Chapter thirty-four

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" The moment you drink, the more thirsty you'll get

you don't feel complete, you're trying to define this passion

your instincts and even your reason will want me more

you'll burn up even more "
















La pesante porta blindata, con un colpo sordo, si richiuse alle spalle di Ron.
Giocava nervosamente con alcuni ciondoli appesi al suo portachiavi, evitando accuratamente ogni singolo sguardo puntato sulla sua figura.

«Ehy Ron, Tae-Min non è venuto con te?» E per poco la ragazza non gli rispose come facesse a saperlo; soppesò le parole ed intuì che Ki-Bum si riferiva al semplice ritorno a casa, non ad altro.

Nonostante questo la ragazza rimase immobile, rigida, tesa come una corda di violino, con un piede abbandonato sul primo scalino della lunga rampa. Non si mosse, tuttavia un leggero scatto di pupille diede il segno che la ragazza fosse ancora in vita e pienamente cosciente del mondo circostante; le labbra si aprirono in un sorriso nervoso, prendendo parola «No, solo io» e mentalmente si schiaffeggiò con tutta la potenza possibile ed inimmaginabile, ripetendosi quanto fosse irrimediabilmente tonta fino al midollo «c-cioè, intendo, Tae-Min è rimasto in sala prov-»
«Sono qui.» La voce scura, profonda, carezzevole fece rabbrividire la ragazza a tal punto da portare a sfregarsi le mani contro le braccia, cercando di trovarne conforto.

Cercò di concentrarsi su altro, osservando l'ambiente circostante soffermandosi su ogni particolare; iridi azzurre guizzarono da parete a parete fino a precipitarsi contro il pavimento laddove erano presenti cinque paia di scarpe costose, mosse ancora gli occhi portandoli oltre il piccolissimo corridoio dove si riusciva a notare la fioca luce proveniente dalla cucina.

«Ti voglio su questo pianeta, piccolo leoncino.»
Un leggero soffio spostò alcune ciocche di capelli bianchi della ragazza, il quale si infranse contro il suo collo; tentò di rallentare i battiti del suo cuore il quale sembrava esser diventato covo di mille e più pipistrelli, portando le sue iridi a contatto con quelle del moro.

Nervosamente Ron sbatté leggermente le palpebre, ricacciando indietro la voglia matta ed incontrollabile di aggrapparsi al corpo massiccio e statuario del maggiore e di appropriarsi nuovamente delle sue labbra bollenti come fuoco. Fece pressione sulla sua parte emotiva più nascosta, imponendosi di doversene andare al più presto, prima di finire sul letto di Tae-Min, con una scusa.

«C-credo me ne andrò a dormire...» I suoi piedi, come posseduti di volontà propria, scattarono verso la rampa di scale, salendone due alla volta. Una volta arrivata in camera sua, richiuse la porta velocemente alle sue spalle, accasciandovi contro questa; al di fuori della portafinestra rimase incantata da come la luna donava luce argentea alle criniere degli alberi, poco distanti dal dormitorio; il paesaggio sembrava quasi assumere un aspetto surreale. Involontariamente si concentrò sui propri pensieri, i quali scivolavano veloci come una cascata. Riuscì ben a distinguere un leggero vociare espandersi nella sua mente; voce calda, imponente, sexy, capace di farle contorcere le viscere e di distruggere i freni dell'inibizione.

Desiderava concentrarsi al meglio su quello che stesse pronunciando, sembrava essere una lingua straniera; capì solo quello, stranamente si sentiva fin troppo stanca per dare peso a quelle parole.

La mente si annebbiò, le palpebre s'incollarono alle gemelle e la testa venne abbandonata contro la porta della stanza della ragazza assieme ad un ultimo e marcato comando
«Ora dormi.»

















***



























Incantata, Ron vagò senza meta per i lunghi e chiassosi corridoi della scuola, con lo sguardo perso e la testa assalita da mille pensieri.

𝐕𝐀𝐌𝐏𝐈𝐑𝐄'𝐒 𝐁𝐀𝐂𝐊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora