Chapter thirty-seven

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" Oh my heart's on fire for your love

i wish that you would love me

don't let go of my hand like yesterday

and every time my heart beats

walk with me so i won't get lost anymore "





















Inspirò profondamente, riempiendo i suoi polmoni del profumo di Ron, il quale riusciva a disconnetterlo dalla realtà.

Ripensò a tutto l'accaduto e non potè fare a meno di maledirsi più e più volte, nel vano tentativo di mettere a tacere quella fastidiosa vocina che gli rimbombava nei timpani.

"Stavi per ucciderla, per ucciderla!" Ripeteva.

Ron era un'umana, una mortale, non apparteneva di certo alla sua razza! Tuttavia questo pensiero non affiorò nemmeno nel momento in cui i suoi canini avevano avuto il grande piacere di affondare nella carne della ragazza, e quindi di cibarsi. E si odiava.

Desiderava poterla liberare da quelle catene che lui stesso le aveva messo addosso, legandola a lui; il mostro, la belva che era racchiusa nel suo interno ringhiava assetata e Tae-Min lottava contro quest'ultimo ogni giorno, in ogni istante.

Si rese conto di esser stato violento, quasi brutale e ciò lo distrusse nel profondo.

Ora osservava le forme esili della sua compagna; i capelli argentei sparsi sul cuscino, le palpebre chiuse concedendo alle folti ciglia di creare un ampio ventaglio scuro al di sotto degli occhi ed infine le labbra avevano finalmente ripreso il loro colore originale, divenendo di un rosa tenue.
Notò solo allora che la ragazza aveva ripreso a muoversi, lentamente, in modo quasi impercettibile; le palpebre chiuse iniziarono a muoversi, le labbra si dischiusero per facilitare la respirazione e le piccole dita arrivarono a stringere il polso del ragazzo sedutole di fianco.

S'incantò, meravigliato, nel vederla distesa sul proprio letto, per giunta nuda, coperta solo dal sottile lenzuolo il quale le arrivava al limitare del seno. Ancora una volta, nella mente di Tae-Min, veniva proiettata una figura angelica, eterea, irreale, quasi fatata della sua compagna; l'incarnazione perfetta della donna angelo, colei che riuscirà a portare alla salvezza il suo compagno per la vita.

La mano del moro, posseduta di volontà propria, arrivò a sfiorare delicatamente la vita sottile della minore, come se volesse rassicurarla e di farle sentire la sua presenza; di farle capire che non era affatto da sola, che poteva tranquillamente riaprire gli occhi senza timore, perché al suo risveglio avrebbe ritrovato lui.

Il corpo di Ron si mosse inquieto, capendo già a chi appartenesse quella mano che era in procinto di scaldare il suo ventre.

«Mi dispiace per tutto questo, tu non sai quanto.» Sentì chiaramente; dalla voce incrinata e spezzata traspariva dolore, disprezzo e fin troppa collera. Ciò fece vacillare il cuore di Ron, percepiva innanzitutto il dolore che il ragazzo stava provando, un dolore primitivo, lancinante, capace di squartare le interiora di qualsiasi umano e non. E Ron non desiderava altro se non prendersi carico di tutto quel rimorso, dolore, rabbia e farselo suo.

«Tae-Min...?» Pronunciò flebilmente; aprì gli occhi lentamente e, come precipitata in un sogno, si ritrovò, a distanza di poco, il viso di Tae-Min. Ancora una volta si perse in quei lineamenti scolpiti alla perfezione; gli occhi a mandorla inglobavano un'iride lucida, la quale variava dal nero pece al giallo ocra, il naso ne troppo grande ne troppo piccolo occupava il centro del suo volto mentre nella parte sottostante vi era la presenza delle labbra, lucide, dal colore scuro, molto probabilmente martoriate per lungo tempo.

𝐕𝐀𝐌𝐏𝐈𝐑𝐄'𝐒 𝐁𝐀𝐂𝐊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora