Chapter twenty-nine

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" Something just isn't right

i can feel it inside

the truth isn't far behind me

you can't deny "



































La guardò compiere quei piccoli ma affascinanti ed ammalianti gesti mentre il suo corpo, un fascio di muscoli forti e contratti, era mutato in una tenue nebbiolina la quale fece capolino sul pavimento della camera da letto di Ron.

L'attenzione era rivolta, come ogni notte prima di quella, sulla figura minuta della ragazza dai capelli bianchi la quale era assorta nei propri pensieri. Incantata, davanti lo specchio verticale, spazzolava quella cascata di capelli il cui colore sembrava esser tramutato in argento grazie alla tenue luce che trasmetteva la luna.

Vederla così innocente e priva di alcuna difesa gli fece ribollire il sangue nelle vene e così dovette far appello a tutto il suo autocontrollo per non uscire allo scoperto e farla sua, come era suo di diritto.

Si appiattì ancor di più al suolo così da potersi avvicinare ai piedi della ragazza; fuse nuovamente la mente con quella di Ron trovandola stranamente in allerta, come se dovesse tenersi pronta per qualcosa.

Pensò fosse solo agitata per un'imminente interrogazione o forse qualche esame, ma nessuna delle due ipotesi lo convinsero a talpunto da frugarle, scavarle a fondo, nella mente.

Quindi si mosse piano, silenzioso come un felino fra le pareti della sua mente.

"Pensa ad altro, ad altro, andiamo Ron." Sentì chiaramente, trattenendosi dal sorridere anche se poteva farlo comunque vista la sua attuale forma, tuttavia si controllò continuando ad accompagnare i pensieri della sua compagna.

"Sai che può farlo, non può saperlo!" C'era quasi, doveva solo attendere.

Una lieve pressione fece continuare quella leggera scia di pensieri ed il respiro del ragazzo rimase incatenato per qualche secondo di più fra i polmoni.

"Scoprirò cosa sei."

Quella ragazza, quell'umana, dalla costituzione minuta e dalle forme sinuose, quella ragazza così forte ed arrendevole solo al suo tocco; aveva tutta l'intenzione di scoprire il suo piccolo segreto e ciò lo faveva morire ancor di più dall'eccitazione.

Per un momento pensò anche di renderle le cose più difficili, ma semplicemente si era stancato di giocare. Era di estrema importanza rivelarle tutto, una volta per tutte.

Ciò che lo preoccupava maggiormente era la sua possibile reazione: scapperà? si infurierà? correrà dalla polizia? comporrà il numero telefonico di un centro di salute mentale? o semplicemente gli scoppierà a ridere in faccia?

Tutti questi pensieri gli fecero girare la testa tanto da staccarsi da quella della ragazza, osservando ancora i suoi movimenti innocenti ed al tempo stesso accattivanti ed estremamente sexy.

Spazzolava ancora la sua chioma argentea la quale le arrivava al limitare del fondoschiena, così si ritrovò ad indugiare sulle sue natiche sode, scendendo ancor di più verso quelle gambe forti ma piccole; anche i suoi piedi erano piccoli.

Si ritrovò a maledire mentalemente la ragazza, pregando quasi per farla vestire.

Nonostante questo continuò a fissare il suo corpo nudo e bisognoso d'attenzioni, le sue.

Risalì verso le caviglie, oltrepassando le ginocchia piccole ritrovandosi ad ingoiare sempre più saliva, o almeno questo avrebbe fatto se fosse stato nella sua forma umana.

𝐕𝐀𝐌𝐏𝐈𝐑𝐄'𝐒 𝐁𝐀𝐂𝐊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora