Alice & il Bianconiglio (prima parte)

6.6K 143 26
                                    

Il nostro sabato pomeriggio, compreso un piccolo spuntino per il pranzo che io e Claudio facciamo prima di arrivare a destinazione, lo trascorriamo interamente in ospedale.
Novità nuove non ce ne sono, secondo la polizia scientifica la situazione è quella che Visone ha già ampiamente raccontato a Claudio e che alla fine ha riportato anche a me per filo e per segno.
Visone ha l'aria stanca, di chi non ce la fa a reggere un carico come questo da solo sulle sue spalle, per questo quando ne ha la possibilità, chiede a me e a Claudio di accompagnarlo ad interrogare il poliziotto che nonostante sia in convalescenza, è l'unico al momento che possa darci delucidazioni sulla dinamica dell'attentato.

Quello che scopriamo è il minimo indispensabile, l'unica cosa sicura in tutta questa storia è che Sergio ancora non mostra segni di miglioramenti (ma nemmeno sembra peggiorare) e Calligaris è incazzato nero con il mondo per essere stato messo agli arresti domiciliari.
Si, la situazione è assurda, ma purtroppo Visone in primis ed il PM incaricato nel caso si è visto costretto a prendere questa decisione preventiva, nonostante conosca bene Calligaris e nonostante sia a conoscenza di quanto questa situazione sia lontana dalla dinamica in realtà.

Lasciamo l'ospedale alle 19 circa e sul viso di Claudio si legge la stanchezza di queste ore. Calligaris è un suo caro amico e vederlo diffamato in questo modo non è per niente una cosa piacevole per lui. Per questo quando mi chiede se per me va bene essere riaccompagnata a casa gli dico categoricamente che è l'unica cosa che dovrà fare per il resto della serata e che deve assolutamente riposare. Lui mi guarda con quell'aria di chi ancora non si è reso conto dell'amore che provo per lui e mi sorride con dolcezza, promettendomi che l'indomani saremmo stati insieme.

Abbiamo bisogno di parlare e lo sappiamo entrambi, ma lui ha anche bisogno di riposarsi e per me la sua salute viene prima di tutto. Ci salutiamo davanti casa mia ed aspetta che io sia in casa prima di ripartire. Durante il tragitto non ha fatto nessuna allusione ad Arthur o a quello che ha sentito, perché lui sa che io so che lui sa!

Siamo così complicati che mi fa girare la testa e ridere allo stesso tempo!

La casa fortunatamente è vuota e trovo sul frigorifero un bigliettino di Cordelia che mi avvisa che lei ed Arthur ceneranno dal padre. Ringrazio il cielo di essermi risparmiata l'ennesimo faccia a faccia con Arthur e ne approfitto per chiamare Yuki ed invitarla a casa

Il mio sabato sera lo trascorro così. Chiacchierando con la mia amica, mangiando pizza e guardando un film su Netflix di cui solo Yuki riesce a ripetere il nome. Ridiamo e scherziamo e a me sembra di essere ritornate all'anno scorso, quando tutto doveva ancora succedere e le cose erano molto più semplici.
Il mio cuore però, durante la serata, è con Claudio, preoccupato di come lui possa stare.

Anche se ho insistito, alla fine, verso le undici, Yuki chiama un taxi e mi saluta con affetto, sperando comunque di riuscire a rivederci prima della sua partenza per il Giappone.
Ormai da sola, metto un po' di ordine in cucina, poggiando i cartoni della pizza sul tavolo e recuperando il resto della spazzatura. Corro in camera a prendere una felpa e dopo avervi messo nelle tasche le chiavi di casa ed il cellulare (perché non mi allontano mai senza) esco fuori per andare a buttare la spazzatura e per prendere una boccata d'aria.

E' sabato sera e Roma è animata come in un cartone della Disney. Sembra di vivere in una scena di Coco, dove c'è chi balla, chi canta, chi mangia, chi ride, chi scherza. In ogni angolo e in ogni dove c'è un gruppetto di amici che sono intenti a scherzare e a chiacchierare e tra di loro c'è sempre una coppietta che si guarda intensamente, sperando che la serata finisca presto per poter stare un po' da soli.

A quel punto prendo il cellulare e controllo i messaggi. Automaticamente finisco su whatsapp e, più precisamente, nella chat con Claudio. Controllo il suo ultimo accesso e mi dice che è online in questo momento così, mentre continuo a camminare e mentre il tempo scorre via, decido di mandargli un messaggio.

Alice: Dormi?

La risposta, conoscendolo, non tarda ad arrivare.

Claudio: Troppi pensieri.
Alice: Dovrebbe spegnere un po' il cervello, dottor Conforti.

Sorrido tra me e me, chiamandolo in quel modo. Dopotutto resta il mio dottor Conforti, no?

Claudio: Facile a dirsi per chi vive sempre tra le nuvole.

"Antipatico.." bisbiglio tra me e me, decidendo se rispondergli o meno. Prima che io possa farlo, ecco un altro suo messaggio.

Claudio: Alice nel paese delle meraviglie deve essere sicuramente stato ispirato a te.

E non so se prenderlo come un complimento o un offesa, così glielo chiedo.

Alice: E' un complimento?
Claudio: .. mezzo!

E il cuore mi esplode dal petto.
Perché? Perché è la stessa risposta che mi ha dato al matrimonio del Supremo quando mi ha detto che assomigliavo alla Primavera del Botticelli.
E lentamente, nella mia mente, i pensieri fanno spazio ai ricordi ed ecco che di nuovo riparte quel proiettore e le scene iniziano a susseguirsi tra di loro.

"E chi ti dice che prima o poi non ti regali un brillocco di fidanzamento vero?"
"Impossibile!"

Eppure l'aveva fatto, non proprio seguendo la tradizione. Non c'è stata una proposta, non c'è stato niente di tradizionale o convenzionale eppure so che quell'anello rappresenta ciò che lui intendeva quel giorno.
E poi riecco un altro ricordo, un'altra scena che solo al pensiero sembra che io abbia dei picchi di tachicardia.
Il discorso del Supremo.
Le sue parole dedicate alla sua sposa, Ludovica e la mia espressione confusa e stranita perché per quanto sapessi che fosse il Supremo a parlare e che stava realmente parlando di lui e di Ludovica, nella mia bolla personale era di me e di Claudio che parlava e ci stava descrivendo parola dopo parola, lettera dopo lettera.


  ''Sono un uomo imperfetto e forse ti sarai accorta che sono leggermente più anziano di te. Poi mi conosco: sono complicato, presuntuoso, pieno di mille manie, mille fisime. Però, nonostante ciò, tu mi hai scelto e mi hai accettato esattamente per quello che sono. Il tuo coraggio, la tua generosità, la tua energia mi hanno letteralmente steso. Mi sono innamorato.''  


Ed improvvisamente sento alla mano lo stesso calore che ho sentito quando Claudio ha appoggiato la sua mano sulla mia gamba ed io gliel'ho stretta, non curante che qualcuno ci potesse vedere. Perché quel gesto e i nostri sguardi, in quel momento, rappresentavano molto più di tutte le parole che non ci siamo mai detti.

Vengo distratta dal mio viale dei ricordi e dalla mia proiezione astratta personale, quando il cellulare vibra nuovamente e sorrido vedendo che è ancora lui.

Claudio: ti sei persa, Alice?
Alice: chi è che me lo chiede? Il dottor Conforti o il Bianconiglio?
Claudio: dovresti venire da me, così potrei dirtelo a voce!

E, sapete quando lui mi dice che vivo nel mondo dei sogni? O quando me lo dicono Lara, la Wally, mia nonna, mio fratello... insomma tutte le persone che fanno parte della mia vita?
Ecco, è grazie anche a questa mia infantile distrazione se non mi rendo conto di ciò che faccio, così come in quel momento, dopo aver letto il suo messaggio, mi rendo conto di essere sotto casa sua.

E' mezzanotte passata e forse è colpa delle scarpe, perché avendo messo le Converse non mi sono accorta di quanto io abbia camminato e di come io sia arrivata fin qui. Fatto sta che per me sia il mio ritrovarmi qui che il suo messaggio, sono tutti segni del destino.
Così busso al suo citofono, ma niente.
Riprovo una seconda volta e ancora niente.

Alice: Bianconiglio, perché non mi apri?

E due secondi dopo che premo invio, il portone d'ingresso del palazzo si apre. 

L'Allieva 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora