"Quindi partiresti con me."

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Siamo in auto e stiamo andando in ospedale, perché Visone ci ha chiamato e ci ha chiesto di raggiungerlo urgentemente: Calligaris ha chiesto di vederci
Sembra sia ancora sotto controllo per ciò che è emerso dagli esami della balistica ma gli agenti che sono con lui, conoscendolo, non hanno fatto problemi riguardo la sua richiesta.
Durante il tragitto siamo entrambi in silenzio, presi entrambi forse dallo stesso pensiero. Memore dai lunghi viaggi in auto con Claudio, sempre verso le scene del crimine, anche quando la nostra storia stava naufragando, mi volto d'istinto verso di lui come se mi sentissi l'acqua alla gola.
Non voglio ritornare a quel punto, non voglio andare in prigione senza passare dal via!

Che paragone stupido, Alice!
Ma almeno rende l'idea!

Secondo me lui mi legge nel pensiero, perché mi lancia uno sguardo prima di riportare l'attenzione sulla strada.
Il traffico romano è il nemico di ogni lavoratore, turista, essere vivente esistente a questo mondo che ha deciso di girare la città eterna in auto.
Potevamo prendere la metropolitana, avremmo fatto prima, ma Claudio mi avrebbe ucciso per una proposta del genere. Odia la metropolitana, dice che è troppo sotto terra e che si sente soffocare e che quella sensazione la vorrà provare solo ed esclusivamente da morto.

Che visione inquietante.
Non c'è che dire, ha scelto il lavoro giusto!
O medico legale o becchino...

Alla fine rompo il silenzio, sbuffando, sporgendomi leggermente in avanti e cercando di accendere la radio, cosa che Claudio mi impedisce di fare ammonendomi con un colpetto sulla mano.

"Conosci le regole, scelgo io se e quando accendere la radio."

E' così serio ed autoritario quando si tratta della sua auto che mi domando, seriamente, se devo esserne gelosa.

Se la sua auto fosse una donna, sarebbero già scappati insieme.

"Credevo che queste regole non valessero più.."

Dico guardandolo con quel mio sguardo angelico che tanto adora ma che tanto odia. Conoscendolo, lui sa che quando lo faccio è perché voglio ottenere qualcosa e quella mia frase è solo l'inizio della conversazione che vorrei aprire.

"Allevi, smettila di tentare di intenerirmi, lo sai che non resisto a quello sguardo ma le regole restano sempre le stesse. E prima che tu me lo chieda, no, non parlo di tutte le regole.. non più almeno."

Ha l'abilità di sfiorare con delicatezza gli argomenti, prenderli ed appoggiarli sul piatto prima che una persona se ne possa rendere conto.

"Saresti stato un ottimo oratore ai tempi di Cicerone, gli avresti dato davvero del filo da torcere!"

Commento osservando le macchine davanti a noi muoversi e notando di sottecchi lo sguardo divertito di Claudio che, attento alla strada, riesce a fare una manovra ed a passare in mezzo alle due corsie che si erano create accelerando non poco.
Detesto quando fa così!
E' che adora tanto la sua auto quanto la velocità.
Ecco, io detesto entrambe in questo momento.
Quando guida è senza freni inibitori!

E non solo quando guida...
Alice!
Concentrati, non è il momento.

"Possiamo parlare di quello che è successo in Istituto, con il Supremo..?"

Azzardo, senza permettermi di chiamarlo per cognome, altrimenti altro che conversazione tranquilla e pacifica.
Siamo ormai a pochi km dall'ospedale così Claudio mi propone di parlarne a pranzo, perché non vuole iniziare un discorso senza avere la certezza di terminarlo. Io gli faccio notare che sono solo le 10.30 ma lui lascia cadere questa mia annotazione nel dimenticatoio.

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