Hopefully See You Soon •18

246 10 4
                                    

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


☪═══════════════════════☪

Non mi è mai piaciuto il mio compleanno.

Era uno dei giorni più brutti ed emotivi della mia vita, mi perdevo sempre nell'illusione che sarebbe potuto andare meglio dell'anno precedente e poi tutto andava in frantumi. Mi spezzava il cuore il modo in cui tutto crollava ogni anno, non avevo mai nessuno con cui festeggiarlo e chissà perché speravo sempre potesse migliorare col passare del tempo.

Ma quella volta.. quella volta fu speciale, più di quanto avessi mai pensato. Avevo smesso di metterci entusiasmo da tempo, nonostante avessi ripreso a festeggiarlo dopo il mio arrivo a Manhattan sotto richiesta, tramutata poi in minaccia costante, dei miei amici, ma quell'anno fu più emozionante. Semplice, tranquillo, ma bellissimo.

I miei amici avevano esplicitamente ordinato di voler occuparsi loro dei preparativi di quella piccola festa, motivo per cui un grande striscione spiccava in bellezza con sù scritto: "buon compleanno Sophia" assieme ad un palloncino rosso a forma di cuore con sopra il 23.

Col tempo imparai ad accettare il fatto che la vita non può sempre andare come desideriamo, ma la realizzazione improvvisa che la mia quotidianità fosse divenuta semplice e serena fu come un profondo sospiro di sollievo.

Continuavo ad aggiustarmi ogni giorno però.

Ero contenta della piega che aveva preso la mia vita ma ero lontana dall'essere felice, non ero nemmeno triste ma a volte stanca di questo posto.

Avevo trascorso tutto il tempo in compagnia dei presenti che rendevano gli istanti semplici e divertenti, Travis e Nathan avevano preso confidenza con la più assoluta scioltezza ed era quel tipo di atteggiamento e complicità che i miei amici cercavano e amavano in altre persone, ciò non aveva fatto altro che coinvolgerli come se si conoscessero da tempo.

Ma Michael ebbe la mia attenzione da un po', in quell'arco di tempo.

Era silenzioso e visibilmente pensieroso, aveva partecipato ma non come al suo solito e questo mi preoccupava perché ero consapevole del fatto che i pensieri che avevano preso parte della sua mente erano riferiti a Marshall, e al perché per cui fosse a Manhattan e mi avesse parlato.

Questo fu il motivo per cui si trovò sotto casa mia la notte prima, mi aveva rivelato che l'incontro con lui lo aveva infastidito e questo lo aveva condotto a non riuscire a smettere di pensarci, così sentì il bisogno di fare una passeggiata che lo aveva condotto sotto casa mia.

Mi trovò casualmente lì e, una volta essermi salutata con Lucas, mi domandò cosa ci facesse Marshall sotto casa mia dopo tanti anni. Era confuso, agitato e infastidito ma volli chiuderla lì, glielo dissi esplicitamente: Marshall non era nessuno per me, perché non avevo più la forza mentale di soffermarmi su tale argomento che aveva avuto un grosso impatto nella mia vita e nella mia salute mentale in modo, per la maggior parte, negativo.

•𝐋𝐨𝐯𝐞, 𝐉𝐨𝐧𝐞𝐬• |𝐍𝐚𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora