It Must Have Been Fate •11

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ᘏ⑅ᘏִ𓂃 ִֶָৎ୭・𓂃・𓂃・﹒┈﹒✧؂.

Sentivo di aver bisogno di una pausa dai miei pensieri.

La mia mente ha sempre avuto padronanza di me, risucchiandomi in un profondo abisso che a volte faticavo a credere che mi appartenesse e questo mi conduceva a trovare persino difficoltà a convivere con me stessa.

Spesso mi guardavo intorno e osservavo le persone che mi affiancavano e venivo pervasa dall'istinto di chiedere loro scusa per non essere abbastanza.

Sono sempre stata consapevole del fatto di non aver mai risolto i miei problemi, li ho semplicemente lasciati andare ed io sono andata avanti come meglio ho potuto, finché mi era possibile, perché sapevo che un giorno mi avrebbero consumata così tanto che di me non ne sarebbe rimasto più niente.

"Hai fatto un ottimo lavoro Sophia, mi hai lasciato senza parole".

Mi lasciai sfuggire un sorriso, sovrastata da un vasto senso di soddisfazione e orgoglio nei miei stessi confronti dinanzi le parole del mio capo.

"Appena ritorneremo dalle ferie parleremo della tua assunzione effettiva, fino ad allora non posso fare altro se non augurarti buone feste".

"Grazie mille Samuel, buone feste anche a te!" Sistemai meglio la mia borsa sulla spalla e mi preparai psicologicamente ad uscire da quella struttura sperando che potesse diventare il mio luogo fisso per il futuro.

"Sophia?".

Mi voltai nuovamente verso di lui appena mi richiamò, lo vidi infilare le mani nelle tasche dei suoi pantaloni eleganti ed i suoi occhi verdi scivolarono velocemente su tutta la mia figura. Lo strano disagio che provai dinanzi a ciò mi condusse istintivamente a stringere le estremità della mia borsa con entrambe le mani, e portarla davanti alle mie gambe, come a coprirle, invitandolo silenziosamente a smetterla di guardarmi in quel modo.

"Tu mi porterai tanti soldi".

Mi accigliai pervasa da una debole confusione che la sua affermazione mi causò, e il disagio che stavo già provando si espanse maggiormente.

"Ehm.. perché io?".

"Perché sei di bell'aspetto, e questo ha già attirato più clienti".

E quello fu uno di quei momenti in cui mi pentii di aver aperto la bocca e parlato, perché una parte di me non era per niente contenta di cogliere il lato più negativo di quelle parole. Ma rimasi comunque in silenzio, perché il mio pessimismo non faceva altro che condurmi a pensare sempre male anche quando, forse, non era presente.

•𝐋𝐨𝐯𝐞, 𝐉𝐨𝐧𝐞𝐬• |𝐍𝐚𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora