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Lucas pov.
Il giovane bandito della città.
Mi ha sempre fatto ridere il modo in cui mi descrivevano, come se il mio primo pensiero al mattino fosse quello di alzarmi e andare a minacciare la gente solo per il gusto di percepire il terrore che provavano attraverso le loro iridi. A me non importava infrangere la legge o sentirmi più grande rispetto agli altri, lo facevo perché mi serviva, ero diventato quello che ero perché era ciò che mi descriveva e formava.
Dicevano fossi menefreghista ed uno stronzo solo perché ero schietto, ma io ero così. E mi accusavano come se dovessi cambiare, mettendomi in testa inutili paranoie che non facevano altro che scontrarsi con me stesso. Io ero fatto così! Amavo la mia famiglia e ringraziavo i miei genitori per i sacrifici che hanno fatto per me e mio fratello, ma io mi ero in gran parte cresciuto da solo.
Ho sempre odiato dipendere da qualcuno e cercare sicurezza in altri o in altro, quindi il fatto che io abbia costantemente agito in solitudine guidato dalla mia mente ha sempre dato modo alla gente di definirmi come meglio desideravano. Ed io ho dato loro carta libera, fino quasi a diventare ciò che mi reputavano che fossi ma rimanevo sempre me stesso, perché non mi è mai fregato un cazzo di quello che potessero pensare di me. Mi temevano ma volevano stare al mio fianco, mi temevano ma mi amavano, mi temevano ma poi volevano cambiarmi.
La verità era che non hanno mai saputo accettarmi ed io me ne sono sempre sbattuto il cazzo di quanto poco potessi piacere agli altri.
Mi guardavo intorno e ci vedevo solo maschere che cercavano di compiacermi perché erano consapevoli che la mia mente guidava la mia forza, e che se avessi voluto avrei battuto qualsiasi ostacolo.
E quell'ostacolo non voleva esserlo nessuno.
Ecco, a cosa ho sempre aspirato di diventare.
Temuto sì, perché ero intoccabile, ma tra le strade peccaminose a cui appartenevo era l'unico obiettivo per vivere un po' di più e portare il pane a casa. Ero intoccabile sì, ma la mia mente era in manette da quando sono venuto al mondo, rinchiuso tra sbarre del mio quartiere. Avevo tra le mani il mio block notes dove ci scrivevo le rime, ero avvolto dal buio se non per le luci offuscate provenienti dai lampioni esterni, con un blunt tra le labbra ed il suo respiro dolce che spezzava quel silenzio solitamente quasi fastidioso.
Avevo sempre fatica ad addormentarmi, ne ero talmente tanto abituato che spesso passavo una o più notti in bianco, quindi la mia mente non faceva altro che riempirsi di pensieri di ogni tipo ed io lottavo con me stesso come un coglione. Così ammazzavo il tempo rendendomi produttivo. Il tempo è prezioso ed io non volevo sprecarlo, ho imparato a mie spese e sulla mia pelle quanto sbagliato sia.
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•𝐋𝐨𝐯𝐞, 𝐉𝐨𝐧𝐞𝐬• |𝐍𝐚𝐬
Romansa•𝐬𝐞𝐪𝐮𝐞𝐥 𝐝𝐢 𝐬𝐭𝐢𝐥𝐥 𝐡𝐞𝐫𝐞• ᵗʰⁱˢ ˢᵗᵒʳʸ ⁱˢ ʰᵉᵃʳᵗᵇʳᵉᵃᵏⁱⁿᵍ ᵇᵘᵗ ˢᵒ ᵇᵉᵃᵘᵗⁱᶠᵘˡ "ʀɪᴄᴏʀᴅᴀ ɴᴀꜱ, ɪʟ ᴍᴏɴᴅᴏ ᴇ' ᴛᴜᴏ". "ɴᴏ, ɪʟ ᴍᴏɴᴅᴏ ᴇ' ɴᴏꜱᴛʀᴏ". 𝐄𝐥𝐞𝐮𝐭𝐡𝐞𝐫𝐨𝐦𝐚𝐧𝐢𝐚: un forte desiderio di libertà. Sophia ovunque fosse passata ha fatto breccia...