Always Mesmerized By Your Eyes •27

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Quella sera gli dedicai la luna.

Era il ragazzo più bello che avessi mai visto.

Lo avevo ammirato per tutta la sera perché diveniva inspiegabilmente ancora più bello quando dimostrava di essere emozionato ed eccitato per quel progetto, e quasi faticavo a credere che fosse reale perché era proprio il più bel essere umano mai esistito.

"Forza Rico! Metti tutta quella merda, anzi- dammi qui".

"Nasir, ti ho detto di smetterla di togliermi le salse di mano, vuoi fare tu il mio lavoro?".

"Ti ho osservato abbastanza in tutti questi anni per imparare, se volessi potrei farlo".

Mi lasciai sfuggire un sorriso divertito dinanzi il botta e risposta che si stavano scambiando l'uomo e il ragazzo che mi affiancava, avevamo da poco concluso la sua sessione in studio dopo un tempo indefinito trascorso all'interno di esso e ce ne uscimmo totalmente affamati.

Non avevo alcuna intenzione di tornare a casa, avrei voluto trascorrere il più tempo possibile in sua compagnia e pareva silenziosamente pensarla allo stesso modo.

Ci trovavamo ancora nel Queensbridge e attorno a noi c'era un movimento vitale scorrevole che mostrava di tanto in tanto la presenza di qualcuno del posto, sembrava apparentemente un posto normale come gli altri ma bastava guardare oltre quella facciata per comprendere il vero motivo per cui quei ragazzini si trovassero fermi all'angolo di quel negozietto, il perché altri ragazzi e ragazze stessero girando in quella Chevrolet cromata con assoluta attenzione e con chiaro sguardo serio e quasi minaccioso, spaventoso.

Questo però poi contrastava con la presenza di persone che svolgevano semplici cose quotidiane seriali: chi entrava e usciva dai negozietti, chi stava percorrendo la strada che li avrebbe condotti chissà dove, chi stava rincasando dal lavoro e chi invece ci si stava indirizzando, ragazzini che circolavano con assoluta spensieratezza e tutto parve, col tempo che trascorreva, calmarsi per un'istante.

Una volta esserci salutati con gli altri mi aveva portata a qualche isolato più avanti oltre la posizione dello studio di registrazione, e ci fermammo sotto suo sicuro consiglio di fronte una bancarella di hot-dog gestita da un simpatico uomo che mi presentò, non risparmiandosi dal raccontarmi che fosse cresciuto con i suoi panini e che ci tenesse che li assaggiassi perché li reputava i migliori mai esistiti.

Mi lasciai sfuggire una risata appena Lucas si sporse verso l'uomo e gli tolse dalle mani il ketchup per poi voltarlo e spruzzare la salsa su quello che sarebbe dovuto essere il suo, lasciando che la riversasse in base ai suoi gusti. Successivamente afferrò la senape e ci fece la stessa cosa ammirando quel panino come fosse il suo sogno proibito, la sua mano avvolgeva e stringeva il tubo di plastica contenente la salsa mentre tratteneva il suo labbro inferiore fra i denti lasciandosi sfuggire un sorrisetto compiaciuto.

•𝐋𝐨𝐯𝐞, 𝐉𝐨𝐧𝐞𝐬• |𝐍𝐚𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora