogno dove tutto sembrava così reale: dagli sguardi profondi di Claudio ai suoi baci, alle fedi al dito che ricordo con precisione ed al mio corpo leggermente mutato, essendo incinta.
Improvvisamente la nonna mi abbraccia e solo allora mi rendo conto di avere le lacrime che mi scorrono sul viso."Oh piccola di nonna, andrà tutto bene. Vedrai, si sistemerà tutto."
Per quanto il tono e gli abbracci di mia nonna sono rassicuranti, dubito fortemente che le cose possano andare meglio.
Se non altro, peggio di così è impossibile.
Sono le 17 di domenica pomeriggio e ho il treno per Roma tra meno di un'ora. Fortunatamente Yukino mi accompagna in macchina, anche se abbiamo avuto difficoltà a caricarvi su la bicicletta.
La nonna voleva che restassi, e sinceramente anche io, ma dovevo andare a lavoro non tanto per il lavoro in se ma per una questione di principio. Se mi fossi assentata sarebbe stato decisamente peggio e magari, forse, quello assente sarebbe stato lui.
Come lo è stato durante tutta la giornata di domenica.
Dopo la nostra telefonata non ha più mandato messaggi o cercato di chiamarmi.
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L'Allieva 3
Hayran KurguSalve a tutti! Come descrivervi queste mie parole? Onestamente, non lo so. Sono semplicemente il frutto di una mancanza, perché quest'assenza dell'allieva (iniziata praticamente solo una settimana fa, quella televisiva eh perché "il ladro gentiluomo...