Family Don't End In Blood •62

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I due lati di sé contrastanti ma simili fra loro.

Ero venuta a contatto con entrambi nel corso del nostro percorso assieme, da un lato era Nas, il delinquente pericoloso e temuto che se ne fregava altamente di tutto il resto con in mente solo l'unico obiettivo di uscire dal ghetto e fare più soldi possibili e mantenere il rispetto ottenuto duramente. L'altro era Nasir, il ragazzo silenzioso e tranquillo perso nella sua mente e nel suo mondo, che osservava attentamente ciò che lo circondava per non trovarsi impreparato alla vita.

Un rapper talentuoso ed un ragazzo con un grande cuore che aveva vissuto e assistito a tragedie indimenticabili che lo avevano segnato dentro in eterno, ma pareva sulla via della libertà che da sempre cercava e quel momento era una delle tante dimostrazioni.

"Questo è l'inno" La sua voce si espanse attraverso il microfono che stringeva nella grande mano e quella sola visione lo rese incredibilmente perfetto ai miei occhi.

Il beat di uno dei suoi più importanti brani risuonò prepotentemente in quell'arena sotto le urla emozionate del pubblico, che andò in delirio appena lo udì. Parve bearsi di quella reazione, lasciò scorrere gli occhi lentamente su tutta la gente presente appositamente per lui ed un sorriso spuntò debolmente sul suo volto.

Ed io me lo gustai appieno, perché l'emozione che si impadronì del colore dei suoi occhi fu così travolgente e intensa che la provai con lui, e lo ammirai dal basso mentre se ne stava lì come avesse preso il suo mondo fra le mani e ne fosse il padrone.

"Questo è l'inno di New York!" Aggiunse.

New York State Of Mind.

E proprio come aveva appena detto lui, quel brano era rappresentante per New York ed il suo stato mentale.

Il "Straight out the fuckin' dungeons of rap", la miglior tag che io abbia mai sentito in tutta la mia vita, prese parte accompagnato da tutti i presenti che lo urlarono con energia, lo guardai dal basso, proprio sotto al palco, mentre prese a cantare quella canzone accompagnato dall'emozione di tutti i suoi fan che urlavano e saltavano sotto le sue rime. La strumentale di Premier ci catapultò in un altro mondo proprio come quando è stata prodotta, il mix di piano e beat martellante creano l'atmosfera del brano: cupa e assillante, particolarmente adatta al contenuto della canzone.

Sul palco lo affiancavano suo fratello Chris, Travis, Big T, Nathan, Lennox, Logan, Method Man, J, e altri suoi amici del quartiere che avevo incontrato nel corso del tempo, tra cui persino Shorty. Erano circa una ventina e occupavano letteralmente tutto il palco, la sola loro presenza creavano e aumentavano l'atmosfera mettendo hype al pubblico già ben carico di suo.

Mi trovavo proprio sotto il palco, affiancata dalle mie amiche e James, fu una nostra decisione assistere al concerto proprio da lì nonostante l'iniziale disappunto di Lucas e gli altri, preferivano che fossimo nel backstage in modo da essere più al sicuro ma il fatto che ci avessero procurato i posti letteralmente sotto il palco ci permetteva di guardarci e persino toccarci, ciò li conduceva a stare più tranquilli.  

•𝐋𝐨𝐯𝐞, 𝐉𝐨𝐧𝐞𝐬• |𝐍𝐚𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora