Nasty Nas •5

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n/a: vi chiedo gentilmente di leggere lo spazio autrice una volta concluso il capitolo. perdonate eventuali errori, grazie e buona lettura.

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Sophia pov.

In Lo Straniero, Albert Camus scrisse:

«𝐧𝐨𝐧 𝐡𝐚𝐢 𝐝𝐮𝐧𝐪𝐮𝐞 𝐧𝐞𝐬𝐬𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐩𝐞𝐫𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐞 𝐯𝐢𝐯𝐢 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐨𝐫𝐢𝐫𝐚𝐢 𝐭𝐮𝐭𝐭'𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐨?
"𝐬𝐢'", 𝐠𝐥𝐢 𝐡𝐨 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐨𝐬𝐭𝐨.
𝐚𝐥𝐥𝐨𝐫𝐚 𝐡𝐚 𝐚𝐛𝐛𝐚𝐬𝐬𝐚𝐭𝐨 𝐥𝐚 𝐭𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐞 𝐬𝐢 𝐞' 𝐫𝐢𝐦𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐚 𝐬𝐞𝐝𝐞𝐫𝐞. 𝐦𝐢 𝐡𝐚 𝐝𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐚𝐯𝐞𝐯𝐚 𝐩𝐢𝐞𝐭𝐚' 𝐝𝐢 𝐦𝐞. 𝐧𝐨𝐧 𝐜𝐫𝐞𝐝𝐞𝐯𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐮𝐧 𝐮𝐨𝐦𝐨 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐬𝐬𝐞 𝐬𝐨𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐢𝐦𝐢𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐚. 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐚 𝐦𝐞, 𝐡𝐨 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐨 𝐬𝐨𝐥𝐭𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐢𝐧𝐜𝐢𝐚𝐯𝐨 𝐚𝐝 𝐚𝐧𝐧𝐨𝐢𝐚𝐫𝐦𝐢.»

Meursault afferma senza consolazioni di non avere speranza ultraterrena e di accettare una morte totale, il cappellano reagisce con pietà perché interpreta questa posizione come insopportabile per un essere umano, Meursault invece prova noia, non angoscia.

È il segno della sua estraneità radicale ai valori religiosi e consolatori.

Non porta al nichilismo ma può aprire a una forma di libertà, e nel finale l'accettazione della morte e l'indifferenza del mondo producono pace, persino una gioia violenta e tragica.

«non apatia, dunque, ma fedeltà all'esperienza nuda della vita, senza speranza illusoria.»

La consapevolezza poteva essere una terribile maledizione.

Ero ancora alla ricerca di me stessa, di comprendere chi fossi e cosa volessi dalla vita. Iniziai a pensare che forse siamo un po' tutti soli, a luci spente, e che cerchiamo un lieto fine quasi in modo disperato.


Purtroppo, lo avevo fatto intraprendendo strade e scelte sbagliate.

E il silenzio dopo averlo realizzato è devastante.

Avevo notato che da un po' osservavo insistentemente il mio riflesso, e non con la solita scintilla di soddisfazione per il mio aspetto estetico, ma di sfuggita. Non ero quasi mai in grado di guardarmi più di trenta secondi, con l'indecisione di affermare se ci fosse qualcosa che non andasse in me, pur non riuscendo a capire cosa.

C'era qualcosa di strano nei miei occhi, quasi sbiadito. Forse un giorno sarei riuscita a capire di nuovo chi fossi ma ero spaventata del fatto che potesse essere solo tutto questo, ciò che sarei stata.

Era una di quelle giornate dove l'aria dentro la stanza sapeva di libri, lana del maglione e un filo di umidità dalle finestre chiuse. Ero stesa sul mio letto a pancia in giù, il cuscino sotto il mento e la cornetta del telefono stretta in mano mentre le lenzuola un po' arricciate dai miei movimenti mi fasciavano le gambe.

-che vuol dire che non avete alcuna intenzione di dirmelo?-.

-quello che ho detto- Dall'altro capo del filo, la voce di Aubrey era insistente, piena di quella energia che solo lei possedeva.

•𝐋𝐨𝐯𝐞, 𝐉𝐨𝐧𝐞𝐬• |𝐍𝐚𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora